Reggio Calabria, Lemma: “servono risposte immediate da tutti i livelli di governo per evitare che i piccoli imprenditori vengano spazzati via dalla crisi innescata dal prolungato lockdown”
“Servono risposte immediate da tutti i livelli di governo per evitare che i piccoli imprenditori vengano spazzati via dalla crisi innescata dal prolungato lockdown. Preoccupa in particolare la situazione in cui versano i cosiddetti professionisti del benessere come parrucchieri, barbieri, estetisti e titolari di centri sportivi che sono stati abbandonati a loro stessi”. A sostenerlo è il commissario Udc per l’Area Metropolitana di Reggio Calabria Paola Lemma che fin da subito, così come ha fatto il partito sull’intero territorio nazionale, è stata coinvolta da queste categorie in difficoltà, prendendo parte anche all’incontro on-line organizzato nella scorsa settimana dal “Comitato 20”, promosso dalla Sig.ra Maria Lascala, titolare di un centro estetico a Bianco. Iniziativa che ha preceduto l’incontro di sabato scorso delle categorie con il sindaco Giuseppe Falcomatà e la simbolica consegna nelle sue mani delle chiavi degli esercizi commerciali che rimangono ancora chiusi.
“Va poi valutata con attenzione – afferma Paola Lemma – una riapertura anticipata già al prossimo 11 maggio o, al massimo, al 18 maggio quando dovrebbero essere riaperti altri esercizi commerciali. Estetisti e parrucchieri, barbieri e palestre, sono già pronti a lavorare nella massima sicurezza, così come già facevano prima, ed adeguando i propri negozi con tutte le misure di protezione necessarie per contenere il rischio di contagio da Covid-19. La chiusura prolungata dallo scorso mese di marzo ha provocato un crollo del fatturato medio intorno al 60% e rischia di portare al tracollo la maggior parte dei professionisti del settore senza adeguati interventi di sostegno. E’ il momento dunque – conclude Paola Lemma – che anche la classe dirigente locale si assuma le propria responsabilità senza demandare tutto al governo nazionale che pure dovrà mettere in campo gli interventi necessari in qualche caso promessi e non mantenuti. Penso ad esempio alla Cassa Integrazione per i dipendenti che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro e di non avere al momento neanche il minimo indispensabile per la sussistenza, alla detrazione fiscale per le spese relative alla sanificazione ai kit di sicurezza, all’accesso al credito a fondo perduto, allo snellimento delle procedure per accedere al credito e alla defiscalizzazione del costo del lavoro”.