Coronavirus e Fase 2 in Sicilia, lo sfogo di una madre di Messina: “mio figlio multato e costretto a tornare indietro. Nel Dpcm che si intende per abitazione?”

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Coronavirus, lo sfogo di una madre di Messina: “mio figlio multato e costretto a tornare in dietro. Il Dpcm del 26 aprile e il chiarimento di apertura ai rientri in Sicilia fatto da Musumeci ci hanno fatto ben sperare perché viene consentito il rientro, anche fuori regione, al proprio domicilio, abitazione, residenza ma così non è stato”

Di seguito lo sfogo di una madre di Messina che racconta la storia del figlio, che vive ed è domiciliato in Lombardia, il quale è stato multato e costretto a tornare indietro mentre si recava dalla propria famiglia in Sicilia:

“Ho chiesto chiarimenti al Presidente della regione Sicilia, alla protezione civile siciliana e nazionale, e vari altri Enti senza avere alcuna risposta. Vorrei rendere nota la situazione di mio figlio che sembra essere condannato all’isolamento senza via d’uscita. Mio figlio, siciliano, sposato, è stato costretto per motivi di lavoro a trasferirsi in Lombardia. La moglie lavora a Messina e abita nella loro casa coniugale. Continui e reciproci viaggi consentono loro di incontrarsi appena possibile, in attesa di una migliore sistemazione ma è soprattutto lui che fa ritorno alla casa coniugale anche se per brevi periodi. Da quando è iniziato il lockdown sono state annullate tutte le prenotazioni dei voli effettuate da entrambi con largo anticipo. Mio figlio è ormai a casa, in Lombardia, da due mesi, nel senso che lavora in smartworking. Il DPCM del 26 aprile e il chiarimento di apertura ai rientri in Sicilia fatto dal governatore Musumeci ci hanno fatto ben sperare perché viene consentito il rientro, anche fuori regione, al proprio domicilio, abitazione, residenza. Mio figlio ha la residenza nel comune in cui lavora e, di conseguenza, anche il domicilio. Nella parola abitazione utilizzata nel DPCM abbiamo creduto di trovare la soluzione al suo e, di conseguenza, al nostro problema. La Sicilia è la terra nella quale ha i suoi affetti, la sua famiglia di origine, la casa coniugale e la moglie. Si è quindi messo in viaggio sicuro di essere nel giusto ma è stato multato e costretto a tornare indietro. Mi chiedo a questo punto, che significa abitazione? Forse abbiamo male interpretato tale parola? Perché, se avesse mantenuto la residenza nel suo paese, sarebbe potuto rientrare? Cosa sarebbe cambiato? Solo un pezzo di carta che evidentemente conta più di ogni altra cosa. Non scrivo a Voi per avere una risposta, non potrei chiedervi questo, vi chiedo solo di rendere noto il problema anche sintetizzando come meglio crederà codesta Redazione. Chi si mette in viaggio deve essere certo che arriverà a casa e non può sperare nella discrezionalità della pattuglia come risposto da una Questura interpellata”.

Lettera firmata

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