Bankitalia: “crisi economica inimmaginabile, pil a -13%, no a ottimismo retorico servono fatti concreti”

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Bankitalia, Visco: “crisi senza precedenti”

Quella innescata dalla pandemia del coronavirus è “una crisi senza precedenti” che mette a dura prova la tenuta dell’economia e della società. Pesanti sono stati gli effetti a livello mondiale e quelli che si registreranno sono difficili da valutare. “Grande è l’incertezza sui tempi e l’efficacia della ripresa” ma, pur nello scenario fosco impietosamente tratteggiato dai numeri del crollo del pil stimato tra il 9 e il 13%, occorre fin da ora e più di prima “ritrovare la via dello sviluppo” per tornare a crescere. Perché non sappiamo quale sarà la nuova normalità ma, sicuramente, questa emergenza lascerà ferite come l’aumento delle disuguaglianze e un aumento del debito pubblico, +21 punti al 156% nel 2020, e privato. Sono 25 le cartelle delle Considerazioni Finali, lette quest’anno dal Governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, e su ogni parola e ogni frase da lui scandita si avverte tutto il peso una situazione, inimmaginabile fino a pochi mesi fa. Eppure il messaggio forte, che al contempo suona come un monito chiaro, che arriva dal Governatore è tutto incentrato su una visione che guarda e vuole andare oltre questo momento buio. “Oggi da più parti si dice: ‘insieme ce la faremo‘. Lo diciamo anche noi: ma purché non sia detto solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettivamente un impegno concreto. Ce la faremo con scelte mature, consapevoli, guardando lontano“, dice Visco. “Nessuno deve perdere la speranza“. Ma “per affrontare tanta incertezza è però cruciale, oggi ancora più di prima, che siano rapidamente colmati i ritardi e superati i vincoli già identificati da tempo“, avverte. E, per questo, “serve un nuovo rapporto tra Governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile; possiamo non chiamarlo, come pure è stato suggerito, bisogno di un nuovo ‘contratto sociale’, ma anche in questa prospettiva serve procedere a un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo“. “La pandemia e la recessione aprono scenari di estrema incertezza che rendono molto difficile tratteggiare i contorni dei nuovi equilibri che si andranno a definire. L’incertezza – incalza il Governatore – è una ragione in più per rafforzare da subito la nostra economia, per muoversi lungo quel disegno organico di riforme già per molti aspetti tracciato. I frutti di questa azione non potranno che vedersi col tempo, ma un progetto compiuto rende più chiara la prospettiva, influisce sulle aspettative, accresce la fiducia; può fondarsi su punti di forza che pure si sono andati affermando negli ultimi difficili anni“.

Grazie al recupero di competitività delle nostre esportazioni e ai forti avanzi commerciali registrati dal 2012 la posizione netta sull’estero dell’Italia ha raggiunto un sostanziale equilibrio. Le condizioni finanziarie delle banche e delle imprese sono migliori oggi che nel 2007. La ricchezza netta, reale e finanziaria, delle famiglie italiane è elevata: 8,1 volte il reddito disponibile contro 7,3 nella media dell’area dell’euro“. elenca Visco. E, ancora, “alla fine del 2019 il debito delle imprese era pari al 68 per cento del pil, contro il 108 dell’area dell’euro e valori superiori al 150 per cento in Francia e nei Paesi Bassi”. Ora “l’economia italiana deve trovare la forza di rompere le inerzie del passato e recuperare una capacità di crescere che – denuncia il Governatore – da troppo tempo si è appannata“. E vanno “sciolti quei nodi strutturali che per troppo tempo non siamo stati capaci di allentare e che hanno assunto un peso crescente nel nuovo contesto tecnologico e di integrazione internazionale. Lo scorso anno il rapporto tra investimenti e pil era ancora inferiore di tre punti percentuali rispetto ai livelli del 2007; quest’anno scenderà ancora”. “I ritardi rispetto alle economie più avanzate non possono essere colmati con un aumento della spesa pubblica se non se ne accresce l’efficacia e se non si interviene sulla struttura dell’economia. L’azione della politica monetaria, che pure resterà a lungo straordinariamente accomodante, non potrà sostituirsi agli interventi necessari per innalzare il potenziale di crescita”, mette in chiaro Visco. “Le risorse vanno indirizzate dove si possono ottenere i rendimenti sociali più elevati; per farlo serve un miglioramento continuo e profondo nei servizi pubblici offerti, con le necessarie semplificazioni e con la giusta attribuzione e consapevole assunzione delle responsabilità”. Avanti poi con la digitalizzazione, con gli investimenti in infrastrutture, sia quelle tradizionali sia quelle ad alto contenuto innovativo. E va migliorata la qualità del capitale umano, affrontando i problemi di fondo del sistema scolastico, dell’università e della ricerca. Intanto, nel pieno dell’emergenza, “interventi di bilancio di dimensioni straordinarie hanno portato sollievo a famiglie e imprese colpite nel lavoro, nella produzione, nel reddito” e “se non frenata da tali misure, e da quelle, pure ingenti e tempestive, di politica monetaria, una crisi così profonda – evidenzia ancora Visco – avrebbe avuto ripercussioni ancora più dolorose sul tessuto produttivo e sulla società tutta”. Sul mercato del lavoro, rispetto ad altri paesi gli effetti sull’occupazione sono contenuti in Italia dalla sospensione dei licenziamenti e dall’ampio ricorso alla Cassa integrazione guadagni, che ha finora coinvolto circa sette milioni di lavoratori, quasi la metà dell’occupazione privata alle dipendenze”, sottolinea ancora. Ma, ammonisce ancora, “sarà essenziale mettere bene a frutto le risorse mobilitate per superare le difficoltà più gravi, predisporre, da subito, le condizioni per il recupero di quanto si è perso, usare bene il progresso tecnologico per tornare a uno sviluppo più equilibrato e sostenibile, che generi occupazione e consenta anche di ridurre, con la necessaria gradualità ma senza timori, il peso del debito pubblico sull’economia”.

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