Ghirelli: “promozione Reggina? In Calabria è diverso, al Nord adesso non puoi parlare di calcio”

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Serie C, il presidente Ghirelli non fornisce una data sul possibile ritorno in campo: l’unico pensiero al momento va alle vittime del Coronavirus

“Il mio pensiero va prima di tutto alla salute. E’ vero che c’è una catena di comando, ma c’è un maledetto virus che sta girando. Appena sarà eliminato inizieremo a rimettere in navigazione la barca della Lega Pro”, inizia così l’intervento del presidente Francesco Ghirelli ai microfoni di Reggina Tv. Nel corso della trasmissione condotta da Maurizio Insardà, il numero uno della terza divisione ha parlato della situazione generale: “i presidente sono proprietari di aziende e sono in grandi crisi. Se non risolviamo la situazione al più presto, c’è il rischio che molte falliscano. Argomento stipendi? Ieri abbiamo trovato l’accordo con AIC e AIAC, siamo riusciti a salvaguardare le fasce più debole. Ovvero dei tanti giovani che abitano lontani dalla proprie città di origine. E’ evidente che ognuno deve fare sacrifici, ma bisogna darsi una mano e cercare tutti insieme di risolvere i problemi”.

Da tutta questa situazione, la Reggina ne potrebbe uscire penalizzata. in testa alla classifica per quasi tutto il campionato, l’ipotesi di sospensione della stagione potrebbe vanificare tutto il lavoro fatto. Ghirelli spiega che al momento non si può dare una risposta per quanto riguarda il discorso promozione: “il virus ha già fatto un disastro, non vorremmo che riesca pure a fermare la gioia dei tifosi. Spero si possa tornare a giocare, anche se so che è difficile. A Reggio Calabria la situazione è diversa rispetto a quella della Lombardia o dell’Emilia Romagna, lì non è facile parlare di calcio. Al presidente della Pergolettese è morto il nipote, mentre eravamo al telefono ha smesso di parlare, gli è arrivato il messaggio del medico sociale. Il calcio è nettamente dietro in questo momento. Io vorrei tornare a giocare domani, ma si tornerà a farlo quando ci sarà la sicurezza di poter scendere in campo senza rischi per la salute”.

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