La Fase 2 è uno schiaffo al Sud, Partite Iva di Messina sul piede di guerra: “Le nostre imprese condannate a morte, aspettando il nord”

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Il coordinatore provinciale Autonomi e Partite Iva fa appello alle istituzioni regionali e alla deputazione messinese, affinché ci sia una forte presa di posizione in favore dei nostri imprenditori, evidentemente penalizzati da misure ingiuste e inique

Il 4 maggio non succederà un bel niente, il Governo ci ha fatto una supercazzola, ci ha presi tutti in giro“- a dirlo è l’ex consigliere comunale di Messina e coordinatore provinciale Autonomi e Partite Iva, Daniele Zuccarello, commentando l’annuncio del premier Conte in merito all’inizio della Fase 2 in Italia. Zuccarello si fa portavoce dei tanti imprenditori che, inseguendo le voci che circolavano nei giorni scorsi, speravano che dal 4 maggio cessasse il lockdown; purtroppo invece le uniche libertà che ci ha concesso il Governo sono le corsette (non più intorno al palazzo) e le visite ai familiari, ma senza assembramenti.

Nella fase 2 il Governo premia le industrie del nord, mentre qui al Sud rimangono chiuse le attività con cui si regge prevalentemente la nostra economia: “La cosa che mi fa arrabbiare– dice l’ex consigliere- è la differenza tra le varie regioni. Sì, l’Italia è una, ma se in Sicilia abbiamo il minor numero di contagi perché dobbiamo ricevere lo stesso trattamento della Lombardia? Riaprono le aziende del nord, ma qui al Sud non riapre niente: noi viviamo di piccole imprese che sono ridotte alla fame. Il problema economico deve camminare di pari passo con il problema sanitario. La Sicilia vive una realtà che è completamente diversa dalla Lombardia o forse stanno studiando un modo affinché il sud Italia resti ancora vincolato al nord?”- osserva Zuccarello.

Infine l’appello alle istituzioni regionali e alla deputazione messinese, affinché ci sia una forte presa di posizione in favore dei nostri imprenditori, evidentemente penalizzati e mortificati da un provvedimento ingiusto e iniquo. Zuccarello chiede di intraprendere una battaglia in difesa dell’economia dell’Isola, aspettare il 18 maggio significa condannare a morte le nostre piccole impreseIniziamo ad alzare la testa, qui non siamo a Milano Marittima! Perché le nostre aziende, che sono turistiche, devono morire aspettando il nord? Io spero che la deputazione incominci ad alzare i toni e chieda di trattare il problema in modo diverso. Noi stiamo morendo di fame, la nostra economia sta morendo. Cerchiamo di agire con cautela, rispettando le misure precauzionali, ma muoviamoci e non permettiamo di farci trattare come il resto d’Italia. Se fossimo stati noi nella stessa situazione in cui è ridotta la Lombardia, ci avrebbero trattati come appestati”. 

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