Coronavirus in Calabria, le considerazione della Fast Confsal: “la normalizzazione non ci deve cogliere impreparati”

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Coronavirus in Calabria, le considerazione della Fast Confsal: “auspichiamo che la normalizzazione, la vogliamo chiamare così, non ci debba cogliere ancora una volta impreparati ad inseguire un mostro che ha dimostrato di essere molto più veloce e decisionista di noi”

“Abbiamo voluto attendere l’evolversi dell’intera questione sulla gestione emergenza Covid-19 nel nostro territorio prima di uscire con una nota e fare il punto della situazione. Non vuole essere una dichiarazione di guerra né tantomeno l’apertura di una nuova polemica con le Autorità preposte, ma riteniamo doveroso, anche alla luce dei numerosi lavoratori che rappresentiamo in Calabria, dover fare alcune puntualizzazione che devono essere intese come fatto collaborativo, anche alla luce di quanto espresso dettagliatamente dal nostro Segretario generale Pietro Serbassi“. E’ quanto scrive in una nota il Segretario Generale FAST Confasal Calabria, Vincenzo Rogolino. “Non entriamo nel merito della conflittualità emersa tra Regioni e Governo nazionale –prosegue– questo è compito che non compete a un sindacato, invece è doveroso per un’associazione il cui scopo primario è la tutela del personale in generale e più segnatamente di quello front-line, esprimere giudizi correttivi. Siamo stati tra i primi a chiedere maggiore severità nell’applicare norme a tutela della salute pubblica e nonostante ciò abbiamo registrato per molto tempo silenzi e chiusure ingiustificate. Per molto tempo le parti sociali sono state tenute fuori da ogni possibile confronto e solo dopo una minaccia, da noi non condivisa, di attuare una protesta sindacale a livello nazionale, c’è stato, da parte di chi avrebbe avuto il dovere di farlo prima, uno spiraglio di confronto. Quando vi è in atto uno stato di guerra non ci si può arroccare su posizioni preconcette, salvo poi gridare alla disfatta o peggio scaricare le responsabilità sugli altri. Il mondo del lavoro, in primis il settore sanitario, ha pagato un tributo di uomini ingiustificato per una democrazia avanzata quale è la nostra, e proprio partendo da questo assunto come Segreteria Generale della Fast Confsal Calabria auspichiamo che la “normalizzazione”, la vogliamo chiamare così, non ci debba cogliere ancora una volta impreparati ad inseguire un mostro che ha dimostrato di essere molto più veloce e decisionista di noi. Una ricaduta sarebbe devastante per tutto il sistema produttivo”.

“Siamo consapevoli – aggiunge– che è necessario ripartire, l’economia e le tante famiglie ci impongono di velocizzare i provvedimenti che devono essere puntuali e scevri da ogni forma di annuncio pubblico, (che appare agli osservatori come un volersi giustificare per le sottovalutazioni commesse) anche se la decisione spetta al Comitato Scientifico Nazionale. Come settore trasporti abbiamo registrato una flessione importante con l’azzeramento di numerosi servizi dovuti al calo dei flussi passeggeri determinato dai vari Decreti Governativi emanati a far fronte al Covid-19. A parte le Società del Gruppo FS che hanno fatto ricorso a vari strumenti normativi integrativi (stiamo parlando di un colosso tra i Gruppi più seri e consolidati del Paese) lo stesso non possiamo dire per le aziende del settore pubblico e privato del TPL e dei Servizi, già alle prese con crisi strutturali ed oggi inginocchiate da un male di cui si conosce ben poco. E’ necessario ripartire, proprio per evitare che al male oscuro se ne aggiunga un altro, quello economico, che ci porterebbe inevitabilmente al collasso. Per ripartire sono necessari provvedimenti immediati e oculati, l’improvvisazione non è più accettabile. Il personale dovrà essere fornito tempestivamente e in via continuativa del relativo equipaggiamento previsto dai DPI ad incominciare dalle agognate mascherine. Il settore dei trasporti, nonostante le difficoltà acclarate per la mancanza di adeguate misure preventive, soprattutto nella prima fase, ha continuato a svolgere il proprio dovere con determinazione e abnegazione, garantendo comunque la mobilità di quanti costretti a spostarsi per ragioni di necessità o per ragioni di lavoro. Non vogliamo che si consideri il nostro settore il primo da attenzionare, ma riteniamo che essendo uno dei settori che movimenta il Paese non può e non deve essere ulteriormente trascurato o, peggio, mandato allo sbaraglio, questo non lo consentiremo perché i tempi sono dalla nostra parte e ogni ritardo sarebbe una prova di negligenza che per noi sarebbe ritenuta imperdonabile”, conclude.

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