Reggio Calabria, la denuncia di Barbuto (Fsi-Usae): “gestione fallimentare dell’Asp dell’emergenza coronavirus”

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Reggio Calabria, la denuncia di Barbuto (Fsi-Usae): “gestione fallimentare dell’Asp dell’emergenza coronavirus. Ancora non sono stati ancora attivati i posti letto già predisposti dal suddetto piano regionale per assenza di strumenti idonei e per inefficienza organizzativa”

“Il piano di emergenza covid-19 approvato dalla Regione Calabria per prevenire, contrastare e affrontare l’emergenza Coronavirus prevede l’attivazione di 400 posti letto di terapia intensiva e sub intensiva per tutte le aree, nord, centro e sud della regione. Nella determinazione dei posti per l’area sud la cui gestione rientra nelle competenze dell’Asp di Reggio Calabria è prevista l’attivazione di 100 posti nelle strutture di Gioia Tauro, Melito Porto Salvo e Locri, in particolare, per quest’ultima struttura la ripartizione dei posti è così suddivisa: 12 posti di osservazione covid, 10 posti di sub intensiva polmonare covid e15 posti di terapia intensiva covid“. E’ quanto scrive in una nota il segretario territoriale della Fsi-Usae, Emanuela Barbuto. “Ad oggi però-aggiunge– per quanto ci risulta, all’Ospedale di Locri nulla è stato realizzato. Non sono stati ancora attivati i posti letto già predisposti dal suddetto piano regionale per assenza di strumenti idonei e per inefficienza organizzativa da parte degli organismi preposti, ma nonostante ciò, pare sia spuntata l’ipotesi di riconvertire tutto il nosocomio in Struttura Covid con annesso trasferimento dei reparti non coinvolti nel piano di organizzazione emergenziale privando quindi l’Ospedale della sua naturale funzione della quale l’intero territorio della locride non potrà essere ulteriormente scippato, previo l’inevitabile ribellione dell’intera popolazione.

“A questo punto – prosegue– la domanda che ci poniamo è la seguente: come pensa l’illustre mente che ha azzardato una tale proposta, di trasformare l’intero Ospedale di Locri in Struttura Covid, senza una adeguata fornitura dei dispositivi individuali di protezione tant’è che fino ad oggi solo grazie alle donazioni di varie associazioni che si riesce a reperire qualche mascherina per il personale, senza ventilatori, senza i caschi c- pap, senza tamponi e tutte le altre forniture essenziali, in assenza delle quali il rischio è quello di non poter utilizzare questi posti letto e soprattutto senza un’adeguata formazione del personale coinvolto per trattare nel giusto modo e con minori rischi possibili i pazienti infetti al fine di evitare ulteriori contagi e di contagiarsi. Non ci risulta che all’Ospedale di Locri siano state individuate le indispensabili procedure che identificano il percorso da seguire nel trasporto dei pazienti positivi al covid-19 evitando l’utilizzo di spazi comuni (ascensori, reparti, servizi) da altri pazienti e personale al fine di evitare il propagarsi del contagio. Addirittura chi è preposto alla tutela della salute dei dipendenti non ha nemmeno ritenuto, nonostante le nostre segnalazioni a mettere in sicurezza personale affetto da patologie croniche o immunodepressi, anzi, si consente a questi operatori di lavorare in trincea ,al pronto soccorso o presso la tenda pre-triage che ancora viene gestita con turni in straordinario da parte del personale infermieristico che ha dato la propria disponibilità, esponendo il suddetto personale ad elevato rischio anziché preservarlo da eventuale contagio. Non si può scavare nella roccia con le mani nude, sarebbe dannoso e rischioso per l’intera comunità! Riteniamo doveroso il nostro documento che reitera agli organismi preposti il necessario intervento senza del quale la situazione potrebbe precipitare con tutti i danni che ne deriverebbero”, conclude.

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