Coronavirus a Reggio Calabria, la Chiesa reggina mette a disposizione il soggiorno diocesano di Cucullaro per le quarantene

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Coronavirus a Reggio Calabria: in tutto saranno 50 posti-letto messi a disposizione dall’arcidiocesi di Reggio – Bova per quanti eventualmente necessiteranno della quarantena di 14 giorni, pur non avendo bisogno di particolari cure sanitarie

La casa di Cucullaro si apre al bisogno del territorio. Non è un fatto nuovo per il Soggiorno “San Paolo” di proprietà dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, recentemente ristrutturato: ogni anno, infatti, d’estate si apre ai bisogni educativi, ma anche di prossimità coi tantissimi campi-estivi e soggiorni sociali realizzati dall’Azione Cattolica e dalla Caritas diocesana. Un luogo familiare per i tantissimi laici impegnati della Chiesa reggina che vedranno di buon occhio l’ultima decisione di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini che tanto si sta spendendo per il territorio diocesano in occasione del rapido diffondersi dell’epidemia da Covid-19. In tutto saranno 50 posti-letto messi a disposizione dall’arcidiocesi di Reggio – Bova per quanti eventualmente necessiteranno della quarantena di 14 giorni, pur non avendo bisogno di particolari cure sanitarie. Accanto alla struttura, massima disponibilità dei volontari che continuano a spendersi in prima linea anche durante quest’emergenza. Come riferito dal direttore della Caritas diocesana, don Nino Pangallo, e dalla responsabile del Centro d’Ascolto “Don Italo Calabrò”, Suor Loriana Torelli religiosa della congregazione delle Francescane alcantarine – “siamo riusciti a salvaguardare due mense, una nella Zona Nord, al Centro d’Ascolto “Don Italo Calabrò” di Archi, e una nella Zona Sud, presso la parrocchia del Divino Soccorso, grazia all’abnegazione di don Giorgio Costantino e dei suoi volontari. Rimane aperto anche l’emporio diocesano “Gennezareth” sito presso i locali della parrocchia di Riparo. Altresì abbiamo attivato un numero verde, 0965. 385551, è disponibile per le chiamate di estrema urgenza in coordinamento con la Croce Rossa e il Comune di Reggio Calabria”. Costante, poi, l’impegno per i più vulnerabili: «Il nostro obiettivo è stato quello di proseguire nei nostri servizi di prossimità, seppure una buona parte dei nostri volontari sono avanti con l’età e, quindi, vanno salvaguardati. Come diocesi abbiamo un Centro di accoglienza, il “San Gaetano Catanoso”, nei locali del Seminario arcivescovile, che ospita 30 amici. In questa fase sono stati invitati a rimanere anche durante tutta la giornata, proprio per farla diventare un’esperienza di famiglia residenziale per custodirsi e custodire. Ci sono altre belle realtà, come le suore di Madre Teresa, Nuova Solidarietà a Catona, Progetto Amico a Villa San Giovanni. Infine, c’è anche una struttura per donne come Casa Reghellin”.

In questi giorni difficili, poi, monsignor Morosini ha scritto ai parroci e ai sacerdoti della Chiesa reggina. L’arcivescovo ha comunicato che la diocesi ha provveduto anche economicamente ad aiutare il Grande Ospedale Metropolitano con una donazione e un’altra somma è stata stanziata per l’acquisto di mascherine da parte di Confindustria, che saranno destinate alle parrocchie e alle realtà operative della Caritas diocesana. A queste si aggiungeranno altri 500 dispositivi di protezione che arriveranno direttamente da Caritas italiana, acquistati coi fondi dell’8xMille. Una donazione economica, inoltre, è stata predisposta anche dalla fondazione La Provvidenza onlus. Solidarietà che può essere alimentata da ciascuno di noi, attraverso le modalità di donazione collegandosi sul sito di Avvenire Calabria.

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