Reggio Calabria: al via la 9ª Edizione del Play Music festival

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Reggio Calabria: Play Music è sempre più un festival urbano, di respiro internazionale e con una proposta musicale trasversale, tra jazz, elettronica, indie-folk, rap

Al via la IX Edizione del Play Music festival che come ogni anno riserva al pubblico interessanti novità. Play Music è sempre più un festival urbano, di respiro internazionale e con una proposta musicale trasversale, tra jazz, elettronica, indie-folk, rap. Una commistione di generi musicali che è espressione delle sottoculture contemporanee. Si riconferma il forte legame con il Peperoncino jazz, con il quale è in atto una joint venture di ampio respiro, ed una offerta di eventi culturali che copre buona parte dell’anno. “Dopo la chiusura del Miramare, storica sede del festival, che ha ridotto ulteriormente la disponibilità di spazi culturali in città, ci siamo reinventati ed abbiamo pensato di avvicinare ancor di più la musica alla gente”. Chiosa il direttore artistico. “E per far questo abbiamo chiesto la collaborazione di locali e spazi privati che hanno aderito sensibilmente all’invito. E così il festival ha assunto una dimensione Itinerante: Suoni Mobili, scelti accuratamente per meglio adattarsi allo spirito di ogni singola location. Una rete a larghe maglie, che propone molteplici percorsi musicali, che soddisfano un pubblico trasversale”. L’avvio del festival il 25 febbraio presso la Galleria d’arte contemporanea Technè, con la performance di Kenta Hayashi musicista giapponese che attraverso l’utilizzo di voce, chitarra, effetti, loop, crea una fusione di suoni tra elettronica e tradizione. Ad essa si abbinerà un allestimento realizzato  dal collettivo Technè che contribuirà a far vivere al pubblico una intensa esperienza sensoriale.  Un marzo che parte caldissimo si aprirà con i Frollein Smilla presso Malto Gradimento. Una super band berlinese di 8 elementi in stile swing cabaret difficile da collocare in un genere definito: chitarre funky, una fisarmonica romantica, batteria pulsante e fiati potenti, voci soul fumose, piano jazz e cori da pirati!!!! Il 10 marzo nella suggestiva atmosfera del rooftop del Medinblu sarà la volta dei Wolf & Moon, duo olandese, formato da Stefany e Dennis, che propone un meraviglioso mix di indie-folk ed elettronica che trae ispirazione da artisti come Bon Iver e XX.    L’11 marzo  il Cine Teatro Odeon aprirà il sipario al grande jazz internazionale: Gerald Cannon bassista di spicco americano, si esibirà con una band tutta italiana, con ospite il talentuoso Fabrizio Bosso. Cannon spicca per le sue lunghe collaborazioni con il trombettista Roy Hargrove dal 1995-2000; con il quartetto del batterista Elvin Jones. E per la collaborazione col trio di Mcoy Tyner dove tutt’ora milita anche come direttore musicale. Il 24 marzo da Zio Fedele bistrot si esibirà Random Recipe, band canadese che fonde Pop, rap, funk ed electro. Eccessivi, divertenti e supergroovosi prendono in ostaggio il palco e lo restituiscono a brandelli. Si sono esibiti al Montreux jazz festival.

Aprile nel segno del folk:  presso il rooftop del Medinblu si esibiranno gli OLD SALT: voci, banjo, violino, contrabbasso e chitarra La band composta da musicisti americani e belga trae ispirazione dalle strade di Nashville mescolando il country al folk europeo. A seguire Malavenda caffè il 14 aprile ospiterà Antun Opic cantautore di origini per metà tedesche e per metà croate, che  mescola world music, blues e indie pop, tra passione gitana e flamenco. La sua chitarra ricorda lo stile gipsy di Django Reinhardt, ed i suoi pezzi evocano i grandi poeti del Rock. Infine è prevista una tappa del Festival a Messina, come ormai avviene da anni, quest’anno realizzata in collaborazione con Horcynus festival  che vedrà l’esibizione dei Fanfara Station, un progetto con looping dal vivo che fonde fiati, elettronica e i canti del Maghreb. Fanfara Station ha vinto il 12° Premio Andrea Parodi (2019), il più importante contest in Italia dedicato alla world music.  La produzione del Play Music Festival è curata dall’Associazione Soledad in collaborazione con il Peperoncino jazz festival. Il festival è realizzato grazie all’impegno totalmente gratuito dello staff dell’Associazione Soledad, fortemente motivato alla realizzazione di attività culturali nella nostra città. E con il contributo: della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle Politiche dell’Area dello Stretto, presieduta dal Dott. Domenico Battaglia; della Fondazione Giuseppe Marino, presieduta dal Dott. Antonio Marino; e di alcune aziende private del Territorio.

BIOGRAFIE ARTISTI

 KENTA HAYASHI

Kenta Hayashi, chitarrista e pedal loop, utilizza voce, chitarra, effetti e percussioni. Il risultato è una fusione di paesaggi sonori stratificati, creati dal vivo attraverso loops. Kenta mentre viaggia per il mondo, registra vari suoni (lingue diverse, suoni della natura, rumori, ecc.), che poi combina nei concerti  con i suoi strumenti e con l’elettronica.Le vibrazioni che crea, risuonano con la frequenza naturale dell’acqua nei nostri corpi, 444Hz.Ha realizzato un tour mondiale con esibizioni in grossi festival (Glastonbury Festival, Boomtown Fair nel Regno Unito, Ozora in Ungheria, Woodford Folk in Australia, FUJI Rock Festival in Giappone).

FROLLEIN SMILLA 

Provenienti dalla scena musicale di Berlino, i Frollein Smilla si distaccano da qualsiasi genere musicale prefissato. Desna Wackerhagen insieme ad Anjia Lotta maturarono la loro prima esperienza sul palco nell’Electronic Swing Orchestra. Immaginarono un suono a base acustica che si mixa a  suoni ballabili, musica folk, ballate e un po’ di funk. Il risultato live è un mix di delicati accordi di pianoforte che incontrano chitarre dai suoni funk, canti pirateschi e romantiche fisarmoniche, con un effetto sorprendente sul pubblico.

WOLF & MOON

I Wolf & Moon sono un duo di nomadi cantastorie. Il duo, formato da Stefany e Dennis, nasce in Olanda e da li a poco si imbarcano in un viaggio attraverso gli Stati Uniti presentando la loro musica in luoghi storici come la Rockwood Music Hall e The Bitter End a New York. La loro musica è un meraviglioso mix di indie-folk ed elettronica. Il loro album di debutto “Before It Gets Dark” arriva agli inizi del 2019, quando incontrarono a Zurigo John Andersson, cantautore multiplatino e nominato ai Grammy, che da li a poco prese in mano la produzione del disco.  La band è stata in tour in Australia, UK, Irlanda e Germania. Si prevede un grande anno per la band, per la  partecipazione al SXSW FESTIVAL ad Austin.

GERALD CANNON TRIO guest FABRIZIO BOSSO

Gerald Cannon è un bassista di spicco americano noto per il solido groove. Ha lavorato con artisti come Art Blakey, Dexter Gordon, Cedar Walton e con il trombettista Roy Hargrove dal 1995-2000 con il quale ha suonato nei più importanti festival jazz del mondo, tra cui il North Sea Jazz Festival, il Cape Town fest, il Montreux jazz, Umbria Jazz. Dal 2001, entra nel quartetto del batterista Elvin Jones. Ed alla sua scomparsa comincia la collaborazione col trio di McCoy Tyner dove tutt’ora milita

Fabrizio Bosso, uno dei trombettisti jazz più importanti in Europa, ha collezionato vari premi: il referendum italiano Top Jazz come miglior talento, il premio Luca Flores e nel 2002 il Django d’or, prestigiosissimo riconoscimento della critica jazz francese. Ha all’attivo importanti collaborazioni: Steve Lacy, George Russell, Irio De Paula nel jazz;  Mario Biondi e Sergio Cammariere nel pop d’autore.

RANDOM RECIPE

Dal Canada una band energica che fonde Pop, rap, funk ed electro in un singolare melting pot.                                                                             Random Recipe sono una live band sorprendente composta da Frannie Holder, Fab e Liu-Kong-Ha.   Hanno realizzato diversi tour in Canada, in Francia, Belgio, Islanda, Stati Uniti e America Latina. Oltre ad aver partecipato al Montreal International Jazz Festival e il Festival d’été de Québec, i Random Recipe hanno vinto diversi premi (2011 Miroir the Best Canadian Artist prize, Rideau’s 2011 Étoiles Galaxie prize). Ciò che li distingue è la straripante energia sul palco e la capacità di trascinare il pubblico

OLD SALT 

Old Salt è una band americana con base in Belgio che esegue musica originale e tradizionale dal 2015. La loro ispirazione ha origine dalle strade di New Orleans e Nashville fino ai monti Appalachi oltre che dal folk Europeo delle tradizioni musicali irlandesi, scozzesi e inglesi. Old Salt combina con successo le vibranti energie del palcoscenico e della strada per creare un suono folk con grinta, dinamica e virtuosismo. Dal 2015 hanno tenuto spettacoli in Belgio (Dranouter Festival, Gentse Feesten), Svezia (Urkult Festival, Umefolk) e negli Stati Uniti (Guthrie Centro), per citarne alcuni. Old Salt ha ricevuto il premio “European World of Bluegrass” (2017) e nel 2018 la band ha debuttato nel Regno Unito, Irlanda, Austria e Germania.  

ANTUN OPIC

Antun Opic è un musicista di origini croate – ma cresciuto in Germania – che dopo l’esperienza con il collettivo punk-cabaret Storm & Wasser, approda al debutto solista. Opic ha iniziato a suonare le sue canzoni nei locali di Monaco di Baviera, esibendosi da sempre in trio con Tobias Kavelar e Horst Fritscher. La versatilità resta una parte importante della filosofia sonora di Antun Opic: una musica che mescola world music, blues e indie pop, tra banjo, passione gitana e flamenco. A volte la chitarra ricorda lo stile gipsy di Django Reinhardt, a volte i suoi pezzi riescono ad affascinare l’ascoltatore nello stile di Tom Waits, passando per Paul Simon e Bon Iver.

FANFARA STATION

Fanfara Station è un progetto in trio che fonde fiati, l’elettronica e i ritmi e i canti del Maghreb. Fanfara Station ha vinto il 12° Premio Andrea Parodi (2019), il più importante contest in Italia dedicato alla world music. Ispirato dal ricordo della banda del padre di Marzouk, Fanfara Station celebra l’epopea dei popoli Migranti del Mediterraneo, delle culture musicali della diaspora africana e dei flussi che da sempre uniscono il medio oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe. Un dance party creato dal vivo da soli tre musicisti e due loop station usate per sovraincidere le tracce e manipolare i suoni acustici ed elettronici. Gli strumenti sul palco sono tantissimi: le percussioni scascika, tar, bendir, darbuka e tabla che si intrecciano con la tromba, il trombone, il clarinetto e i tre fiati tunisini: nay, mizued e zocra.

 

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