Reggio Calabria: al Piria incontro con il testimone di giustizia Tiberio Bentivoglio

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Tiberio Bentivoglio ha incontrato questa mattina all’Ite Piria di Reggio Calabria ha letteralmente catturato l’attenzione degli studenti presenti nell’Aula Magna, dando loro una grande lezione di vita

“Era il 18 luglio 1992. Era sabato. Lo doveva essere per forza perché il giorno dopo venne ucciso Paolo Borsellino ed era di domenica. Alle 10.30 decisi di andare davanti ad un maresciallo dei carabinieri e dichiarare le tante vessazioni subite. Ho conosciuto la ‘ndrangheta in carne ed ossa”. È il racconto di Tiberio Bentivoglio, testimone di giustizia che questa mattina all’Ite Piria di Reggio Calabria ha letteralmente catturato l’attenzione degli studenti presenti nell’Aula Magna, dando loro una grande lezione di vita. “La mafia è venuta a chiedermi il pizzo per una grossa attività che stavo aprendo. Non è stato facile dire di no. – ha aggiunto – Io e mia moglie abbiamo passato notti in bianco. ‘Il frutto dei nostri sacrifici non si dá a loro’, mi disse Enza. Siamo stati puniti soprattutto per aver dimostrato agli altri commercianti cosa vuol dire poter dire di no. Abbiamo subito telefonate minacciose, pacchi regalo, incendi, furti. Nonostante tutto sono convinto che anche se Reggio è considerata la capitale della mafia, è qui che morirà la ‘ndrangheta se tutti noi lo vogliamo. – ha concluso il testimone – L’arma più micidiale delle mafie non è il bazooka, ma il nostro silenzio. Quando rimaniamo indifferenti vince la mafia. Per me voi ragazzi non rappresentate solo il futuro, ma un bellissimo presente. Sentite la puzza della ‘ndrangheta dentro le vostre radici, perché la ‘ndrangheta puzza davvero. Ribellatevi”.

A moderare l’incontro incentrato sulla criminalità organizzata, il quarto nell’istituto reggino del progetto “A-‘ndrangheta”, è stato il questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone, accompagnato al tavolo dei relatori dalla dirigente Anna Rita Galletta, dal sindaco della città Giuseppe Falcomatà, e dal giornalista Consolato Minniti. “Quella di oggi è una giornata importante. Siamo insieme e siamo qui per voi. Ma per me è una giornata triste. – ha detto il questore – Abbiamo arrestato alcuni pericolosi ndranghetisti assassini. Dovrebbe essere un successo investigativo, eppure il sentimento che prevale è di tristezza. Due anni fa hanno ucciso Bruno Ielo, – ha chiarito Vallone – un imprenditore che aveva aperto un’attività da tabaccaio che faceva concorrenza alla ‘ndrangheta. Questa è l’incredibile ragione per cui si può morire. Non possiamo permettere che ciò possa accadere. E per evitarlo dobbiamo fare ognuno la nostra parte e isolare così gli ndranghetisti.”

“La lotta alla criminalità organizzata non é semplice. A fornire gli strumenti dev’essere lo Stato, ma parte dalla scuola, attraverso la cultura e la conoscenza”, ha invece asserito la dirigente prima di passare la parola al primo cittadino che ha relazionato sulle difficoltà nell’amministrare una città mafiosa. “Una città senza ‘ndrangheta non può esserlo soltanto grazie all’azione militare. È anche e soprattutto un fatto di cultura. – ha detto Falcomatà – Reggio è il primo comune capoluogo sciolto per infiltrazioni mafiose, con un grave dissesto finanziario. La prima cosa da fare era quindi provare a sederci insieme a tutte le istituzioni dallo stesso lato del tavolo, ed è così che nel 2016 si è costituito un protocollo nazionale antimafia. Un segnale indiscutibile sul fatto che qualcosa sta cambiando e ci si orienta verso una costruzione del tessuto sociale a discapito di quello ndranghetista”.

E parlando di calcio ha esordito il giornalista Consolato Minniti. “Quando avevo 15 anni giocavo a pallone. Tre giorni a settimana mi allenavo insieme ad un compagno con cui siamo anche diventati amici. Smisi a 16 anni e non lo incontrai più. Nel 2007 seguivo un processo in corte d’appello per associazione mafiosa. E in una delle gabbie presenti in aula riconobbi il mio compagno di squadra. Ci ritrovavamo dopo 15 anni, io da una parte e lui dall’altra. È una questione di scelta, ma anche di opportunità. Aveva avuto la sfortuna di non avere dei buoni esempi da seguire. Gli anni che voi state vivendo sono fondamentali. – ha detto agli alunni – Se non vi informate e vi preparate in maniera seria oggi, domani non potrete essere cittadini liberi dotati di una capacità critica. Sappiate dire di no”.

Eva Saltalamacchia

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