‘Ndrangheta: operazione della Direzione Distrettuale Antimafia e della Polizia di Stato di Reggio Calabria. Eseguiti arresti e perquisizioni
È in corso dalle prime ore di questa mattina un’articolata operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il locale Tribunale nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio premeditato, tentata estorsione, rapina e tentato omicidio aggravati (ad eccezione del tentato omicidio) dalla circostanza del metodo mafioso e dall’avere agevolato la ‘ndrangheta unitaria, nella sua articolazione territoriale denominata cosca Tegano, operante nel quartiere Archi di Reggio Calabria. Eseguite diverse perquisizioni domiciliari.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11:30 presso la Sala Convegni della Questura di Reggio Calabria alla presenza del Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri.
Operazione “Giù la testa”: fatta luce sull’omicidio del tabaccaio ucciso sulla strada nazionale per Catona il 25 maggio 2017
Un faticoso lavoro di acquisizione, estrapolazione, studio e analisi delle immagini di numerosi di impianti di videosorveglianza, per tantissime ore di registrazione, ha consentito agli investigatori della sezione omicidi della Squadra Mobile di Reggio Calabria di ricostruire le fasi dinamiche dell’azione delittuosa e individuare i componenti del commando in Francesco Polimeni e Cosimo Scaramozzino che seguivano Ielo con una Fiat Panda di colore rosso in stretto raccordo operativo con il killer Francesco Mario Dattilo che agiva a bordo di uno scooter, alternandosi ripetutamente nelle attività di pedinamento e di osservazione lungo la strada che la vittima stava percorrendo per ritornare a casa al termine della giornata di lavoro.
Reggio Calabria: operazione “Giù la testa”, fatta luce anche sulla rapina e sul tentato omicidio dell’8 novembre 2016
L’analisi unitaria degli eventi delittuosi posti in essere in danno del tabaccaio ha consentito agli investigatori della Sezione Omicidi e della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso di fare luce anche sulla rapina dell’8 novembre del 2016, nel corso della quale Bruno Ielo era stato gravemente ferito al volto con un colpo di pistola esploso da uno dei due malviventi che avevano fatto irruzione all’interno della sua tabaccheria di Gallico. La rapina organizzata con finalità intimidatorie da Francesco Polimeni e posta in essere da Francesco Mario Dattilo e Giuseppe Antonio Ciaramita (che, con condotta autonoma, aveva sparato in faccia alla vittima per avergli opposto resistenza), era finalizzata a costringere lo Ielo a chiudere l’attività commerciale per consentire al Polimeni – gestore anch’egli di una vicina tabaccheria – di accaparrarsi i guadagni derivanti dall’acquisizione della clientela della vittima. Gli investigatori hanno studiato le abitudini degli indagati, monitorato le loro condotte, analizzato le peculiari fattezze fisiche e il modus operandi particolarmente irruento e sono riusciti ad individuare elementi in comune alla rapina e all’omicidio, uno dei quali rilevato con avanzate tecnologie di polizia scientifica che consentivano di dimostrare come l’arma abbandonata dal Dattilo sulla scena del crimine la sera dell’omicidio, fosse dello stesso modello di quella impugnata sempre da lui durante la rapina dell’8 novembre 2016, ovvero una Beretta mod. 70 cal.7.65, tanto da far ritenere che per commettere l’omicidio di Bruno Ielo, il Dattilo abbia utilizzato, con elevata probabilità, la stessa pistola.