Emergenza rifiuti a Reggio Calabria: “lo scenario è ad un livello tale di degrado che è quasi impossibile cercare scusanti”

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Emergenza Rifiuti a Reggio Calabria: “l’assenza di programmazione e controllo del Settore Ambiente è tale che ormai navighiamo a pieno regime nello stato continuo di “emergenza”

“Si è svolta a Piazza Italia una manifestazione di protesta per denunciare il fallimento del “porta a porta”. Centinaia di cittadini esasperati sono accorsi ad urlare la propria rabbia rispetto ad una situazione a dir poco “apocalittica” che riguarda ormai tutta la città ed, in particolare, le aree periferiche divenute delle  vere e proprie discariche . Lo afferma in una nota Reggio Bene Comune.

“Ad oggi, salendo verso Gambarie, ( in una stagione turisticamente importante ) Pietrastorta, Terreti, Santa Domenica, Straorino ed Ortì stesso sono sommersi da tonnellate di rifiuti ed il mancato ritiro ormai ( in alcuni casi) supera i due mesi. Lo scenario è ad un livello tale di degrado che è quasi impossibile cercare scusanti. L’assenza di programmazione e controllo del Settore Ambiente è tale che ormai navighiamo a pieno regime nello stato continuo di “emergenza”.

“Ad una palese incapacità amministrativa di gestire il problema  si aggiunge un livello di barbarie  mai registrato a questi livelli; sono migliaia ( senza esagerazione) i cittadini che ignobilmente degradano la città scaricando rifiuti in ogni dove. L’evocazione dell’esercito, da parte di molti, è il sintomo della gravità del fenomeno che è articolato e radicato e non trova alcuna giustificazione. Nondimeno  riteniamo che ai problemi si debba rispondere con scelte radicali che diano segni di immediato cambiamento; pena la perdita di fiducia da parte di quella città che non vuole soccombere e resiste. Non possiamo condividere il fatto di aggiungere degrado al degrado con striscioni come ” Reggio Merdopolitana” perchè la città siamo noi e non possiamo esimerci dall’assumercene le responsabilità. Reggio Bene Comune ritiene necessario un intervento di carattere strutturale nella riorganizzazione di tutto il servizio ( ad oggi ancora in deroga ad Avr)”.

“Il  “pre-dissesto”, che obbliga il Comune ad elevare al massimo Tari, Servizio Idrico Integrato ecc. si traduce in un prezzo salatissimo ed insostenibile per la città. Questa è la più grande ed eclatante delle ingiustizie subite dai cittadini: pagare i debiti ed il disastro amministrativo-finanziario prodotto da altri. I responsabili del “sacco di Reggio” dovrebbero rispondere della loro mala-gestione ( come previsto, in caso di dissesto, dalla Corte dei Conti) ma, nei fatti, è la città ad essere indegnamente penalizzata e la mancata dichiarazione del “dissesto” protrae questa agonia. L’inchiesta “mala-gestio”, per l’appunto, ha fatto emergere le forti contaminazioni ndranghetiste tra gestione pubblica ed interessi privati criminali; prassi posta in essere ad arte e con scienza durante la fase del “Modello Reggio”.

“Per quali motivi dobbiamo pagare lo scempio criminale di altri? Senza giustizia rispetto a questo “debito ingiusto” è inutile chiedere collaborazione alcuna ai cittadini. Niente controlli sulla regolarità del servizio, “quasi niente” controlli sui “lordazzi” che ogni giorno lasciano tonnellate di rifiuti per strada,  niente controlli sui “controllori”  ( Vigili Urbani assolutamente non all’altezza del contrasto del fenomeno). Servizi quasi inesistenti, omissioni sistematiche,  tasse altissime e risultati penosi. La Regione ha le discariche sature; le competenze sono passate alla città metropolitana; gli impianti mancano seppur “messi a bando” già 5 anni fa dalla Regione stessa”.

“Insomma un quadro che farebbe rabbrividire chiunque ma Falcomatà, al solito flemmatico, rassicura e ” chiede tempo” ( come quando  appena eletto). Il tempo è scaduto; servono soluzioni e non promesse.Reggio Bene Comune ritiene necessaria una trasformazione dell’attuale sistema con una formula “incentivante” immediata e concreta che garantisca convenienza economica all’utente. I materiali differenziati, ad oggi, sono di proprietà di Avr; una scelta contrattuale suicida per le casse comunali. Infatti vetro, plastica, metalli, carta ecc.. hanno un valore economico preciso e risulta incomprensibile il motivo per cui il Comune non abbia praticato la scelta dello stoccaggio sul posto e della vendita alle note piattaforme nazionali recuperando quelle somme necessarie ad abbassare progressivamente la Tari. Non si può chiedere al cittadino di differenziare, pagare un tributo altissimo e non avere un servizio efficiente senza coinvolgerlo in modo virtuoso in questa economia circolare”.

“La scelta è di carattere fortemente politico: stop ad  interessi privati, gestione diretta del servizio, incentivazione economica per chi differenzia e rivoluzione logistica del servizio creando isole ecologiche  presidiate in tutti i quartieri. Abbiamo una proposta chiara e strutturata di cui daremo dettagli in appositi appuntamenti ma ora l’urgenza è quella di un immediato confronto politico prima che la gestione passi a Castore. Giustizia tributaria, incentivazione, gestione pubblica. O così…o non se ne esce neppure con il mago Otelma”.

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