Buon Compleanno Reggina, 106 anni di passione! Oggi il popolo amaranto celebra un genetliaco speciale

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La Reggina compie 106 anni. Un compleanno meraviglioso quello amaranto, che non poteva arrivare in un momento migliore. La rinascita in 12 mesi

Buon compleanno Reggina. 106 anni e non dimostrarli. Entusiasmo alle stelle in città. Finalmente si respira un’aria nuova. L’anno 2019 si era aperto con il passaggio di quote da Mimmo Praticò a Luca Gallo. Un momento che oggi, 2020, possiamo definire storico. Perchè dopo la “maledizione del Centenario” e tanti anni bui da quel 2014, è la prima volta che il popolo amaranto può auto-celebrarsi in un momento di grande entusiasmo.

Un nuovo progetto, ambizioso e partito sin da subito alla grande. “E’ cambiato tutto” dice il comico Andrea Pucci nel suo più famoso tormentone. E a Reggio è davvero cambiato tutto. Un nuovo proprietario, niente più debiti, la voglia di rilanciare il calcio in una città troppo martoriata. Via la paura e l’ansia, dentro le idee, la voglia, l’euforia. E’ bastato un attimo per riaccendere le speranze dei tifosi. Un Luca Gallo qualunque, arrivato da sconosciuto e subito issato a idolo. Un nuovo inizio.

Stadio Granillo

Prime mosse subito vincenti. Il restyling dello Stadio “Oreste Granillo”. I seggiolini amaranto, il tabellone. E poi il ritorno al Sant’Agata, centro sportivo invidiato dalle migliori società italiane. Il ritorno del vecchio marchio, l’acquisto del pullman per la squadra. E ancora, lo store nato in pieno centro, a due passi dal Duomo. Poi i gesti da tifoso che hanno fatto entrare Gallo ancor di più nei cuori dei tifosi reggini. Una persona verace, lasciatasi coinvolgere subito dalla città e dall’entusiasmo. Il gesto nel derby con il Catanzaro, quella maglietta, è quello che avremmo fatto tutti noi tifosi dopo una gara vinta nel finale. Un gesto genuino, goliardico, che scatenò il putiferio. Eppure in quella semplice scritta “Lavati i pedi e va curcati” c’è racchiuso molto del rapporto instauratosi tra la società e i tifosi.

gallo esultanzaE poi le operazioni di mercato. Quelle per rinforzare la rosa e partecipare ai playoff di Serie C. Poi i soldi investiti in estate per allestire una rosa che definire altamente competitiva è riduttivo. Una squadra praticamente imbattibile fino a questo momento. I meriti vanno anche, e sopratutto, al ds Massimo Taibi che ha saputo scegliere i migliori calciatori e al tecnico Mimmo Toscano, capace in poche settimane di tirare fuori il meglio da ognuno di loro e creare un gruppo da far paura alle altre. Uno stadio tornato a riempirsi, a gioire (e parecchio). In campo la squadra macina record su record. Sa solo vincere, al massimo pareggiare. Come dice l’inno della Reggina: “I tempi belli sono tornati”. Ora si sogna. La Serie B e, perché no, anche oltre, come ha detto Gallo nel discorso di fine anno. Ah, a proposito di fine anno. Vuoi non amare un presidente che irrompe in conferenza stampa per parlare dei petrali”?

Ma torniamo alla Reggina, anzi al 106° compleanno del club amaranto. Tanti, troppi, i momenti da ricordare. Dalla prima promozione in Serie B, alla prima volta in A. Le stagioni nella massima serie, il sogno di una nuova risalita con Atzori. Tanti anche quelli da dimenticare. Quelli in C, o peggio ancora tra i dilettanti. Ma in questa giornata di festa vogliamo portarci dietro solo ricordi positivi. Non vogliamo nemmeno parlare dei giocatori che hanno fatto la storia della Reggina. Sarebbe superfluo e rischieremmo di dimenticarne qualcuno. Vogliamo, però, sottolineare come da più parti si senta di una volontà di voler chiudere la carriera a Reggio, o di ex che non hanno dimenticato la Reggina. E come dargli torto? Come si fa a dimenticare questa squadra, questa città? 106 anni e non sentirli. 106 anni gloriosi, con alcuni momenti bui, ma tanti, tantissimi felici, di passione. La passione di un popolo che lotta e soffre con la squadra. Squadra che scenderà in campo alle 15 contro la Cavese. Per scrivere un’altra meravigliosa pagina di questa stagione e di questa storia. E l’anno prossimo saremo ancora qui a raccontarla. Magari in Serie B…

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