Sanità, la Consulta boccia il ricorso della Regione: “il Decreto Calabria non è discriminatorio”

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La Consulta boccia il ricorso della Regione: “il Decreto Calabria non è discriminatorio”. Giulia Grillo: “Ora il ministro Speranza ha il dovere di far funzionare l’unico strumento in grado di risollevare la sanità calabrese”

“L’intervento nel suo complesso è riconducibile alla competenza esclusiva dello Stato non soltanto perché attinente all’esercizio del potere sostitutivo statale ex art. 120 Cost., che può estrinsecarsi anche attraverso l’adozione di atti normativi, ma soprattutto perché rientrante nella sua competenza esclusiva in tema di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. E, nella misura in cui risponde alla funzione di orientare la spesa sanitaria verso una maggiore efficienza, l’intervento stesso rientra nell’ambito dei principi fondamentali della materia concorrente coordinamento della finanza pubblica”. E’ quanto scrivono i giudici della Corte costituzionale che dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale del Dl Calabria promossa dalla Regione. “Le concorrenti competenze regionali (anche in materia di tutela della salute e governo del territorio), con le quali l’impugnata normativa statale interferisce, non risultano violate ma solo temporaneamente ed eccezionalmente contratte, in ragione della pregressa inerzia regionale o, comunque, del non adeguato esercizio delle competenze stesse”, scrivono i giudici.

Sanità, Grillo: “ora il ministro Speranza faccia funzionare il decreto Calabria”

“La Corte Costituzionale mi dà di nuovo ragione e boccia per la seconda volta un ricorso della Regione. Ora il ministro Speranza ha il dovere di far funzionare l’unico strumento in grado di risollevare la sanità calabrese”. E’ quanto scrive sui social l’ex ministro della Salute, Giulia Grillo.

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