Reggio Calabria: domani iniziativa dal titolo “Prospettive infermieristiche in Anestesia e Rianimazione”

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Reggio Calabria: avrà luogo domani, mercoledì 27 novembre, presso l’Aula Monfortani un approfondimento promosso dall’Opi (Ordine Professioni infermieristiche) sul tema: “Prospettive infermieristiche in Anestesia e Rianimazione”

Avrà luogo a partire dalle 8,30 di domani, mercoledì 27 novembre, presso l’Aula Monfortani di Reggio Calabria un approfondimento promosso dall’Opi (Ordine Professioni infermieristiche) di Reggio Calabria sul tema: Prospettive infermieristiche in Anestesia e Rianimazione. Subito dopo la presentazione del corso, prenderà il via la prima delle tre sessioni di lavoro: Elisabetta Porcino si soffermerà sulla preparazione e l’assistenza all’intubazione oro-tracheale, Domenico Cara sulla preparazione e l’assistenza all’anestesia loco-regionale, Gioia Polito sulle dimensioni del dolore post-operatorio. Dopo il coffee break, nella seconda sessione Mariangela Todaro sviscererà il tema “L’igiene delle mani: una prevenzione fondamentale”, Elena Salerno “Il ruolo dell’infermiere nella prevenzione delle V.A.P.”, mentre “Tracheotomia: conoscenze, tecniche e gestione” sarà il motivo di fondo della relazione di Virginia Crea. Sebastiano Martino si occuperà della broncoaspirazione nel paziente in respiro spontaneo, intubato e tracheotomizzato; “La nutrizione artificiale enterale: quali presidi e la gestione” sarà al centro della relazione di Vincenzo Amalfi (responsabile scientifico dell’intero approfondimento insieme a Elisabetta Porcino). La terza e ultima sessione di lavori – pomeridiana – consisterà in una prova pratica a gruppi sui presìdi da utilizzarsi nelle singole tecniche e, a conclusione della giornata d’approfondimento, nel test finale.

“Per “Terapia intensiva” s’intenderà il luogo in cui vengono collocate persone a elevata criticità vitale, che necessitino di cure intensive in relazione al proprio stato di salute; questo setting di cure ha la peculiarità di prevedere il supporto intensivo globale del paziente, al fine di consentirgli il ripristino delle funzioni fisiologiche spontanee”, è quanto afferma il presidente dott. Pasquale Zito. “La Terapia intensiva -prosegue- va dunque considerata l’insieme delle strutture ad alta intensità assistenziale, così come il complesso delle situazioni caratterizzate dalla criticità/instabilità vitale del malato e delle complessità dell’approccio e dell’intervento assistenziale medico-infermieristico. Dalla Terapia intensiva non si viene poi dimessi, bensì trasferiti ad altro livello di cura. L’infermiere in Terapia intensiva è l’unico soggetto in grado di garantire un’assistenza completa e globale al degente in situazione di potenziale o concreta criticità vitale, anche mediante strumenti e presìdi informatizzati o comunque tecnologicamente avanzati. Tutti frangenti e modalità di cura che implicano alti livelli di conoscenza, esperienza e specializzazione. Sarà proprio l’infermiere in Terapia intensiva il professionista volto a impegnarsi per il mantenimento di un elevato livello di competenza, il contenimento dei fattori di rischio, la qualità delle prestazioni e dei servizi sanitari erogati, a fronte di pazienti critici che esigono un’accresciuta vigilanza e cure ad alto livello di complessità. In questa direzione non è dunque richiesta una figura professionale specializzata in una particolare, specifica branca bensì un infermiere munito di competenze che, coniugate all’esperienza professionale, gli permettono d’assistere nel miglior modo possibile il paziente in qualsiasi situazione a elevata criticità, valutandone tempestivamente il più piccolo cambiamento delle effettive condizioni di salute per correre rapidamente ai rimedi del caso”, conclude.

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