Reggio Calabria, Battaglia: “molti ospedali a rischio paralisi”

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Reggio Calabria, Battaglia: “la situazione critica in cui versa la sanità calabrese potrebbe diventare, molto presto, un’emergenza da codice rosso per molti ospedali a rischio paralisi”

“La situazione critica in cui versa la sanità calabrese potrebbe diventare , molto presto , un’emergenza da codice rosso per molti ospedali a rischio paralisi“, così il Capogruppo del Partito Democratico del Consiglio Regionale della Calabria, Domenico Battaglia, scrive in una nota inviata mercoledì 20 novembre u.s., indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al Ministro della Salute, Roberto Speranza, e ai Ministri: Luigi Di Maio, Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Teresa Bellanova, ai Presidenti del Gruppo Pd di Camera e Senato, Graziano Del Rio e Andrea Marcucci, ai Presidenti del Gruppo M5S di Camera e Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, ai Presidenti del Gruppo Italia Viva di Camera e Senato, Maria Elena Boschi e Davide Faraone, ai Presidenti del Gruppo LEU di Camera e Senato, Federico Fornaro e Loredana De Petris e ai Parlamentari calabresi, Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi. “La carenza del personale medico e paramedico (Infermieri e OSS) – scrive Battaglia – potrebbe portare alla chiusura di molti nosocomi della Regione e gravare ancora di più sul diritto alla salute che spetta ad ogni singolo cittadino. Secondo i dati del Siope (Sistema Informativo sulle operazioni degli enti pubblici), nel 2018 la spesa primaria totale degli enti territoriali calabresi è aumentata del 3,7 per cento rispetto all’anno precedente. La sanità, di competenza della Regione, rappresenta la principale destinazione della spesa primaria corrente. I dati ancora provvisori forniti dal Ministero della Salute per l’acquisto di beni e servizi mentre il costo per il personale è rimasto invariato, nonostante i rinnovi contrattuali entrati in vigore nel 2018. A fronte della stabilità dei costi operativi, il risultato di bilancio è peggiorato e per tale difficile situazione il primo Governo Conte è intervenuto ad aprile 2019 con il cosiddetto “Decreto Calabria” che prevede alcune misure emergenziali valide per 18 mesi. Una legge che però, ad oggi, non è servita a risolvere le emergenze sanitarie calabresi ma ne ha peggiorato le finalità gettando al collasso il comparto sanitario calabrese e che pertanto andrebbe profondamente rivisto dal Governo e dal Parlamento. Negli ospedali mancano medici, infermieri e operatori socio sanitari, non si riescono a garantire i LEA (Livelli essenziali di assistenza) imposti dallo Stato e i cittadini calabresi continuano ad essere privati, nei fatti, del diritto di usufruire delle cure per la salute. Un diritto – continua ancora – Battaglia, che non può e non deve essere violato, come afferma l’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetti della persona umana. Per le ragioni sopra evidenziate a cui si aggiungono altri due aspetti fondamentali quali: possibili turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica, i pensionamenti nel comparto sanitario dovuti alla cosiddetta “quota 100” e quelli rappresentati dal personale ex legge 285 che andrà tutto in quiescenza entro il prossimo dicembre, nella prossima Manovra Finanziaria per l’anno 2020 il Parlamento – conclude il Capogruppo Pd Domenico Battaglia – dovrebbe approvare una norma che consenta alle Regioni, comprese quelle commissariate, di autorizzare le aziende sanitarie e ospedaliere, in deroga alle normative vigenti, di assumere in via straordinaria e urgente, personale medico e paramedico coprendo il 100% del fabbisogno delle relative piante organiche ed il 60% del personale tecnico e amministrativo anch’esso colpito profondamente dai pensionamenti già avvenuti o in corso fino al 31 dicembre 2019″.

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