Reggio Calabria, la protesta dei tirocinanti della giustizia: “il menefreghismo delle istituzioni ha raggiunto il massimo della sua efficacia”

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Reggio Calabria, la protesta dei tirocinanti della giustizia: “le parole dei vari politici sono rimaste incoltivate, prive di radici e di fondamenta, lasciandoci immobili”

“Ci risiamo, ci risiamo ancora una volta. A volte mi chiedo che colpa grande mai abbiamo noi che grava sulle nostre spalle per non avere mai nessuna gioia! Lotte, manifestazioni, striscioni, bandiere, pullman, grida, pioggia, sudore, sacrifici e ancora km e km di strada per urlare “fateci lavorare”! Noi che di un tirocinio apparentemente normale abbiamo vissuto una storia “infinita”. Abbiamo visto scorrere gli anni, passare governi, destre, sinistre e fiumi di politici che dicevano sempre la stessa cosa “Stiamo lavorando per voi”! Ma le parole sono rimaste incoltivate, prive di radici e di fondamenta, lasciandoci immobili in un deserto sterminato a marcire nel tempo. Forse siamo visti come pochi di buono, somari non più utili, inetti”, è quanto scrive in una nota Nino Calabrese, Responsabile Tirocinante Giustizia Precari di Reggio Calabria. “Il menefreghismo delle istituzioni -prosegue- ha raggiunto con noi il massimo della sua efficacia. Ecco, questo era un dovuto e piccolo intro per far capire in realtà lo sdegno e la sfiducia accordataci  a noi Tirocinanti della Giustizia ancora una volta a livello lavorativo dopo l’uscita lo scorso 8 ottobre del bando che si aspettava da una vita e che doveva essere in realtà la nostra chiave di ingresso al mondo del lavoro. Un bando “rubinetto” che per come è studiato allo stato attuale permette l’accesso a migliaia di persone. Persone normali, probabilmente disagiati o meritevoli, (ci mancherebbe), persone di tutto rispetto ma che non hanno mai avuto a che fare con le mura dei palazzi della Giustizia dove invece noi abbiamo praticamente “vissuto” negli ultimi 10 anni della nostra vita. Un bando che non ha alcuna blindatura o corsia preferenziale per i Tirocinanti della Giustizia se non un misero 15% sul punteggio raggiunto da selezione dei centri per l’impiego e facendo la media calcolando i punteggi del primo e dell’ultimo candidato in graduatoria, ma invece una nutrita riserva del 30% per militari…. ditemi voi il perché? Una percentuale così alta non si è mai sentita in nessun concorso. Solo nella nostra misera selezione sapevano di poter mettere di tutto. Nella metrica dei centri per l’impiego regionali laddove esiste un interpello da parte di un Ministero (non capita quasi mai) ci sono uomini e donne fermi e catalogati da anni e che probabilmente per l’isee basso, figli a carico, anzianità di disoccupazione rappresenteranno veri e propri scogli da superare per i Tirocinanti molto meno appetibili dal punto di vista di questi criteri. Eppure l’esperienza richiesta nella qualifica di un operatore è proprio quella per la quale ci hanno formati in questo decennio e con parecchie spese. Ma non finisce qui lo scempio.

Ascoltate; I tirocinanti ex art. 37 sono presenti in tutta Italia e cioè in tutte le Regioni e quindi nelle 26 Corti d’Appello eppure si è avuto il “barbaro coraggio” di inserire nel bando solo alcune Regioni tralasciandone altre! Avete capito bene! Molte Regioni nelle quali i Tirocinanti sono stati sempre presenti sono state escluse “senza un valido motivo” dal bando. Quindi chi appartiene a quella Regione sfortunata o chi ha lavorato in una Regione fuori dalla propria, e aggiungo a proprie spese, viste le diverse ragioni che l’abbiano spinto “NON” potrà partecipare al bando! Centinaia di famiglie ancora una volta lasciate al lastrico. Ma come si fa una cosa del genere? Quale deviato cervello si comporta in questo modo permettendo ad alcuni di poter partecipare e ad altri no pur avendo le stesse potenzialità da spendere nel concorso? Ecco, questo è quanto fatto dal Ministero di Grazie e Giustizia! Alcune Regioni hanno già avanzato comunicati su media nazionali e sollecitato il Governo per avere garanzie che i loro Tirocinanti vengano inseriti nel bando altre ancora sono dormienti e incassano il colpo rimanendo silenti in maniera molto strana e che mette il ragionevole dubbio che sia tutto un complotto politico poiché è impensabile che non ci sia spazio per la qualifica di operatore in Tribunali e Corti d’Appello piene zeppe di cause che vanno alla lunga proprio per mancanza di personale che ammonta a oltre 10000 unità ed è in continua crescita e personalmente questo complotto mi risulta difficile decifrarlo. Il mondo dei sindacati (tra questi la FPCGIL che ne ha seguito dall’inizio le nostre sorti), inutile dirlo, è sulla strada delle azioni forti affinché si ponga fine a questo bagno di sangue che lascia ancora una volta l’amaro in bocca e continua a partorire palesemente figli e figliastri senza garantire pari opportunità di lavoro! Crediamo fortemente nella Giustizia, questo è quello che abbiamo imparato come prima cosa in tutti questi anni nei palazzi di Giustizia quindi auspichiamo presto a soluzioni di rettifica che vadano a mettere apposto quelle falde micidiali dalle quali questo bando “ingiusto e cieco” fa entrare acqua, altrimenti metteremo in campo tutte le iniziative che riterremo utili a far luce sulla vicenda. Al posto di festeggiare il raggiungimento di un obbiettivo possiamo tristemente dire “Peggio di così non poteva andare”! Nino Calabrese coord. Tirocinanti della Giustizia Reggio Calabria”, conclude.

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