Reggio Calabria, verso il blocco totale della raccolta dei rifiuti: Falcomatà sapeva tutto, ecco la lettera che smaschera l’ennesima bugia del Sindaco

StrettoWeb

Reggio Calabria, situazione drammatica per la raccolta dei rifiuti: il Comune non ha rispettato gli impegni presi con la Regione e adesso la raccolta rischia di bloccarsi, ma il Sindaco sapeva tutto eppure ha mentito in riunioni ufficiali

Reggio Calabria rischia di sprofondare in una nuova, disastrosa, emergenza rifiuti. Il sistema di raccolta differenziata “porta a porta” che l’Amministrazione Falcomatà ha deciso di imporre alla città, ha fortemente peggiorato le condizioni igienico-sanitarie in ogni quartiere, senza raggiungere alcun risultato positivo. La città è sporca e il servizio carente, con mastelli abbandonati fuori dalle abitazioni zeppi di immondizia che gli operatori dell’Avr, senza stipendi e privi di mezzi adeguati, non riescono a raccogliere quotidianamente. Un servizio inutile, costoso e controproducente che neanche il Comune riesce a sostenere. Giovedì mattina, nel Palazzo della Città Metropolitana, si è riunita la Conferenza Metropolitana dei Sindaci per discutere la nuova legge regionale sui rifiuti. Nella riunione, in cui mancava il numero legale (molti Sindaci avevano deciso di non partecipare), il Sindaco Falcomatà ha rilasciato dichiarazioni gravissime: “la Regione Calabria – ha detto il primo cittadino di Reggio Calabria – ci invita a rientrare nel debito entro 15 giorni, pena il commissariamento dell’Ato e l’inibizione al conferimento dell’impianto dei rifiuti urbani. Da sottolineare che al momento della firma della delega non era prevista sanzione alcuna in caso di ritardo nei pagamenti“.

Falcomatà, in una riunione ufficiale e istituzionale, ha detto una bugia clamorosa. Lo stesso sindaco, infatti, con una lettera dell’11 aprile 2019 (vedi data di protocollo sulla parte sinistra del foglio), garantiva “di impegnarsi al trasferimento alla Regione Calabria, con cadenza bimestrale, delle risorse corrispondenti al costo del servizio di trattamento dei rifiuti per come successivamente individuato con deliberazione della Giunta Regionale”, e di “accettare espressamente l’intervento sostitutivo previsto dall’articolo 2 bis della L.R. n. 14/2014 e s.m.i. entro 15 giorni successivi all’eventuale inottemperanza, con nomina di commissario ad acta da parte del Presidente della Giunta regionale, senza necessità di diffida“.

Ecco la lettera:

Falcomatà, quindi, sapeva a cosa la città sarebbe andata incontro qualora non avesse rispettato gli impegni presi la scorsa Primavera con la Regione. Adesso per Reggio Calabria si profila uno scenario drammatico, con il commissariamento dell’Ato e il blocco del conferimento dei rifiuti negli appositi impianti. Uno scenario disastroso che preannuncia un autunno terribile per la città già piegata dal degrado e dalla sporcizia, con l’aggravante che il blocco del conferimento dei rifiuti con la raccolta differenziata “porta a porta” rischia di determinare accumuli enormi di spazzatura fuori da ogni portone cittadino.

In qualsiasi Paese civile e sviluppato del mondo, con una democrazia solida e matura, sarebbe bastato molto meno per ottenere le dimissioni del primo cittadino. Una bugia così grave, in una riunione istituzionale, su un argomento importantissimo e delicato come la pulizia, dovrebbe portare tutta la città, la classe dirigente e politica, a pretendere le immediate dimissioni di un Sindaco già travolto da numerosi altri scandali e inchieste giudiziarie. Invece a Reggio Calabria la gente preferisce soffocare in silenzio sotto montagne di munnezza sul proprio ciglio d’ingresso di casa. E un Sindaco così clamorosamente inadeguato non solo non si dimette, ma accusa la sua gente: definisce i suoi concittadini “lordazzi” come a volergli dare la colpa di questa situazione e si ricandida alle prossime elezioni comunali. Neanche in una dittatura dell’Africa Sub-Sahariana (nel secolo scorso). Perchè persino laggiù, oggi, hanno più dignità.

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