Reggio Calabria può diventare la Capitale del Mediterraneo: a Porto Bolaro il progetto più grande della storia della città [RENDERING e DETTAGLI]

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StrettoWeb

Reggio Calabria, a Porto Bolaro un progetto da diverse centinaia milioni di euro per riqualificare una delle zone più degradate della città trasformandola in un polo d’attrazione internazionale. Tutti i dettagli dell’iniziativa che meriterebbe il massiccio supporto di tutta la cittadinanza e della classe dirigente cittadina

E’ il più grande progetto della storia di Reggio Calabria, e non solo. Uno dei più ambiziosi d’Italia, che potrebbe proiettare la città calabrese dello Stretto come un centro nevralgico nel cuore del Mediterraneo, di cui è l’esatto centro geografico. L’idea brillante è della società che 10 anni fa ha realizzato Porto Bolaro, il primo Centro Commerciale di Reggio Calabria nella zona Sud della città, e poi si è allargata con la Marina di Porto Bolaro, un approdo per la nautica da diporto che sta crescendo sempre di più di anno in anno e accoglie lussuose imbarcazioni in transito nello Stretto. Siamo in un vero e proprio paradiso naturale che gli interventi di questa importante realtà imprenditoriale sta finalmente valorizzando per ciò che merita (fino a dieci anni fa, invece, sembrava uno scorcio primitivo di una terra ancora inesplorata con qualche baracca da indigeni).

Ecco, invece, la Marina di Porto Bolaro oggi:

Il progetto di ulteriore sviluppo è straordinario, ma soprattutto è completamente privato. Vale diverse centinaia di milioni di euro (per rendere l’idea, tutto il complesso dello Juventus Stadium di Torino è costato 155 milioni di euro; l’avveniristico Waterfront che Zaha Hadid aveva progettato per Reggio Calabria aveva un valore di 100 milioni di euro). Stiamo parlando, quindi, di uno dei progetti privati più grandi della storia d’Italia ma il titolare di Porto Bolaro, Pino Falduto, non vuole parlare di “eccezionalità“. Se gli diciamo che è un “visionario” si arrabbia. “E’ un progetto normale per i nostri tempi in questo mondo, anzi. A Dubai hanno dovuto rifare tutto daccapo, non c’era niente. Hanno persino portato la terra per i grattacieli sul mare. Le linee elettriche e idriche da centinaia di chilometri di distanza. Il nostro è un progetto assolutamente realizzabile, studiato nei minimi particolari, al passo con i nostri tempi, nulla di visionario o di eccezionale“.

Quando racconta a StrettoWeb com’è nata quest’idea, gli brillano gli occhi per l’orgoglio di ciò che ha già realizzato a Porto Bolaro e per l’emozione di quello che vuole ulteriormente costruire. Non è uno sprovveduto Pino Falduto: nel 1993 da consigliere comunale a Palazzo San Giorgio è stato il principale promotore della “Primavera di Reggio”, ottenendo la prima elezione (indiretta) di Italo Falcomatà nel civico consesso e adoperandosi per la realizzazione del Lungomare e una serie di progetti che in quegli anni hanno risvegliato l’appartenenza e l’identità reggina. Ha continuato a battersi per la città anche dopo l’esperienza di Assessore della Primavera di Reggio e come imprenditore ed è riuscito a realizzare Porto Bolaro nel 2009 (“dopo 7 lunghi anni per le autorizzazioni e la burocrazia, ci abbiamo messo un anno a completare i lavori“). Adesso vuole spingersi oltre.

L’intenzione è quella di proiettare Reggio nel mondo, intercettare la rotta del Mediterraneo che potrebbe dare alla città un ruolo straordinario nel turismo marittimo internazionale: “con questo progetto vogliamo aprire Reggio Calabria al mondo. Non è un progetto pensato solo per Reggio, ma per tutto il Mediterraneo. Con questo tipo di strutture e servizi a pochi chilometri da un Aeroporto e in una città che custodisce opere archeologiche straordinarie come i Bronzi di Riace, e ha un tesoro naturalistico da valorizzare dai mari alle montagne fino ai borghi storici o ai forti sulle colline, Reggio Calabria diventerebbe il naturale punto di riferimento internazionale nel cuore del Mediterraneo“, nella lungimirante visione di Falduto.

Il progetto prevede 4 grandi aree: il porto turistico, il Lungomare, la Bolaro Tower e il Pala Mediterraneo.

Il progetto “Mediterranean Life” è stato realizzato tecnicamente dagli architetti Giancarlo Ferrante, Giuseppe Falduto, Stefano Lionte e Federica Cilea, con i collaboratori Nicola Zera Falduto e Paolo Siclari ed è stato già presentato al Comune, che nei mesi scorsi ha convocato l’apposita Conferenza dei Servizi. L’iter burocratico per le autorizzazioni, quindi, è già partito, anche se servono pochissime deroghe. L’area interessata dall’intervento è di proprietà della società che ha ideato del progetto e rispetta già la destinazione urbanistica. Si trova al di fuori di ogni tipo di vincolo aeroportuale ed è completamente edificabile. Porto Bolaro, in sostanza, ha pensato questo progetto per migliorare casa propria con uno sguardo più ampio alla città e al circondario, che avrebbero ricadute eccezionale. Le uniche deroghe necessarie sono quelle per l’altezza dei grattacieli e per il volume delle strutture, oltre all’iter demaniale per il porto turistico che è stato progettato su una superficie di 71.140 mq di banchine, che racchiudono uno specchio d’acqua di 90.010 mq per poter ospitare imbarcazioni di lusso e navi da crociera.

Il progetto si presenta come un’estensione dell’attuale struttura di Porto Bolaro, verso Nord, nella zona “industriale” di San Leo che da decenni versa in deprimenti condizioni di abbandono e incuria che dovrebbero creare imbarazzo a tutti i cittadini. Il valore del progetto, quindi, è doppio: non solo una realtà avveniristica e al passo con i tempi del mondo in riva allo Stretto, ma anche una riqualificazione ambientale e territoriale in un’area industriale in abbandono, senza alcuna spesa pubblica ma con ripercussioni positive straordinarie sotto tutti i profili sociali, economici e di qualità della vita per la città.

Il progetto, oltre al grande porto turistico, si compone di un Lungomare Mediterraneo con tante strutture dedicate allo sport (campi da tennis, calcio, basket e bocce) e alla cultura (spettacoli teatrali, cinema, esposizioni artistiche), quindi di grande spessore qualitativo per innalzare il livello della qualità della vita di una città sempre in fondo ad ogni graduatoria proprio per la mancanza di spazi e strutture in cui praticare sport e accedere alla cultura. E’ previsto un PalaMediterraneo con due torri di 24 piani per 288 appartamenti attrezzati per ospiti di livello provenienti da tutto il mondo nella struttura portuale.

Nel progetto ci sono una bellissima Arena sul mare e una piscina olimpionica ma soprattutto il fiore all’occhiello, la Bolaro Tower, un grattacielo di 179 metri che diventerebbe uno dei più alti d’Italia, paragonabile soltanto alle tre Torri “Unicredit”, “Allianz” e “Hadid” del progetto CityLife di Milano e ai due grattacieli della Regione Piemonte e di Intesa Sanpaolo a Torino.

La Bolaro Tower prevede 30 negozi al primo piano, 10 sale cinema e bowling al secondo piano, centro benessere, palestra, sale multifunzione e da ballo al terzo piano e poi una serie di appartamenti su terrazzamenti realizzati partendo dell’idea di un “Bosco Verticale Mediterraneo”, con grande sensibilità ai temi dell’ambiente e dell’armonia naturale, e un Resort a 5 Stelle di 37 piani, con 629 camere, per ospitare 1.258 persone. Proprio una di quelle strutture di cui a Reggio Calabria si sente molto la mancanza.

Complessivamente il progetto prevede un’occupazione diretta di 2.610 addetti fissi e una indotta di 3.915 addetti fissi, per un totale di 6.525 posti di lavoro a tempo indeterminato, oltre a tutte le maestranze necessarie a costruire l’opera nei 4 anni di lavori.

L’iter burocratico per le relative autorizzazioni è già iniziato. Intanto le principali istituzioni cittadine, a partire dal Sindaco Falcomatà e dai suoi Assessori, sono rimasti freddi e distaccati rispetto a un progetto che li avrebbe dovuti entusiasmare. Nessuno ha sposato quest’iniziativa, nonostante i privati non chiedano nulla se non il supporto necessario da un punto di vista amministrativo e burocratico per le concessioni demaniali del porto e le piccole deroghe ai vincoli urbanistici di cui abbiamo già parlato. “I terreni sono i nostri, l’idea e i soldi pure. Ci sono centri di investimento che non vedono l’ora di riversare le proprie energie in un progetto così importante. Dobbiamo lavorare in sinergia con il Comune per l’iter della Conferenza dei Servizi, su cui siamo particolarmente fiduciosi per la bontà del nostro progetto preliminare, e con la Ferrovia per la realizzazione delle opere accessorie alla linea ferroviaria, che verrà interrata proprio come sul Lungomare cittadino. Aspetteremo più o meno un annetto, altrimenti faremo un altro progetto importante ma di minor portata, ingrandendo l’attuale Centro Commerciale a Nord nei nostri terreni“. Ma perdere un’occasione del genere sarebbe delittuoso per Reggio Calabria e tutto il territorio, pur nella possibile rimodulazione che un progetto definitivo potrebbe presentare rispetto a quello attuale, che di seguito riportiamo in tutti i propri passaggi:

Click qui per scaricare lo studio di fattibilità (154 pagine) dettagliato che Porto Bolaro Srl ha presentato al Comune in Conferenza dei Servizi con tutti i dettagli sul progetto “Mediterranean Life”

Il progetto di Porto Bolaro è stato selezionato da Waterfront Lab per essere presentato a fine Settembre alla Fiera Nautica di Genova come emblema del “laboratorio di incontro” tra la nautica e le infrastrutture.

Sappiamo già di non dover aspettare più di 4 secondi per consegnare la palma del miglior “commento ignorante” al genio di turno che sulla nostra pagina facebook ridacchierà sul “grattacielo di 179 metri in zona sismica“, come se le tecnologie attuali non consentissero di costruire qualsiasi cosa in piena sicurezza, tanto che nel mondo ci sono grattacieli molto più alti in zone in cui i terremoti sono molto più forti e frequenti rispetto allo Stretto, dal Cile al Giappone, dalla California a Hong Kong.

Per una città che negli ultimi anni ha visto sfumare grandi chance di crescita e sviluppo (dal Ponte sullo Stretto al Waterfront di Zaha Hadid, dal nuovo stadio della Reggina a Bolano alla riqualificazione dell’area dell’attuale Granillo) sarebbe l’ennesima occasione mancata per diventare grande ed evolversi al passo con i tempi del resto del mondo rimanendo ferma nella propria mediocrità e nel proprio sottosviluppo provocato soprattutto dalla marginalità delle idee, dalla perifericità infrastrutturale e dalla sottocultura dello scetticismo e dell’auto-sottovalutazione delle proprie potenzialità. La Reggio dei riggitani che “Aùndi aìmu a jiri” contro quella della resistenza. La resistenza dell’operosità, della cultura, dell’apertura mentale, della conoscenza e dei rapporti con il resto del mondo. La resistenza della salvaguardia dei sogni di un futuro migliore, e la resistenza della concretezza che può trasformare quei sogni in realtà. La resistenza del fare, la resistenza della buona volontà, la resistenza che è diventata una battaglia contro le inefficenze, le invidie, le gelosie e la pochezza umana che StrettoWeb combatte ogni giorno sulle pagine del giornale nella speranza di contribuire a un futuro migliore.

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