San Ferdinando, allarme di Flai Cgil: “C’è il rischio di una nuova baraccopoli nella Piana”

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San Ferdinando, tuona la Flai Cgil: “Servono moduli abitativi per fronteggiare i nuovi arrivi”

“A distanza di 5 mesi dal proclamo dell’abbattimento della baraccopoli della seconda area industriale in San Ferdinando, smantellamento attuato senza alcuna logica di collocazione dei migranti, se non negli Sprar (oggi in base al decreto sicurezza quasi chiusi) e nella antistante tendopoli (non idonea a sostenere il peso dei nuovi arrivi con la nuova raccolta agrumicola alle porte), la Flai Cgil torna a denunciare lo stato di degrado della zona e la mancata accoglienza diffusa tramite la collocazione dei cosiddetti moduli abitativi nei pressi dei centri urbani della Piana, al fine di evitare qualsiasi forma di ghettizzazione ed emarginazione”– a dirlo è il Segretario Flai Cgil di Gioia Tauro Borgese, che prosegue: “Con grande nostro rammarico ci accorgiamo che le grandi promesse in tempo di passerelle sono venute meno e che la volonta’ di cambiamento nell’interesse di tutti nel dare dignita’ alle persone, non c’è mai stata. È chiaro che per la politica l’abbattimento della baraccopoli ha rappresentato, (a differenza nostra che in primis l’abbiamo voluta per mettere in sicurezza i ragazzi dagli incendi provocando le vittime che tutti sappiamo) visti i risultati, solo esclusivamente operazione mediatica; se poi si pensi anche a quella fatidica frase “missione compiuta’”, proferita dal Ministro dell’Interno giunto sul posto facendosi i selfie vicino alle ruspe, allora ci rimane solamente che piangere. Ci rimane da piangere- continua Borgese– perché con un governo regionale e nazionale alla frutta, figuriamoci chi va a pensare più ai migranti, alla tendopoli, ai nuovi arrivi e a quelle macerie mai smaltite che rimangono li impietose facendo di quella area ulteriormente una vergogna. Adesso è solamente tempo di pensare a nuove poltrone a nuove alleanze e a garantire nuovi stipendi”.
Jacob Atta e Dumbia Mohamed, Flai Cgil Gioia Tauro rincarano la dose e, facendo eco alle parole del segretario, avvertono: “se non si iniziano ad ascoltare concretamente le segnalazioni fatte in questi mesi dal sindacato, riguardante appunto l’installazione immediata dei moduli abitativi per fronteggiare i nuovi arrivi, si verranno a creare piccole baraccopoli in tutta l’area della Piana e quel poco di buono fatto fino adesso si rischia di inficiarlo seriamente. In questi giorni- continuano i due– facendo il sindacato di strada con un’azione capillare su tutta la Piana, ogni qualvolta con la nostra unita’ mobile ci fermiamo ad incontrare un lavoratore in sella alla sua inseparabile bicicletta. La prima cosa che ci chiede sono proprio i moduli abitativi e notizie di quelle case di Rosarno in contrada Serricelle, diventate ormai un miraggio per tutti, sia per i migranti che per i rosarnesi”.

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