Oggi il 28° anniversario dell’assassinio del giudice Scopelliti: il commosso ricordo della figlia Rosanna, “credevi nel riscatto della Calabria, lavoro ancora per te. Mi manchi tanto papà”

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Oggi il 28° anniversario dell’assassinio del giudice Scopelliti, il commosso ricordo di Rosanna: “tu raccontavi la Calabria perché sì, sapevi che era piena di criticità, ma eri consapevole della sua capacità di riscatto”

Di seguito il commosso ricordo di Rosanna Scopelliti nel 28° anniversario dell’assassinio del padre:

Ed è difficile perché in questa giornata, più che in altri momenti dell’anno, guardandomi allo specchio, sento addosso la responsabilità di essere tua figlia. Di doverti difendere e proteggere dai tanti, troppi che guardano alla tua memoria con la freddezza ed il cinismo di chi ti reputa una vittima “sfortunata” perché distante, per geografia e mediaticità, dal quel pantheon ideale di vittime illustri. Distante perché la tua storia è così complessa da scardinare l’odierna narrazione antimafia, e scardinare idee e carriere costruite su dogmi preconfezionati è sempre complesso. Qualcuno ti ha oltraggiato papà qualche mese fa, insinuando il dubbio sul tuo essere un limpido servitore dello Stato, hanno estrapolato, rimaneggiato, reinventato commenti e dichiarazioni dei tuoi amici come Falcone, per evitare che di te si parlasse solo con la verità delle tue azioni. Fango. Fango su una vittima che da figlia non sono stata in grado di difendere. E questo mi spiace e me ne scuso. Con te. Prima che con chi ti ama. Qui tutto bene, papà. La mamma da quando è nata Elena Maria ha un po’ ricominciato a sorridere, ma in questa ricorrenza ancora non ce la fa ad essere al monumento con me, vuole ricordarti da sola, così come da soli avete vissuto il vostro amore. Tua nipote cresce, è curiosa, fa mille domande sulla vita, dice che vuole fare il giudice come te, ma anche l’astronauta e la cantante rock. Ogni tanto prende i giocattoli che avevi regalato a me e racconta che la notte, mentre dorme, tu le dici che adesso sono suoi. E io non ho il coraggio di dirle che non si dicono le bugie perché in fondo voglio credere che sia così anche io. Con Marco stiamo provando a crescerla bene, ma chissà… A volte lui mi dice che avrebbe voluto conoscerti e discutere di attualità con te. Io immagino cene e pranzi infiniti con voi a chiacchierare e io a guardarvi facendo finta di non ascoltare.

Ha preso alcuni tuoi scritti e li cita spesso nei suoi lavori, dice che le tue parole sono sempre molto attuali. Ed è vero. La zia, tua sorella, è sempre energica e forte, nonostante l’età. E sono contenta di averla ritrovata così come sono contenta di come è cresciuta la nostra famiglia e di averla ritrovata. I tuoi colleghi, i magistrati, stanno lavorando per restituirci verità e giustizia. Per ricostruire la verità sulla tua morte, ogni tanto si aprono degli spiragli di speranza, lumicini in fondo ad un tunnel lungo ormai 28 anni e che sembra infinito, e noi ci aggrappiamo a quegli spuntoni per trovare la forza di andare avanti e di credere ancora che quella giustizia quella verità di cui tu sei sempre stato innamorato possa un giorno svelarsi e toglierci dal tormento di non essere riusciti ad onorare al meglio il tuo sacrificio. Questo Paese nel frattempo va un po’ a rotoli, la Calabria continua ad essere terra di grandi intelligenze che si formano fuori per non tornare. Le mamme si sono abituate a salutare i propri ragazzi dopo le superiori, l’emigrazione è la vera emergenza, ma da Roma ci dicono che il problema sono gli immigrati. E noi ci crediamo. E lasciamo scappare i nostri giovani. Siamo rassegnati a non contare nulla, assuefatti alla mediocrità e non vediamo quelle potenzialità che tu hai sempre indicato e portato nel cuore. Tu raccontavi con gli occhi pieni di entusiasmo la Calabria perché sì, sapevi che era piena di criticità, ma eri consapevole della sua capacità di riscatto. Oggi quasi ci si vergogna di dire che siamo calabresi. Ma con la Fondazione che porta il tuo nome lavoriamo proprio per questo. Per ritrovare il nostro orgoglio e la nostra identità. La convinzione che da lassù proteggi tutto quello in cui credo, affetti, famiglia, valori e questa splendida terra, mi dà la forza per andare avanti.

Mi manchi, papà”.

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