Reggio Calabria, rapina a una tabaccheria di Pellaro: condanne pesantissime a 3 imputati, dovranno risarcire la vittima [NOMI e DETTAGLI]

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Reggio Calabria, l’esito del processo in primo grado per la rapina alla tabaccheria De Fontes di Reggio Calabria perpetuata quasi 4 anni fa

Dopo quasi 4 anni dalla rapina alla tabaccheria De Fontes di Reggio Calabria e dopo il minuzioso svolgimento delle indagini da parte dei carabinieri di Pellaro guidati dal comandante Salvatore Piazza, si è concluso ieri con sentenza del Tribunale Penale Collegiale di Reggio Calabria il primo grado del giudizio a carico di Paolo Antonio Monorchio, Domenico Calluso, Gerolamo Latella e Giovanni Surace, tutti accusati di aver commesso la rapina a mano armata in danno della Sig.ra Antonella De Fontes, costituitasi parte civile, e della madre Sig.ra Francesca Cogliandro, assistite dall’avvocato Francesco Calabrese. La rapina era stata messa a segno nella tabaccheria “De Fontes”, sita sulla via S.S. 106 di Reggio Calabria, nella sera del 29 agosto 2015. All’interno della rivendita erano presenti la Sig.ra Antonella De Fontes e la madre nel momento in cui, stando alla ricostruzione dei fatti confermata in dibattimento e dalla condanna subita, Monorchio e Calluso si sarebbero introdotti nello stesso esercizio commerciale con i volti travisati. Monorchio ha anche ingaggiato una colluttazione con la Sig.ra De Fontes.

Recuperata la refurtiva, sarebbero poi fuggiti allontanandosi velocemente dalla tabaccheria. Nell’originaria ricostruzione della vicenda, Gerolamo Latella sarebbe il complice che avrebbe studiato le abitudini delle vittime del reato e il posizionamento delle telecamere all’interno della tabaccheria per riferirle a Monorchio e Calluso e definire gli ultimi particolari del delitto. Negli stessi fatti delittuosi era stato inizialmente coinvolto anche Giovanni Surace, che avrebbe dovuto tenere sotto controllo la zona in cui si era consumata la rapina e, in caso di necessità, fornire informazioni utili agli altri.

Tanto era inizialmente descritto per tutti i suindicati imputati nel capo A) di imputazione, relativo, per l’appunto, alla consumazione della rapina. Sempre per tutti gli imputati, l’oggetto processuale comprendeva anche i reati di detenzione e porto abusivo di un fucile a canne mozze – lo stesso adoperato per la rapina – e di ricettazione della stessa arma, come descritti, rispettivamente, ai capi B) e C) di imputazione. Il Tribunale di Reggio Calabria, presieduto dal Dr. Fabio Lauria e con a latere le D.sse Stefania Ciervo e Daniela Bagnato, ha confermato l’accusa per gli imputati Monorchio a Calluso; solo con riguardo al capo A) di imputazione per Latella; assolto in toto è stato invece Giovanni Surace. A conclusione di un dibattimento articolato in più assunzioni probatorie, che hanno permesso di addivenire ad un esito ponderato e distinto per ciascun imputato, queste sono state le condanne subite:

Paolo Antonio Monorchio e Domenico Calluso, per tutti i reati loro ascritti, sono stati condannati alla pena di anni 10, mesi 9 di reclusione ed € 2.900,00 di multa, ciascuno. Gerolamo Latella , per il solo capo A), è stato condannato alla pena di anni 10 di reclusione ed € 2.000,00 di multa, mentre è stato assolto per insufficienza di prove, ai sensi dell’art. 530, comma 2 c.p.p., dai reati ascrittigli ai capi B) e C) di imputazione, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Giovanni Surace è stato invece assolto, sempre per insufficienza probatoria ai sensi dell’art. 530, comma 2 c.p.p., per tutti i reati imputatigli, con la formula “per non aver commesso il fatto”. L’esito del processo, pertanto, allo stato, ha dato parziale conferma alla ricostruzione dei fatti per come proposta dall’Ufficio di Procura e per come pure confermata dalla Sig.ra Antonella De Fontes nel corso della sua testimonianza dibattimentale. Alla stessa vittima del reato, pure costituita parte civile, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni subiti, con condanna anche al pagamento di una provvisionale, immediatamente esecutiva, da parte dei tre imputati condannati.

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