‘Ndrangheta, DIA: sempre più radicata fuori dalla Calabria e all’estero

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La ‘Ndrangheta sfrutta “la sua spiccata vocazione imprenditoriale”, grazie “alle ingenti risorse economiche di cui dispone”

La ‘Ndrangheta, ancora legata “al rigido rispetto di usanze e ritualità tradizionali“, è sempre più radicata fuori Regione e all’estero, perché sfrutta “la sua spiccata vocazione imprenditoriale“, grazie “alle ingenti risorse economiche di cui dispone“: è l’analisi della Direzione Investigativa Antimafia nella sua 2ª Relazione semestrale del 2018.
Il “punto di forza delle famiglie calabresi” sta proprio nel rispetto della tradizione e sbaglia chi definisce “mero formalismo” i loro riti. Le cerimonie di iniziazione e di passaggio di grado nell’affiliazione, emerse ad esempio nell’operazione denominata ‘Theorema-Roccaforte” sul territorio reggino nel luglio 2018, “non esprimono affatto puro folklore” ma danno forza all’organizzazione criminale, “dotata di un senso di identità e di appartenenza che rende il modello calabrese poco permeabile dall’esterno“.
Secondo la DIA, gli esponenti legati alla ‘ndrangheta reggina fanno affari “con il lucroso settore dei giochi“. Le cosche del mandamento tirrenico, in virtù di una “spiccata propensione imprenditoriale“, considerano il porto di Gioia Tauro “come una delle rotte preferite dai trafficanti internazionali di stupefacenti“. E anche le cosche del mandamento jonico fanno soldi con gli stupefacenti, riuscendo a movimentare grandi quantitativi di droga in virtù di “ottimi rapporti con affidabili fornitori stranieri“.
Non è un mistero che le cosche calabresi tendano ad investire nei settori più disparati, privilegiando quelli dove il ritorno dell’investimento è potenzialmente più vantaggioso. Tra questi rientrano il settore dei giochi on line e le energie rinnovabili“.  “Accanto a queste espressioni imprenditoriali, sicuramente più evolute, le cosche non rinunciano a reinvestire in settori più tradizionali, che oltre a produrre ricavi, consentono loro di controllare i territori d’origine, ma anche di radicarsi fuori regione e all’estero. Ci si riferisce al comparto agricolo e alle connesse sovvenzioni pubbliche“. “Gli investimenti spaziano dal settore primario a quello terziario, alle aziende operanti nella ristorazione, nel settore turistico alberghiero, nella vendita all’ingrosso di prodotti alimentari ed ortofrutticoli, di giocattoli e casalinghi. Tra i ‘tradizionali’ settori di interesse delle cosche è nuovamente emerso, nel semestre, quello della sanità pubblica“, conclude la Dia.

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