Messina, custode ex Gil: De Luca risponde a Cgil e Uil. “Difendete il dolce far nulla”

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Custode ex Gil, Il Sindaco di Messina risponde ai due sindacalisti: “Ho chiesto il licenziamento seguendo le norme, siete farisei che difendono il dolce far nulla”

“Che bello leggere affermazioni dei segretari di CGIL e UIL ormai impegnati nella lotta politica contro il Sindaco De Luca perché non li fa più comandare nelle stanze del palazzo municipale e delle partecipate. Si tratta dei soliti baroni che in questi anni non hanno visto: i bilanci falsi di ATM; i bilanci altrettanto falsi di AMAM; le porcherie di Messina Ambiente, Messina Servizi; il ladrocinio nei servizi sociali con gente buttata fuori per fare spazio ad amici e parenti dei poteri forti; i milioni di euro del bilancio comunale suddivisi per progetti obiettivo e per fondini contrattuali illeciti”. Parole del sindaco di Messina, che commenta il duro attacco dei due sindacalisti in merito alle procedure di licenziamento nei confronti del custode dell’ex Gil.

Nei confronti del custode – continua il Primo cittadino di Palazzo Zanca – non si tratta di nessun abuso d’ufficio, anzi, nel rispetto delle norme ho chiesto per iscritto al Segretario/Direttore Generale di avviarne le procedure di licenziamento, fermo restando il rispetto delle norme che prevedono un iter ben preciso. Il resto è la solita aria fritta che tali sindacalisti vendono al miglior offerente in malafede. I giovani messinesi, qualificati e senza lavoro vi ringraziano anche per questa difesa d’ufficio. Vi ringraziano anche gli abitanti di Fiumedinisi, per la gentile citazione a conferma che non avete la statura morale per lustrare neanche le loro scarpe”.

“Sono farisei della comunicazione, che mi attaccano per propri scopi politici piuttosto che per i reali interessi dei lavoratori. Sono sempre quelli che – conclude De Luca – hanno fatto la guerra per il Salva Messina ed ora continuano in questa solitaria crociata, dopo la figuraccia dello sciopero del 31 ottobre scorso, con appena 500 partecipanti di città e provincia, la maggior parte con permessi sindacali retribuiti”.

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