Sistema sanitario al collasso, arrivano i medici militari. Lanteri (Ugl): “Dopo l’ultima follia del Molise, basta con il numero chiuso nelle Università”

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Il segretario nazionale Ugl Università, Raffaele Lanteri, commenta la corsa contro il tempo del Molise per evitare la chiusura di reparti nevralgici: “Siamo alla frutta, eliminare il numero chiuso nelle Università”

“Ormai siamo alla frutta: per compensare le carenze del Ssn adesso negli Ospedali si ricorre ai medici militari, dopo i medici senza specializzazione, visto che quelli pensionati sono stati già utilizzati”.

Così il segretario nazionale Ugl Università, Raffaele Lanteri, commenta la corsa contro il tempo del Molise per evitare la chiusura di reparti nevralgici in cui mancano ortopedici, ginecologi, anestesisti e infermieri, lacuna che con l’arrivo dell’estate potrebbe anche peggiorare.

Visto che al ministero della Salute finalmente si sono resi conto che è necessario rivedere il sistema, torniamo a ripetere che il problema principale sta nel numero chiuso per l’ingresso all’Università di Medicina e anche nel numero fin troppo esiguo di posti disponibili nelle scuole di specializzazione. Il naturale collocamento in quiescenza di molti operatori sanitari, anche grazie a quota 100, non ha fatto altro che acuire il problemaAi nostri giovani al momento possono solo restare a guardare e a sperare, basti pensare infatti che in Veneto, ad un concorso per 80 posti di pronto soccorso si sono presentati soltanto in tre. Bisogna ampliare l’offerta formativa, implementando il numero di docenti e sfruttando gli operatori che lavorano già all’interno della rete formativa (medici, infermieri, tecnici dei policlinici), poiché il problema è anche quello della carenza del numero dei formatori. Una proposta a costo zero immediatamente cantierabile – conclude Lanteri – nelle more di una vera e reale programmazione e non di uno sbarramento”.

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