Sicilia, pulisce le strade della città per sdebitarsi con lo Stato del reddito di cittadinanza: “Voglio essere un esempio per mio figlio”

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Il ragazzo di Castelvetrano: “Non voglio essere un peso, stare con le mani in mano o oziare sul divano. Nonostante non riesca a trovare un lavoro, non ho intenzione di lasciare la Sicilia. Sono innamorato della mia terra”

Giovanni Benito Firenze è un ragazzo di Castelvetrano, in provincia di Trapani, che per “sdebitarsi” con lo Stato per il reddito di cittadinanza ottenuto ha deciso di rendersi utile e di pulire le vie del suo paese. A Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, Giovanni racconta la sua storia.

“Sono disoccupato, mia moglie fa la mamma e ho un bambino di 5 anni –ha raccontato-. Ho ottenuto il reddito di cittadinanza, percepisco 570 euro al mese. Ma non me ne voglio approfittare. La mia famiglia mi ha insegnato il senso del dovere e del lavoro, tutto quello che ho avuto nella vita l’ho ottenuto con il sudore. Mio padre, per esempio, mi disse che se volevo la macchina avrei dovuto lavorare per comprarmela. E così ho fatto. Stessa cosa per l’assicurazione. Con questa filosofia, e forte dei valori che mi ha trasmesso la mia mia famiglia, ho deciso di ripagare lo Stato con un servizio, pulire Castelvetrano. Non voglio essere a carico dello Stato, essere un peso. Ho pulito mezza Castelvetrano che purtroppo versa in condizioni di degrado. Il Comune è stato commissariato e la situazione è peggiorata nel tempo. Ho cominciato dalla via di casa mia, via Garibaldi, strada di passaggio e frequentata dai turisti per la presenza del museo civico Selinuntino, famoso per la statua dell’Efebo. Spazzo a terra, levo i volantini, le cartacce. Aiuto i turisti e mi metto a loro disposizione. Voglio che quando scattano le foto sia tutto pulito”.

La dedica al figlio di cinque anni. “Ho deciso di mettermi al servizio della mia città in cambio del reddito di cittadinanza anche per dare un messaggio a mio figlio Luigi che ha cinque anni, voglio insegnargli che nulla è dovuto. Voglio trasmettere a lui quello che i miei genitori hanno insegnato a me. Faccio una cosa semplice, piccola ma non voglio stare con le mani in mano, oziare sul divano e farmi vedere così da mio figlio. Non vedo l’ora di ricominciare a lavorare, ho fatto di tutto, dal cameriere al lavapiatti. Purtroppo sono incappato sempre in sfruttatori o in società che hanno fallito”.

L’amore per Castelvetrano e la Sicilia. “Non ho mai pensato di andare via dalla Sicilia. Provo un grande amore per la mia terra. Certo a volte, quando prevale la disperazione, mi dico: ‘Mollo tutto e vado altrove’, ma è solo un pensiero passeggero. Mio cugino vive in Germania e da sempre mi esorta a raggiungerlo, ho sempre rifiutato. Andarmene sarebbe l’ultima spiaggia. Sono attaccato alla mia terra, sono attaccato a Castelvetrano. Voglio spezzare una lancia a favore della mia città. Castelvetrano viene nominato spesso e volentieri per la mafia ma ci tengo a difenderlo, non è così. E’ ricco di storia, grazie ai monumenti e ai templi che vale la pena visitare”.

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