Arriva la nuova “Birra Messina Cristalli di Sale”, una birra che contiene i cristalli di sale di Sicilia che arrivano dalle saline di Trapani

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Il brand Birra Messina da quest’anno, grazie a un accordo tra lo storico marchio siciliano e Heineken, lancia sul mercato un nuovo prodotto

Generosi, accoglienti e ricchi d’animo, anche se spesso vittima di pregiudizi: così si definiscono i siciliani e così sono percepiti dal resto degli italiani. Rivendicano con orgoglio il proprio sentirsi “diversi” dal resto della penisola ma non amano essere giudicati attraverso la lente degli stereotipi e dei luoghi comuni. Se il 59% dei siciliani ritiene (anche con una punta di orgoglio) di avere abitudini e modi di pensare e vivere che li differenziano dal resto degli italiani, il 79% pensa di essere in molte circostanze giudicato per luoghi comuni e dichiara di esserne infastidito. E’ in sintesi quanto emerge dalla ricerca commissionata da Birra Messina alla Doxa (‘La Sicilia vista dai siciliani. Viaggio nella sicilitudine’) a 50 anni esatti da quando, grazie a un articolo di Leonardo Sciascia, si cominciò a parlare di ‘sicilitudine’. L’obiettivo è quello di tratteggiare un’immagine di chi sono i siciliani oggi e cosa pensano di se stessi. Il progetto è nato in occasione del lancio, a livello nazionale, del brand Birra Messina che da quest’anno, grazie a un accordo tra lo storico marchio siciliano fatto rinascere a nuova vita da un cooperativa di quindici operai diventati imprenditori e Heineken lancia sul mercato un nuovo prodotto: Birra Messina Cristalli di Sale, una birra che contiene i cristalli di sale di Sicilia che arrivano dalle saline di Trapani. “Il lancio di questo marchio a livello nazionale – spiega Alfredo Pratolongo, Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali Heineken Italia in un incontro con i giornalisti – è per noi una rivincita e una sfida che, insieme alla nascita di una nuova birra speciale dalla forte identità locale, vanno intesi come un omaggio a un territorio che amiamo, dove la birra è di casa e nel quale si sono radicati da decenni i nostri marchi più importanti“. In effetti sui caratteri identitari c’è perfetta aderenza tra auto-percezione e percezione degli italiani.Generosità, accoglienza e ricchezza d’animo sono i tratti caratteristici in cui si riconoscono i siciliani e che attribuiscono loro anche il resto degli italiani, con valori sempre superiori al 90% e con punte del 98%. La Sicilia più autentica – quella che i siciliani vedono come maggiormente rappresentativa dell’isola anche al di fuori dei confini regionali – è quella che si può apprezzare nelle feste popolari e in alcune tradizioni artigianali tipiche dell’isola (63%). Anche la famiglia ha un ruolo di spicco quando si parla di vera Sicilia: il rito del pranzo della domenica (61%) o il ritrovarsi con i parenti per fare l’olio o la passata di pomodoro (52%) rappresenta uno spaccato comune nella vita di tanti siciliani, che vedono nei legami il loro tratto distintivo. E se si dovessero scegliere dei simboli forti che i siciliani considerano la sintesi della propria terra (trovandosi anche in questo in perfetto accordo con gli italiani che la visitano e apprezzano), ecco venire in primo piano monumenti, castelli, teatri, templi, palazzi nobiliari, tutti i segni tangibili della millenaria storia dell’isola (scelti dal 65% dei siciliani e ma anche dal 63% degli italiani). Al secondo posto tra i luogisimbolo della Sicilia per i siciliani è l’Etna (62%, al secondo posto anche per il campione nazionale ma con valori più bassi, 39%). Un elemento rivendicato con orgoglio e utilizzato in più ambiti della vita sociale è il dialetto: il 41% dei siciliani dichiarano di utilizzarlo in famiglia, ma anche con gli amici (41%) e, spesso, quando devono sottolineare modi di dire divertenti o ironici (46%). Colpisce scoprire che chi non lo utilizza (perché non lo conosce o non vuole farlo) è solo il 4% della popolazione. E se vediamo quali valori associano il resto degli italiani al dialetto, si scopre che la tradizione(62%), e l’allegria (30%) sono i più comuni. Se tutti i siciliani parlano dialetto… quasi tutti si sentono “prima di tutto siciliani”. La percezione di una Sicilia fortemente campanilistica, molto radicata nelle città di origine piuttosto che sull’isola nel suo complesso, sembra non avere ragione d’essere: il 67% dei siciliani si sente legato alla dimensione regionale piuttosto che a quella strettamente cittadina (è siciliano e non, prima di tutto, palermitano, messinese o catanese…).

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