Vite umane spezzate tra le sbarre: detenuto si impicca in cella

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Un detenuto si suicida impiccandosi con una corda rudimentale: emergenza negli istituti penitenziari, carceri sovraffollate

“Nei 260 penitenziari italiani ci sarebbero circa 9.600 detenuti in piu’ a fronte di una capienza massima che non supera i 50mila posti letto. La Regione Puglia in termini di sovraffollamento carcerario sembra sfidare l’intero territorio nazionale con oltre 4.300 detenuti rispetto ad una capacità di 2 mila 400 posti letto“- è quanto racconta il Cosp che esprime preoccupazione per il suicidio di un detenuto nel carcere a Lecce e non solo. “Continuano– denuncia il sindacato- anche gli atteggiamenti di irrilevanza ordinamentale contro Operatori della Polizia Penitenziaria, in Italia abbiamo superato le 2.500 detenuti, il caso della sommossa di Campobasso nel pomeriggio del  22 maggio scorso, i diversi episodi di aggressione nelle prigioni contro Poliziotto, il caso recente a Turi di Bari dove un agente è rimasto ferito dalle fiamme di oggetti di reclusi che si lanciavano tra di loro, riporta inesorabilmente all’ordine del giorno  forte preoccupazione”. La Federazione Sindacale CO.S.P. chiede “maggiore attenzione dal Ministro della Giustizia Bonafede e al Capo del Dipartimento Basentini. Mastrulli chiede meno slogan più fatti concreti”.

Il suicidio nel carcere di Lecce

“Intanto– racconta il sindacato- T.M. detenuto a Lecce è deceduto ieri sera verso le ore 22,00 vane sono state i tentativi di rianimazione e l’immediato pronto intervento della Polizia penitenziaria e dei medici del 118 accorsi in Carcere per intervenire a favore del recluso suicidiario, restano sconosciute al momento le originarie intenzioni del detenuto suicidatosi, se non probabilmente potersi ricollegare alla sua detenzione in carcere per i motivi dell’arresto”.

Cosp: “Carceri sovraffollate, bilancio drammatico”

“Un bilancio che lascia amarezza e perplessità in un quadro sempre più drammatico. La polizia penitenziaria il cui organico è ormai allo stremo paga il prezzo più alto in termini di carichi di lavoro dovuti- spiega il segretario generale nazionale della Federazione Sindacale del  Co.S.P. Domenico Mastrulli – all’incremento dei servizi di  controllo delle postazioni in rapporto all’elevato numero di reclusi da sorvegliare per garantire la sicurezza di tutti. Si aggrava il fenomeno del sovraffollamento, aumenta il numero dei reclusi con punte massime di 150 detenuti per singolo reparto, affidati ai controlli di un misero drappello di uomini, non più di una quindicina di agenti di polizia penitenziaria che dovrebbero garantire la sicurezza all’interno delle case circondariali  che ospitano dai 500 ai 1000 detenuti“. Il Coordinamento sindacale penitenziario chiede ancora una volta l’intervento del ministro della Giustizia oltre ad una maggiore attenzione alla qualità della vita dei lavoratori del settore penitenziario. Il sindacato in una nota inviata al sottosegretario alla Giustizia, l’on. Jacopo Morrone, sollecita interventi immediati chiedendo al  capo dipartimento della giustizia minorile la richiesta di assistenti sociali presso gli uffici di esecuzione penale esterni di Foggia, anch’essi in  situazione di sofferenza organica.

“In Italia servono altre 12.000 unità della Polizia Penitenziaria ma anche circa 3.000 delle Funzioni centrali della Contabilità e Dirigenza, siamo stati lasciati dalla stessa politica goliardiche promesse rimaste solo negli spot televisivi”, tuona Mastrulliche attende da mesi “di essere convocato dal Ministro Bonafede, nonostante le diverse richieste di audizione e incontro al gabinetto del Ministro Formulate”.

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