Reggio Calabria, l’ex sindaco Laganà: “ecco le vere cause del dissesto dei conti del comune di Motta San Giovanni”

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Reggio Calabria, l’ex sindaco Laganà: “All’indomani della decisione del Consiglio Comunale di Motta San Giovanni che ha sancito il “dissesto dell’ente”, ritengo doveroso analizzare le vere cause degli squilibri dei conti comunali”

“All’indomani della decisione del Consiglio Comunale di Motta San Giovanni che ha sancito il “dissesto dell’ente”, ritengo doveroso analizzare le vere cause degli squilibri dei conti comunali limitandomi, per ovvi motivi di sintesi, ad analizzare solo quelle principali, indicando l’epoca in cui maturano le condizioni del dissesto. Che la materia dei dissesti degli enti locali sia di natura sistemica, ovvero di ampia portata, lo dimostra l’alto numero dei Comuni in dissesto o predissesto in Italia, con la particolarità che è la Calabria la regione che registra il numero più alto di Comuni che hanno dichiarato il dissesto finanziario o che hanno fatto ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Nella sola Calabria un anno fa, si registravano 41 dissesti e 54 riequilibri, per un totale quindi di 95 municipi. Le cause sono evidentemente strutturali e principalmente legate innanzitutto alla minore capacità di riscossione dei tributi locali, alle difficoltà oggettive e di povertà che investono sempre più ampi strati della società civile, ai tagli dei trasferimenti statali che nel caso di Motta San Giovanni passano da euro 1.600.000 del 2000 ad appena euro 500.000 del 2016. Per la fattispecie del mio Comune, poi, concorrono una serie di sentenze che di fatto sono la causa principale del dissesto che, alla luce delle vicende governative romane e delle probabili ricadute sui comuni in difficoltà, ritengo sia stato adottato con troppa facilità e molta fretta. Rimangono aperti molti interrogativi sulla efficacia dell’ultimo piano di riequilibrio e sui tanti perché”, è quanto scrive in una nota l’ex sindaco di Motta San Giovanni, Paolo Laganà.

“In particolare -prosegue-: perché prevedere in dieci anni la durata del piano di riequilibrio e non in 20 anni che avrebbe consentito ampia legittimazione e diversa valutazione da parte della Corte dei Conti, anche alla luce della legge 205/2017? Perché il Comune di Motta, alla luce dei nuovi debiti fuori bilancio conseguenti a nuove sentenze definitive, non ha sfruttato le opportunità della legge 205/2017 che dava la possibilità di rimodulare ed approvare un nuovo piano di riequilibrio? Perché il Comune non trasmette alla Corte dei Conti gli allegati al Piano di riequilibrio del 2018 richiesti più volte dalla Corte contabile? Perché non è stata appellata la sentenza della corte dei Conti? E, soprattutto, Perché la scelta del dissesto è stata adottata a distanza di due anni dall’insediamento e non da subito? Perché approvare positivamente i bilanci esecutivi e previsionali (2017 e 2018)? Non sapremo mai cosa sarebbe accaduto se il Comune avesse inviato, come in dovere, la documentazione di supporto al P.R.F. del 2018 o se avesse appellato la nefasta decisione della Corte, sappiamo certamente, però, che tale modus operandi ha agevolato il dissesto dell’Ente. Eppure c’è chi si strappa pubblicamente le vesti, sostenendo di aver fatto l’impossibile per evitare il dissesto, non dimenticando, ovviamente, di addossare ad altri la responsabilità di quanto avvenuto che origina e si consolida, invece, in scelte amministrative maturate nei primi anni 2000. Basta leggere il deliberato della Corte dei Conti n. 53/2008 che, analizzando il bilancio consuntivo 2006, certifica le origini degli squilibri dei conti comunali con queste parole: “Si riscontrano quindi, ingenti debiti del Comune.. e molti di tali debiti provengono dagli anni dal 2000 al 2006 con una esposizione debitoria del Comune di Motta San Giovanni di € 1.500.574,02, oltre al ricorso “in modo massiccio e notevole ad incarichi esterni” ed “oltre ad una ridotta capacità di riscossione dei tributi che ne determina una evidente anomalia gestoria” e sul punto la corte concludeva: “Tutto ciò denota, a parere di questa Corte, la precarietà degli equilibri di bilancio in cui versa l’amministrazione….”.

E’ indubbio, quindi, che sono gli anni dal 2000 al 2006 quelli in cui maturano precarietà e squilibri dei conti comunali . Se a tutto ciò si aggiunga che nel maggio 2007 la cassa comunale era sotto di circa 600.000,00 € e che erano pendenti presso gli uffici comunali impegni per oltre € 2.500.000,00, trasferiti dall’amministrazione precedente ed onorati nel corso della prima amministrazione Laganà, si comprendono le gravi difficoltà dell’ente e le responsabilità, innanzitutto morali e politiche, di chi trasferì nel 2007 alla mia prima amministrazione questo quadro nefasto di debiti ed impegni economici. Ma per comprendere le difficoltà in cui si è operato vanno rese pubbliche le cause principali degli squilibri comunali, che hanno portato poi a ricorrere ai piani di riequilibrio nel 2013, 2015 e 2018, ovvero una serie di sentenze divenute esecutive nel corso degli anni ed i cui fatti maturano tra il 1999 e il 2007. Spiccano: l’esproprio del campo sportivo di Motta centro per € 650.056,01; un incidente mortale accaduto ad un lavoratore nel 1999 e l’indennizzo degli eredi per oltre 700.000,00 €; un lodo arbitrale attivato dall’azienda affidataria nel 2004 del servizio spazzatura con ricaduta sulle casse comunali per oltre 600.000,00 €; ed infine la sentenza del Consiglio di Stato sul castello San Niceto che pone l’obbligo in capo al Comune di Motta di indennizzare i proprietari del maniero: esproprio che si è reso necessario stante che nel corso degli anni il Comune aveva eseguito importanti lavori pubblici sin dal 2000 in assenza di un titolo di proprietà: gli uffici comunali hanno quantificato in € 1.232.493,07 gli oneri di esproprio. Rimane l’amarezza di non essere riusciti, dopo aver lottato insieme ad ottimi amministratori per dieci anni con l’obiettivo di portare avanti ed a testa alta il nome di Motta San Giovanni, ad evitare quanto sancito, secondo me con troppa fretta, dagli attuali amministratori nella seduta di Consiglio Comunale di venerdì 12 aprile 2019″, conclude.

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