Mutilavano arti per avere i soldi dell’assicurazione: decine di arresti in Sicilia, anche periti e un avvocato

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Operazione “Tantalo bis” in Sicilia: smantellata pericolosissima organizzazione criminale dedita alle frodi, mutilavano arti per i soldi dell’assicurazione

In corso a Palermo e in provincia una vasta operazione denominata “Tantalo bis“, condotta dalla Polizia di Stato in esecuzione di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo, che ha disarticolato una pericolosissima organizzazione criminale dedita alle frodi assicurative realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti. Scoperti numerosissimi episodi criminosi in frode alle compagnie assicurative. Oltre ai 34 fermi emessi dalla Squadra mobile, sono state fermate dalla Guardia di finanza altre 8 persone: tra queste anche periti assicurativi e un avvocato palermitano che curava la parte legale di molti dei falsi sinistri. Centinaia risultano essere le persone indagate. Le indagini hanno messo in luce “la particolare cruenza degli adepti che non esitavano a scagliare pesanti dischi di ghisa come quelli utilizzati nelle palestre sugli arti delle vittime, in modo da procurare delle fratture che spesso menomavano le parti coinvolte costringendole anche per lunghi periodi all’uso di stampelle e sedie rotelle“. Importanti le dichiarazioni rese alla Procura della Repubblica di Palermo da parte di alcuni collaboratori: si tratta di alcune persone tratte in arresto nell’ambito dell’operazione Tantalo della Squadra Mobile di Palermo dello scorso agosto, che dopo l’arresto hanno deciso di collaborare con l’Autorità giudiziaria. Vi sarebbe anche un morto tra le vittime dell’organizzazione criminale: la vittima è un cittadino tunisino, Hadry Yakoub, il cui corpo senza vita è stato ritrovato su una strada alla periferia del capoluogo. All’extracomunitario sarebbero state somministrate dosi di Crack per evitare che si potesse sottrarre alle lesioni. La morte, in un primo momento decretata come conseguenza di un incidente stradale, in realtà era stata determinata dalle fratture multiple procurate al tunisino da appartenenti all’associazione criminale al fine di inscenare un finto incidente. I responsabili non avevano poi esitato a fingere comunque che il tunisino fosse rimasto vittima di incidente stradale. Le vittime compiacenti della truffa alle assicurazioni venivano reclutate dai membri delle organizzazioni in luoghi frequentati “da soggetti ai margini della società“. “Venivano, pertanto, individuati come congeniali ai fini dei gruppi criminali tossicodipendenti, persone con deficit mentali o affetti da dipendenza da alcool, e con grandi difficoltà economiche, attratti dalle promesse di facili e cospicui guadagni, mai corrisposti dall’organizzazione criminale“, spiegano gli inquirenti. Oltre 50 le vittime che, “con i loro racconti colmi di disperazione hanno consentito di avvalorare il quadro accusatorio nei confronti dei sodali dell’associazione criminale“.

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