Messina, detenuto di Gazzi evade durante il trasferimento. Cosp: “Personale di Polizia ridotto all’osso”

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Messina, il Cosp: “Turni massacranti e personale di Polizia ridotto all’osso. Governo intervenga”

Dura condanna del Co.S.P. per l’episodio avvenuti ieri a Caltagirone e che vede protagonista un detenuto del carcere di Messina, evaso durante le operazioni di trasferimento. La Segreteria Generale Nazionale della Federazione Sindacale Co.S.P. rende noto di aver inviato una lettera al Presidente del Consiglio Conte, per chiedere adeguati interventi a tutela della sicurezza penitenziaria. Sul territorio, comprensivo di 200 Carceri e circa 65.000 detenuti, sono in servizio 34.000 agenti, rispetto alle 46.000 unità in servizio nel 2001. Tale dotazione organica per il Cosp è insufficiente. In merito all’evasione avvenuta ieri il sindacato racconta:  “Nella giornata di ieri, alle ore 12 circa, Gaetano Oglialoro, in carcere per reati stupefacenti e contro il patrimonio e detenuto nella casa circondariale di Messina in regime di media sicurezza, è evaso durante il servizio di traduzione. Un’evasione  avvenuta all’interno di un autogrill in zona Caltagirone (provincia di Catania), dove il detenuto è riuscito a divincolarsi dal controllo della  scorta della polizia penitenziaria, dandosi alla fuga nelle campagne circostanti e dileguandosi. Ancora in corso le ricerche“. La  notizia dell’evasione è stata appresa attraverso il proprio delegato nazionale in Sicilia Lillo Letterio Italiano: “mi trovavo proprio nella zona del Catanese in attività Istituzionale Sindacale con le Autorità del posto. Ero  preoccupato per i colleghi della scorta– racconta il segretario Mastrulli-tre agenti di cui 1 autista per un pericoloso galeotto, appaiono insufficienti. Il Ministro della Giustizia Bonafede e il Capo Dipartimento Basentini la smettessero di distrarsi dalle reali e concrete esigenze delle prigioni Italiane, il personale è stanco di subire turni di 8-12 e 15 ore continuative”.

Secondo il sindacato occorre rivedere il Decreto Madia “che ha ridotto la Penitenziaria di 5.000 unità, un Corpo che già di per se risultava carente di 11.000 unità e che impiega ben 7.000 unità nei Dipartimenti, Provveditorati Regionali, Uepe, Tribunali e scorte a dirigenti e politici. Una politica fallimentare che fa acqua da tutti i ponti, mentre i poliziotti rimasti nelle prigioni a vigilanza dei galeotti occupano tre ,quattro ed anche cinque posti di servizio contemporaneamente con 150/300 detenuti”.

La soluzioni per il Cosp sono: “attuare la stessa Circolare del Ministero dell’Interno, che individua i Prefetti al posto dei Sindaci anche nelle Carcere, avvicendare i Dirigenti Generali dei PRAP, Direttori e Funzionari quando si dimostrino incapaci e inadeguati alle loro funzioni e responsabilità  con i Prefetti ai sensi legge 121/1980 utilizzando i Comitati per l’Ordine e la Sicurezza Provinciale”.

Ribadisco – conclude Mastrulli – la necessità anche per la Polizia Penitenziaria nella carceri e nelle scorte l’uso immediato della pistola elettrica Taser al pari delle restanti forze di Polizia dello Stato. Lo dimostrano le 2.000 recenti aggressioni, evasioni e tentativi di sommossa dentro le prigioni. Non continuiamo a tenere tutti la testa sotto la sabbia, si rischia di soffocare”.

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