Cosimo Cristina, il giornalista “suicidato” da Cosa Nostra a soli 25 anni: sfidò la mafia in Sicilia pagando con la vita

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Il corpo di Cosimo Cristina a venne ritrovato privo di vita nel tun­nel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Tra­bia, in Sicilia. Era il 5 maggio 1960, per gli inquirenti si trattava di suici­dio

“Non bisogna pensare a Cosimo Cristina come ad un “eroe”. CoCri era un ragazzo “normale” con i sogni, le paure, le speranze della sua generazione. Un giovane giornalista di appena 25 anni appassionato della professione, che ha sfidato con le sue inchieste Cosa nostra pagando con la vita. Se questo territorio è diverso da quegli anni lo si deve anche al sacrificio di Cosimo che ha denunciato il sistema affaristico mafioso che governava in maniera incontrastata la città, convinto che la verità e la legalità fossero più forti di qualsiasi potere criminale. Ricordarne ogni anno la figura significa dare un senso all’impegno del coraggioso cronista che ha pagato con la vita il sogno di vivere in un territorio libero da Cosa Nostra”- è quanto dichiara Alfonso Lo Cascio, Direttore di Esperonews, parlando del giornalista ucciso dalla mafia il 5 maggio del 1960. Al Circolo Margherita in Piazza Duomo a Termini Imerese, sabato 4 maggio, dalle 9:30, si terrà il convegno organizzato da Esperonews, Ordine dei Giornalisti e Circolo Margherita dal titolo “Il coraggio di raccontare la verità”, per ricordare il giovane cronista. Dopo i saluti di Giacinto Lo Faso, Presidente del Circolo Margherita e la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Direttore di Esperonews, sono previsti gli interventi di Giusi Conti, Docente dell’Istituto di Istruzione Secondaria “Stenio”, di Francesca La Mantia, Scrittrice e regista e di Luciano Mirone, Giornalista, autore del libro “Gli insabbiati. Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza”.

Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia: “suici­dato da Cosa Nostra”

Cosimo Cristina nasce a Termini Imere­se l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 19­59 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmen­te scrivere liberamente e portare avanti le sue coraggiose inchieste. Il combattivo giornale racconterà la mafia di Termini e delle Madonie in anni in cui nessu­no osava nemmeno nominarla. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindaca­lista Salvatore Carnevale e del sa­cerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Ago­stino Tripi, il pro­cesso per l’omicidio di Car­melo Gial­lombardo. Ma immediatamente arrivano a Cosimo le minacce e le querele. Il pome­riggio del 5 mag­gio 1960, ad appena 25 an­ni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tun­nel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Tra­bia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suici­dio. Ma i dubbi già allora erano tan­ti, qual­cosa non quadrava. In quei giorni, a Termini Imerese, si trovava Enza, la fidanzata di Cosimo Cristina, di cui lui era innamoratissimo. Proprio a lei aveva detto che si allontanava a prendere dei giornali per poi sparire misteriosamente. Nella ta­sca della sua giacca vengono ritro­vati due biglietti, uno indirizzato ad Enza e l’altro all’amico Cappuzzo, suo collaboratore nel giornale “Prospettive” sulla cui autentici­tà la famiglia ha dubitato sin dal pri­mo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita nessuna perizia calli­grafica.

Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia: suici­dato da Cosa Nostra, come scriverà in seguito il giornalista Giuseppe Francese. Come spesso accade in questi casi, nessuno sapeva, chi sapeva  non parlava, chi parlava veniva  fatto tacere e, a parte qualche articolo del so­lito cronista rompiscatole, a nessuno interessava più di tanto. Il caso viene ria­perto sei anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Man­gano, è riesumata la salma e final­mente viene eseguita l’autopsia, ma effettuata dopo tanti anni, finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristina è definitivamente archiviato. Una spessa coltre di o­blio venne ste­sa sul giovane che viene vergo­gnosamente dimenti­cato.

Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste su libri e giornali, il lavoro di diverse scuole termitane, prima fra tutte  l’IISS “ Stenio”,  che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell’Ordine dei Gior­nalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per  il cinquante­simo anniversario della mor­te, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata col­locata una lapide nel luo­go in cui venne rinvenuto il corpo.

 

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