Benzina, Zavalloni: “altro che taglio delle accise, c’è il rischio che vengano aumentate”

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Benzina, Zavalloni: “quella del taglio delle accise è una litania che da anni viene recitata. Ma si tratta di una sonora bugia, nessuno è in grado di toccare le accise, comprese quelle dell’Abissinia, perché non vanno in Abissinia ma al servizio sanitario nazionale”

Alessandro Zavalloni, segretario nazionale di Fegica Cisl, la Federazione dei gestori di carburante e affini, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sull’aumento del prezzo della benzina e la promessa non mantenuta di Salvini sul taglio delle accise. “Quella del taglio delle accise è una litania che da anni viene recitata. Ma si tratta di una sonora bugia, nessuno è in grado di toccare le accise, comprese quelle dell’Abissinia, perché non vanno in Abissinia ma al servizio sanitario nazionale. Le accise pesano per decine di miliardi all’anno, sono parenti prossimi del costo che il servizio sanitario nazionale ha in questo Paese. Quando mai dovessimo avere dei carburanti alternativi, bisognerà metterle sugli altri carburanti le accise, a meno che non decidiamo che riusciamo a pagare meno altre cose. Corriamo più il rischio che le accise vengano aumentate piuttosto che diminuite, considerando che il governo dovrà trovare dei miliardi di euro per disinnescare le clausole di salvaguardia. Bisognerebbe essere cauti quando si promettono cose e le persone dovrebbero avere la forza di resistere alla tentazione di credere. Di cose da fare anche sui prezzi del carburante ce ne sarebbero. Non c’è una bacchetta magica, la politica deve lavorare sulle cose anziché fare promesse azzardate. Una serie di provvedimenti che hanno liberalizzato il settore non solo non sono riusciti ad abbassare il prezzo dei carburanti, ma hanno creato altri problemi, come l’infiltrazione della criminalità organizzata nella rete e la sparizione di diverse compagnie petrolifere. Questo settore non ha più regole. In autostrada, concessione pubblica, il soggetto avrebbe addirittura regole più stringenti da seguire, eppure non c’è concessionario, non c’è Anas, non c’è governo che sia in grado di intervenire a tutela del servizio pubblico per abbassare i prezzi. Nella stragrande maggioranza degli impianti in Italia c’è il self service e il servito, eppure in buona parte della rete le differenze di prezzo sono di 40-45 centesimi. Non c’è alcuna giustificazione per questa grande differenza. Il benzinaio di quei 40-45 centesimi ne incassa solo 2. Ed è il benzinaio che paga la manodopera e mette il carburante. Noi abbiamo provato a porre queste domande ripetutamente, ma nessuno ha risposta. Non dico che non bisogna promettere il calo delle accise, capisco che le regole del gioco sono queste, dopodichè a un certo punto, incassato il tornaconto elettorale, dovresti mettere le mani sui problemi reali, come ad esempio quello della criminalità organizzata. Salvini prima delle elezioni diceva: se io levo le accise, la gente ha qualche euro più in tasca e compra delle cose. Lo Stato continua a incassare molto meno di quanto dovrebbe incassare perché in un sistema senza regole i ladri sono sempre più della polizia. Nei documenti parlamentari si stima un 20% di prodotto clandestino. Un litro su 5 di quelli che vengono comprati è prodotto clandestino”.

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