Bollette telefoniche a 28 giorni, il Codacons:”si allontana sempre di più la speranza per ottenere il rimborso”

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Bollette, il Comitato Difesa Consumatori fa sapere che “si allontana sempre di più la speranza per ottenere i i rimborso stabilito per le tariffe telefoniche a 28 giorni che ha tenuto banco negli ultimi due anni”

Il Comitato Difesa Consumatori fa sapere che “si allontana sempre di più la speranza per ottenere i i rimborso stabilito per le tariffe telefoniche a 28 giorni che ha tenuto banco negli ultimi due anni”. “Infatti- scrive in una nota Pietro Vitelli apprendiamo che il Consiglio di Stato, ha rinviato a fine maggio la decisione attesa dai consumatori da mesi sul pronunciamento che doveva avvenire entro il 31 marzo. Da parte del Consiglio di Stato erano già stati congelati i rimborsi, decisi dal Tribunale Amministrativo del Lazio, e tutti noi consumatori eravamo fiduciosi di conoscere le motivazioni della sentenza del Tribunale amministrativo al fine di ritornare nelle condizioni originarie ossia (pagamento ogni trenta giorni). Non essendo a tutt’oggi pervenuta la dovuta pubblicazione integrale delle motivazioni, in quanto omissive della sentenza relativa alla Compagnia Telefonica Tim, il Consiglio di Stato, dunque, si è trovato nella condizione di non poter confermare i rimborsi, nonostante avesse indicato la scadenza del 31 marzo per la decisione finale. A questo punto, il Consiglio di Stato e, per quel che ci è dato sapere prosegue Pietro Vitelli, è stata rinviata la decisione riguardante tutti i rimborsi comprese quelle delle Compagnie Wind 3, Vodafone e Fastweb delle quali si conoscevano le motivazioni del pronunciamento del Tribunale Amministrativo e che comunque dovevano essere esecutive già a fine maggio”. Il Comitato Difesa Consumatori rammenta che: “per quanto stabilito da Agcom e confermato dal Tar del Lazio, ma sospeso dal Consiglio di Stato, i consumatori- utenti hanno diritto ai giorni persi da giugno 2017 a fine marzo 2018 corrispondente a quasi un mese di canone per chi ha un abbonamento attivo da giugno o da prima ovvero nella maggior parte dei casi. E’ pur vero che non si tratta di soldi, ma è lo spostamento dell’addebito in avanti per un corrispondente numero di giorni il che equivale quindi a usare gratis il servizio .Tradotto in soldoni, questa decisione è foriera di un danno notevole, in termini di mancati ricavi, per le Compagnie telefoniche equivalente a svariate decine di milioni di euro. Comitato Difesa Consumatori esprime il proprio rammarico per la decisione assunta dal Consiglio di Stato e, quale associazione di tutela dei diritti dei cittadini consumatori- utenti rimarrà vigile su questa storia “all’Italiana”.

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