Caso Diciotti: torna l’ipotesi del voto online per il M5S

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Caso Diciotti: torna l’ipotesi del voto online per il M5S. Un ritorno alle origini proprio per sciogliere i nodi legati anzitutto ai principi del Movimento

Un ritorno alle origini proprio per sciogliere i nodi legati anzitutto ai principi del Movimento. Torna a prendere quota tra i vertici Cinque Stelle l’idea di una votazione sulla piattaforma Rousseau per capire come muoversi in Aula sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Diciotti. La riserva verrà sciolta solo la settimana prossima, dopo il voto in Abruzzo. Ma l’idea, che secondo alcune indiscrezioni riportate dall’Adnkronos avrebbe anche l’avallo di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, offrirebbe un doppio vantaggio. Innanzitutto toglierebbe ai vertici, in particolare a Luigi Di Maio, la responsabilità di una scelta in ogni caso scivolosa: appoggiare il leader della Lega e andare contro uno dei dogmi M5S o dare via libera al processo e mettere a rischio il governo. In secondo luogo, il voto online eviterebbe una frattura del Movimento al momento del voto in aula a Palazzo Madama, anche se la giunta dovesse decidere di ‘salvare’ dal processo il responsabile del Viminale. Della truppa M5S un gruppo di ben 15-20 senatori ha manifestato apertamente l’idea di schierarsi a favore del processo, anche se i vertici grillini, che escludono categoricamente di lasciare l’opzione libertà di coscienza, dovessero virare – come sembrano decisi a fare – verso il no a procedere. Tra coloro pronti a mandare Salvini a processo, c’è la senatrice ‘ribelle’ Paola Nugnes: “Non siamo pochi, anche più di 15”, dice all’Adnkronos. Con lei sarebbero orientati per il sì all’autorizzazione anche Matteo Mantero, Laura Bottici, Nicola Morra, Virginia La Mura, Elena Fattori. Ma se sul futuro del processo a Salvini dovesse pronunciarsi la Rete – con un voto espresso sulla piattaforma Rousseau – ecco che i senatori, nessun escluso, dovrebbero attenersi alla decisione della base, come stabilisce una delle regole auree del Movimento. “Se la base vota no e salva Salvini – dice un senatore – mi ‘sparo’, ma certo dovrò attenermi…”. Il voto online comporterebbe anche un altro vantaggio: scongiurare che il gruppo del Senato, già friabile, si spacchi, e Salvini finisca per essere ‘salvato’ in Aula da una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo Conte. All’inizio l’idea di lasciar decidere la Rete era stata accantonata, messa in un angolo per evitare che Salvini diventasse protagonista della piattaforma Rousseau, arrivando addirittura a interrogare la base sul suo futuro. Ma quello del voto online, il ragionamento delle ultime ore, è forse il male minore: “Meglio incensare Salvini sul web – ragiona uno degli uomini più vicini a Di Maio – che spaccare il gruppo. E’ l’ultima cosa che possiamo permetterci”.

(AdnKronos)

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