Reggio Calabria: ucciso il fratello di un pentito di ‘ndrangheta di Rizziconi. Grasso: “la Procura segnalava rischio vendette”

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Reggio Calabria, Grasso: “nel rispondere alla mia interrogazione sull’omicidio di Pesaro Salvini ha omesso un passaggio fondamentale che gli ho ricordato nella mia replica: la Procura aveva avvisato nel giugno 2018 del maggiore pericolo di vendette trasversali a seguito del tentato omicidio nei confronti del testimone Inziteri nel processo al clan Crea”

“Nel rispondere alla mia interrogazione sull’omicidio di Pesaro il ministro Salvini ha omesso un passaggio fondamentale che gli ho ricordato nella mia replica: la Procura di Reggio Calabria aveva avvisato nel giugno 2018 del maggiore pericolo di vendette trasversali a seguito del tentato omicidio nei confronti del testimone Pasquale Inziteri nel processo al clan Crea, altro testimone d’accusa, a pochi mesi dalle pesanti condanne. Sappiamo che le mafie non dimenticano, e che le vendette e le faide non hanno scadenza”. Ecco le parole del senatore di Leu Pietro Grasso nella replica al ministro Salvini durante il question time. “Quello che e’ accaduto a Pesaro e’ un fatto gravissimo e, per quel che risulta, senza precedenti. Sorprende il fatto che recentemente siano stati adottati provvedimenti di revoca di misure di protezione come per esempio aver tolto la scorta al Capitano Ultimo, provvedimento bloccato dal Tar, e all’imprenditore palermitano Vincenzo Conticello proprio quando i condannati da lui accusati hanno finito di scontare la pena e sono tornati in liberta’ – aggiunge -. Un episodio come quello di Pesaro costituisce un vulnus difficilmente recuperabile nel sistema di protezione che puo’ generare anche uno stallo nelle collaborazioni a tutto vantaggio delle mafie”. “I collaboratori e i testimoni di giustizia rimangono uno strumento irrinunciabile per il contrasto alle mafie: le loro rivelazioni hanno fatto naufragare piani di omicidio, salvato vite umane, fatto identificare beni da confiscare, gli autori di un numero impressionante di traffici illegali, di crimini gravissimi, tra cui le stragi in cui persero la vita Falcone, sua moglie, Borsellino, gli agenti delle scorte, le persone coinvolte nelle stragi di Firenze, Roma, Milano – conclude Grasso -. Le incaute affermazioni, me lo lasci dire signor Ministro, secondo cui le mafie saranno cancellate tra qualche mese o anno, contrastano con la realta’ dei fatti, con l’episodio di Pesaro, con gli agguati in Calabria, con le bombe ad Afragola, con l’esplosione della pizzeria Sorbillo, con la latitanza di Matteo Messina Denaro, tutti segnali della loro funerea presenza e pericolosità”.

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