Reggio Calabria: servizi antibracconaggio nella Piana di Gioia Tauro, denunciate 7 persone

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Reggio Calabria: tra le pratiche illegali più comuni l’uccisione di rapaci e più in generale di specie protette ed il diffuso utilizzo di richiami elettroacustici

La provincia di Reggio Calabria è uno dei punti caldi del bracconaggio italiano! Per questo è stata indicata come “Black Spot” nel Piano Nazionale Antibracconaggio approvato dal Governo Italiano. Tra le pratiche illegali più comuni l’uccisione di rapaci e più in generale di specie protette ed il diffuso utilizzo di richiami elettroacustici.
Vista la diffusa ed incontrollata illegalità riscontrata in questo periodo nella Piana di Gioia Tauro, uno dei territori che presenta la maggiore ricchezza di avifauna svernante e nella quale il bracconaggio causa i danni maggiori, il CABS ha richiesto al CUFAA dei Carabinieri Forestali uno specifico servizio antibracconaggio per quest’ultimo scorcio di stagione venatoria.
Prima dell’intervento i volontari hanno attentamente monitorato le aree nelle quali si verificava il maggior numero di abbattimenti di uccelli protetti, in particolar modo fringuelli.
L’intervento, della durata di soli tre giorni, effettuato dai Carabinieri del SOARDA e dal Nucleo CITES di Reggio Calabria, con la collaborazione degli stessi volontari, ha portato alla denuncia di 7 cacciatori sorpresi ad abbattere specie protette, anche con l’ausilio di richiami elettroacustici vietati o ad utilizzare armi prive del prescritto riduttore. Significativo il fatto che circa il 70% dei controlli effettuati ha dato esito positivo, cosa che ha portato al sequestro di 7 fucili e di numerosi uccelli uccisi. Una percentuale elevatissima che dimostra la necessità di intensificare i controlli venatori, allo stato del tutto insufficienti.

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