La Marina Militare in Sicilia celebra la patrona Santa Barbara

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Sicilia: la Marina Militare e quanti operano per essa festeggiano solennemente la loro Santa Patrona, Santa Barbara

Ogni 4 dicembre gli uomini e le donne della Marina Militare e quanti operano per essa, nel ritrovarsi con le comuni origini e valori, festeggiano solennemente la loro Santa Patrona. È tradizione, infatti, a bordo delle navi e presso tutti gli Enti e i Comandi della Forza Armata commemorare la ricorrenza di Santa Barbara.

Le celebrazioni a Messina iniziano alle ore 11.00 di martedì 4 dicembre, presso il Duomo di Messina, dove Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Giovanni Accolla, officerà la Santa Messa a favore del personale dei Comandi, Enti della sede. Alla liturgia, parteciperà il Comandante Marittimo Sicilia Ammiraglio di Divisione Nicola de Felice, nonché autorità civili e militari della provincia, unitamente al personale in servizio e in congedo e alle relative Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

Le celebrazioni ad Augusta iniziano alle ore 10.30 di mercoledì 5 dicembre, presso il Duomo di Augusta, dove l’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Santo Marcianò, officerà la Santa Messa a favore del personale dei Comandi, Enti della sede. Alla liturgia, si prevede la partecipazione del Comandante in Capo della Squadra Navale Ammiraglio di Squadra Donato Marzano e del Comandante Marittimo Sicilia Ammiraglio di Divisione Nicola de Felice, nonché autorità civili e militari di tutta la Sicilia, unitamente al personale in servizio e in congedo e alle relative Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

Sarà un momento particolarmente sentito che riunirà il personale della Marina Militare in comune riflessione, col profondo pensiero a coloro che dalle basi in Italia, sui mari di tutto il mondo e nei teatri operativi svolgono il loro quotidiano e silenzioso lavoro al servizio della Patria e dei cittadini.

Brevi cenni sulla vita di Santa Barbara:

Si narra che Barbara di Nicomedia in Bitinia fu rinchiusa in una torre e poi condotta al martirio per la sua indomata fede cristiana osteggiata dal padre pagano Dioscoro, che al “quattro del mese di Dicembre, regnante Massimiano Imperatore, ed essendo preside Marziano…” (circa nel 228 d.C.), fu incenerito da un fulmine celeste, simbolo della morte immediata senza la possibilità di redimersi. La martire, nell’imminenza del supremo sacrificio, pregò Gesù: “…tu che tendesti i cieli e fondasti la terra e rinchiudesti gli abissi, il quale comandasti ai nuvoli che piovessero sovra i buoni e sovra i rei, andasti sopra il mare e riprendesti il tempestoso vento, al quale tutte le cose obbediscono, esaudisci per la tua misericordia infinita l’orazione della tua ancilla… Pregoti il Signore mio Gesù, se alcuna persona a tua laude farà memoria di me e del mio martirio,…mandali grazia per tua misericordia”… Da queste espressioni si percepisce l’intenso intreccio che lega Santa Barbara agli uomini della Marina Militare. La leggenda spiega le ragioni per cui subito dopo l’invenzione della polvere da sparo, presso ciascun magazzino di munizioni, in particolare sulle navi da guerra, per devozione alla vergine di Nicomedia, è presente sulle pareti un’immagine della Santa perché siano preservati dal fuoco e dai fulmini celesti i depositi delle polveri che si chiamano appunto “Santabarbara”.

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