Reggio Calabria, tragedia nella notte nella tendopoli di San Ferdinando: morto in un incendio un 18enne originario del Gambia [NOME e DETTAGLI]

StrettoWeb

Ancora un’altra tragedia nella tendopoli di San Ferdinando: 18enne muore in un incendio

Tragedia nella notte nella baraccopoli di San Ferdinando. Stanotte, nonostante stesse piovendo, un rogo è divampato all’interno di una baracca della tendopoli e un migrante ha perso la vita. Si tratta di Suruwa Jaithe, 18 originario del Gambia. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il giovane avrebbe acceso il fuoco per riscaldarsi dal freddo e al momento dell’incendio dormiva. Nella vecchia tendopoli, occupata da quasi mille migranti, già l’anno scorso un devastante incendio aveva distrutto circa 200 baracche, uccidendo una nigeriana 26 enne. Molti dei migranti che vivono nella tendopoli sono impiegati come braccianti nella raccolta di agrumi  e  stamattina per loro il risveglio è stato dei più amari, il clima che si respira è di fortissima tensione. Il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, ha convocato d’urgenza un comitato per l’ordine e sicurezza pubblica, attualmente in corso nella sede municipale del comune di San Ferdinando. Alla riunione partecipano le autorita’ di pubblica sicurezza ed i rappresentanti delle Amministrazioni locali.

Sul tragico episodio di stanotte interviene Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil Nazionale:

“Ancora un morto a San Ferdinando in un incendio, un ragazzo giovanissimo venuto qui per lavorare, come era già successo un anno fa. Ancora una morte assurda e che poteva essere evitata. A San Ferdinando, come in altri luoghi, la situazione alloggiativa va risolta. E comunque in attesa di soluzioni più strutturate, i lavoratori che sono nella tendopoli, ormai trasformata in un indistinto campo di baracche, per il picco della stagione di raccolta di agrumi e kiwi vanno messi in condizioni di sicurezza minima“.

Secondo la segretaria: “C’è bisogno del senso di responsabilità di tutti, ci sono migliaia di lavoratori ammassati in questi ghetti, luoghi dove mancano i servizi essenziali, acqua, bagni, un po’ di riscaldamento. A San Ferdinando sono tre anni che siamo in attesa dei moduli abitativi e invece nulla, mentre la tendopoli diventa ogni giorno di più un girone dantesco. Altro che Decreto sicurezza, che rende solo irregolare chi fino a ieri non lo era e quindi rende più insicuri tutti, qui servono misure serie per accoglienza e le soluzioni ci sarebbero. Utilizzo di tanti immobili abbandonati, progetti come Riace, per una accoglienza diffusa e quindi integrata. A San Ferdinando non ci sono clandestini o persone pericolose, ma solo persone che vengono a lavorare, spesso sfruttate e sottopagate, e assicurano sulle tavole natalizie imbandite aranci, mandarini e frutti di stagione. Non possiamo seguitare a piangere i morti, le istituzioni -conclude- devono intervenire con responsabilità e umanità“.

Condividi