Servizi Sociali, Fp Cgil Messina: “Ok all’ internalizzazione, ma sulla nuova gestione c’è tanto da lavorare”

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La FP CGIL di Messina, pur supportando l’internalizzazione, evidenzia la necessità di approfondire molteplici aspetti

Abbiamo letto con attenzione la proposta d’internalizzazione avanzata dall’Amministrazione e pur condividendone, come d’altra parte abbiamo sempre detto, il principio generale, quello cioè della disintermediazione delle cooperative, riteniamo che da oggi al 31 dicembre 2018, ultimo giorno, secondo quanto detto dal sindaco, del vecchio sistema di gestione, ci sia davvero molto da lavorare per tutelare i lavoratori di tutti i servizi, nessuno escluso. Per la verità, dopo oltre 40 ore di confronto e 20 ore di diretta FB, credevamo che la proposta fosse già pronta ed invece neanche i consiglieri sanno ancora di cosa parliamo”. Questo il commento di Francesco Fucile ed Elena De Pasquale, rispettivamente segretario generale e responsabile del comparto servizi sociali della FP CGIL, al termine della seduta di commissione di questa mattina. Una seduta nel corso della quale non è stato possibile entrare nel merito delle questioni, non essendo ancora stata inoltrata, ai consiglieri comunali, la proposta in oggetto. “Ci sono molti aspetti da tenere in considerazione – hanno affermato Fucile e De Pasquale – ma prima di ogni altra cosa è necessario comprendere quali siano i profili professionali ricompresi nella quota di 506 lavoratori di cui si parla nella proposta. Abbiamo l’impressione, infatti, che la cifra possa essere superiore”. Per i rappresentanti della FP CGIL qualche chiarimento in più è necessario averlo anche rispetto alla data del 31 dicembre, indicata, nel documento, come ultimo termine utile di assunzione per i lavoratori che dovranno transitare nell’Agenzia.

Questi sono solo alcuni dei punti di cui bisognerà discutere Cogliendo l’”invito” dell’Assessore a fornire il nostro contributo al tavolo, possiamo rassicurarla sul fatto che ci saremo, e  faremo valere la posizione di coloro che rappresentiamo e che ad oggi, da una prima lettura, sembrano non essere stati considerati”.

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