“Venite in Italia e avrete un lavoro regolare”: così ingannavano giovani nigeriane e le costringevano a prostituirsi a Reggio Calabria e Palermo [DETTAGLI]

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Sgominato clan mafioso nigeriano: 21 fermi e 36 indagati, c’è anche una tratta di donne che venivano costrette alla prostituzione a Palermo e Reggio Calabria

Sono 21 i cittadini nigeriani fermati dalla polizia di Cagliari nell’ambito dell’operazione ‘Calypso Nest‘ che ha portato a sgominare una cellula criminale specializzata nel traffico di eroina e cocaina e nello sfruttamento della prostituzione collegata alla consorteria mafiosa che opera a livello internazionale Supreme Eiye Confraternity. Trentasei complessivamente gli indagati, 27 i decreti di fermo, di cui 21 eseguiti tra Sardegna, Veneto (Venezia) e Campania (Castelvolturno). Tra le figure apicali del clan, che aveva ramificazioni in tutto il mondo, spicca Fred Iyamu, di 32 anni. Tutti sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, tratta di esseri umani aggravata dallo sfruttamento della prostituzione e traffico di droga. I decreti di fermo sono stati richiesti dalla Dda di Cagliari.

Erano quasi tutti in possesso di un regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari i nigeriani fermati dalla Polizia di Cagliari perchè appartenenti a un clan mafioso specializzato nel traffico di droga e nella tratta di esseri umani. Risultano entrati in Italia da almeno tre anni. In pochi avevano un lavoro, e se l’avevano era saltuario. La maggior parte faceva credere di vivere di espedienti: alcuni componenti dell’organizzazione controllati dagli investigatori nei mesi che hanno preceduto gli arresti, sono stati segnalati davanti a bar e supermercati mentre chiedevano l’elemosina. Altri per aver picchiato una connazionale che aveva ‘occupato’ il posto della questua assegnato a un’altra nigeriana. Il processo per l’aggressione era stato pagato direttamente dal clan, che poi pero’ aveva duramente rimproverato l’affiliato per la sua platea reazione che aveva finito per attirare l’attenzione delle forze dell’ordine.

Tra le accuse contestate al clan mafioso di nigeriani con base in Sardegna sgominato dalla Polizia di Cagliari, c’e’ anche la tratta di esseri umani e in particolare di donne, poi costrette a prostituirsi. Gli investigatori hanno accertato due episodi avvenuti a Reggio Calabria e Palermo, vittime due giovani nigeriane. Avvicinate dall’organizzazione nel loro paese di origine con la finta promessa di un lavoro regolare, avevano contratto un debito di 15mila euro con una ‘mamam’ per pagarsi il viaggio verso l’Italia. Una volta sbarcate in Calabria e in Sicilia, le ragazze sono state contattate da due affiliati al clan sardo, Loveth Enogieru, 44 anni di Decimomannu, e Edith Ehimwenma, di 27 di Esterzili. Ma alle due connazionali non e’ stata offerta alcuna occupazione ‘pulita’: sono state invece costrette a prostituirsi, una in strada l’altra in un appartamento, per saldare il debito con la ‘mamam’. Oggi sono tornate libere grazie al blitz della Polizia.

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