Reggio Calabria: Alexandra Zabala, Maria Letizia Seminara, Chiara Tirotta, Salvatore Grigoli, Matteo D’Apolito e Suat Arikan, gli interpreti della serata accompagnati dall’Orchestra del Teatro Cilea diretta dal M° Manuela Ranno
Il 13 novembre 1868 moriva nella sua villa a Passy, nei pressi di Parigi, Gioacchino Rossini. A distanza di 150 anni dalla sua morte, anche il Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria vuole festeggiare il grande compositore col concerto “Crescendo Rossiniano”, un altro importante appuntamento del Rhegium Opera Musica Festival. Gli interpreti della serata del 10 novembre, che si terrà presso il Teatro Cilea, a partire dalle ore 21.00, saranno i Soprani Alexandra Zabala e Maria Letizia Seminara, il Mezzosoprano Chiara Tirotta, il Baritono Salvatore Grigoli e i Bassi Matteo D’Apolito e Suat Arikan. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Cilea M° Manuela Ranno, recentemente nominata direttore musicale della medesima filarmonica e apprezzata dal pubblico reggino per la direzione de “La traviata” dello scorso settembre. Nel corso della serata verrà eseguito un programma variegato che rappresenta un breve excursus della corposa produzione operistica che ci ha tramandato il genio pesarese: dalle composizioni giovanili come “Il Signor Bruschino”, che egli stesso definisce un “peccato di gioventù”, ai grandi capolavori che lo hanno reso celebre in tutto il mondo come “Il barbiere di Siviglia”, fino a giungere a un Rossini inaspettato, capace di elevarsi alle più nobili e austere vette del pensiero e dell’arte con il “Mosè in Egitto”. “Lo studio della partiture rossiniane mi ha sempre suscitato grandi passioni: è sorprendente infatti come la sua musica sia capace di rappresentare l’interiorità sentimentale e come provocatoria sia la sua tecnica compositiva (vedi il battere degli archetti dei secondi violini sul leggio nella Sinfonia del Signor Bruschino!). Ma ciò che realmente motiva la mia ricerca dentro il segno in partitura, è l’esaltazione del protagonismo orchestrale derivante dal valore che Rossini attribuisce alla Voce, al Canto: la musica di Rossini ha senso solo se viene “cantata” e non semplicemente “suonata”!”.
Già in fase di programmazione, l’ob