Centrale di San Filippo del Mela, allarme dei sindacati: “più di 300 lavoratori a rischio”

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Centrale di San Filippo del Mela, allarme di Uil e Uiltec: “Se l’azienda presenterà un nuovo, alternativo e credibile Piano industriale, si rischia un’inaccettabile e drastica riduzione della forza lavoro”

“Più di 300 posti di lavoro a serio rischio di future prospettive occupazionali” è questo è il grido d’allarme lanciato da Ivan  Tripodi, Segretario generale UIL Messina, e Carlo Caruso, Segretario generale UILTEC Messina.

“Si tratta delle maestranze della società A2A Energiefuture impegnate nella Centrale di San Filippo del Mela, dove attualmente sono occupati circa 180 lavoratori diretti e circa 200 nell’indotto, numeri che allo stato possono aumentare per l’importante attività di manutenzione che si effettua nelle fermate programmate” hanno proseguito i Segretari di UIL e UILTEC.

Per comprendere la situazione odierna è fondamentale ricordare le tappe che hanno portato alla preoccupante situazione dei nostri giorni. Infatti, l’allarme occupazionale, già da alcuni anni, fu reiteratamente lanciato dalle OO.SS. di Categoria che, proprio per evitare la perdita di posti di lavoro e la paventata dismissione dello stabilimento, siglarono in data 22 luglio 2015 un verbale d’accordo con l’azienda che prevedeva l’utilizzo di ammortizzatori sociali. Fu proprio grazie alle lotte di tutti i lavoratori diretti e dell’indotto che l’azienda presentò un progetto di riconversione del sito produttivo che, però, sin da subito si presentava di non facile realizzazione, ma che, in seguito, grazie alla delibera 803/2016 permise il reintegro degli importanti costi degli impianti per il periodo dal 2017 al 2021. Ciò permise alla società A2A Energiefuture nel 2017 di comunicare il venire meno dei presupposti per l’utilizzo di ammortizzatori sociali” hanno affermato Ivan Tripodi e Carlo Caruso.

“Nelle scorse settimane, a seguito di una specifica richiesta delle OO.SS., – finalizzata a svolgere un incontro con i vertici aziendali per confrontarsi sulle reali prospettive future e sulla valutazione della concreta applicazione del Piano industriale che, evidentemente, non può prescindere dall’eventuale presentazione di un progetto alternativo che, a nostro avviso, deve mantenere inalterati gli attuali livelli occupazionali, – le parti si sono incontrare lo scorso 2 ottobre e in quella sede, la società A2A Energiefuture ha informato le OO.SS. che, nonostante i pareri positivi da parte del VIA – VAS, l’iter autorizzativo per la riconversione dell’impianto era impantanato con un parere negativo ricevuto da parte dei beni culturali, verso il quale l’azienda ha presentato ricorso al TAR. Ma, pochissimi giorni dopo l’incontro sindacale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deliberato che non sussistono i presupposti per il proseguimento congiunto di valutazione di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale, bocciando definitivamente il progetto di riconversione del sito produttivo” hanno continuato i due sindacalisti.

“La bocciatura del Governo nazionale pone, a questo punto, serissimi interrogativi per il futuro dei lavoratori. Infatti, lo scorso 12 ottobre  le OO.SS. di categoria hanno inoltrato all’azienda un’urgente richiesta d’incontro unitaria, per ragionare concretamente e senza sofismi sugli scenari futuri, sui disegni aziendali e sulle dovute azioni da mettere in campo per mantenere il sito produttivo e tutelare gli attuali livelli occupazionali. Alla data odierna non abbiamo ricevuto nessuna risposta da parte dell’azienda: un silenzio assordante e preoccupante, poiché ci saremmo aspettati una maggiore sensibilità da parte di A2A Energiefuture. Ma, evidentemente, il profitto economico è l’unico valore per quest’azienda che, come noto, grazie al sito di S. Filippo del Mela ha sensibilmente aumentato il proprio conto economico”, hanno ribadito i due segretari.

“La corsa contro il tempo è cominciata e il silenzio generale che accompagna questa vicenda è molto preoccupante. Nessuno parla del futuro della centrale di San Filippo come se la scottante problematica si potrà  risolvere da sola. Purtroppo non funziona così poiché, se da parte dell’azienda non verrà presentato un nuovo, alternativo e credibile Piano industriale, si rischia un’inaccettabile e drastica riduzione della forza lavoro in una realtà, come quella della Città metropolitana di Messina, che ha un tasso di disoccupazione tra i più alti dell’intero paese. Tenuto conto dell’estrema gravità della situazione riteniamo opportuno lanciare pubblicamente l’allarme e, pertanto, chiediamo formalmente la costituzione di un tavolo di confronto con l’azienda, coinvolgendo anche la Holding, che comprenda le Istituzioni, le forze politiche territoriali e regionali, le OO.SS. e Sicindustria, al fine trovare alternative plausibili che salvaguardino il sito produttivo e i livelli occupazionali”, hanno concluso Ivan  Tripodi, Segretario generale UIL Messina, e Carlo Caruso, Segretario generale UILTEC Messina.

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