Reggio Calabria, Falcomatà non usa i fondi europei e decine di milioni tornano in Europa: ma il problema non era che “non ci sono soldi”?

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La Città Metropolitana di Reggio Calabria riesce a utilizzare appena 4 milioni di euro dei 92 disposti dai fondi “Pon-Metro” dell’Unione Europea: 88 milioni di euro svaniti nel nulla per l’incapacità di presentare progetti adeguati

A sentir parlare il Sindaco Falcomatà, il problema più grande di Reggio Calabria è che “non ci sono soldi” (ovviamente “per colpa di quelli che c’erano prima“). Eppure il Sole24Ore ha pubblicato una realtà molto diversa analizzando i dati dell’Unione Europea sullo stato di avanzamento dei lavori dei fondi europei “Pon-Metro“, oltre 900 milioni di euro destinati alle 14 città metropolitane italiane, di cui 92 milioni di euro per Reggio Calabria (e su questo bisognerebbe aprire un capitolo a parte, perché se Reggio Calabria è tra le 14 “Città Metropolitane” che possono beneficiare di questi investimenti speciali lo si deve proprio all’impegno politico “quelli che c’erano prima“. Il titolo di “Città Metropolitana” non dovrebbe essere soltanto uno slogan da utilizzare per gonfiarsi il petto, ma è un riconoscimento molto pragmatico e dalla straordinaria valenza economica, se solo si riuscisse a sfruttarne i benefici!).

Nello studio, il Sole24Ore dimostra che solo Milano, Firenze e Bari hanno usato i soldi a disposizione. Tra le altre città metropolitane ci sono Genova, Roma e Venezia che arrivano più o meno a metà, poi il disastro. Tra Reggio Calabria. Sono soldi che l’Unione Europea fornisce alle Città Metropolitane, che possono utilizzarli per lo sviluppo urbano ovviamente presentando appositi progetti. Tantissimi soldi, che Falcomatà non è stato in grado di utilizzare. Nel caso di Reggio Calabria, si tratta di uno sperpero di 88 milioni di euro: ne erano previsti 92, ma l’Amministrazione è riuscita a utilizzarne appena 4! Gli altri 88 torneranno in Europa…

Che altre città (Napoli, Messina, Bologna, Torino, Palermo e Catania) abbiano fatto addirittura peggio non può e non deve essere una consolazione.

A denunciare le mancanze del primo cittadino reggino è oggi il deputato Francesco Cannizzaro, che afferma: “Ogni qual volta l’autorevole “Sole24Ore” parla della nostra amata Reggio Calabria in termini economici e di investimenti, scopriamo che la realtà è peggiore di quello che pensavamo. I fondi europei per lo sviluppo regionale e sociale destinati alle 14 città metropolitane italiane, parliamo di 900 milioni di euro, sono destinati per un terzo a restare in Europa, visto che solo 3 aree metropolitane hanno speso quanto loro concesso. Il capoluogo reggino, ovviamente, e fra le peggiori delle 11 restanti“.

Il Pon Metro 2014/2020 – prosegue Cannizzarodispone infatti per la città dello stretto, la somma di oltre 91 milioni di euro da destinare a progetti presenti nel Piano Operativo elaborato dall’amministrazione comunale. Crescita e sviluppo territoriale, qualità della vita, potenziamento di strutture ed infrastrutture, servizi alla città etc. etc., settori fondamentali per consolidare una realtà metropolitana che fino ad oggi è solo rimasta sulla carta. Ma, come dicevamo, la realtà che scopriamo è ben diversa ed il giudizio del “Sole24ore” è impietoso, mostrando i dati ufficiali dell’Agenzia per la coesione territoriale che mostrano una percentuale di utilizzo delle somme del 29.7% appena, rispetto agli obiettivi da raggiungere previsti per il 2018 e che vedrà, per la restante parte, il disimpegno automatico delle somme non utilizzate alla fine dell’anno corrente“.

Nel 2009 il governo Berlusconi inseriva Reggio Calabria tra le Città Metropolitane

A questo punto non resta che analizzare nel dettaglio e leggere con chiarezza i dati ufficiali che fornisce l’Agenzia per la coesione territoriale, e che sono a disposizione di tutti, per cercare di comprendere cosa impedisce a Palazzo Alvaro di concretizzare occasioni indispensabili che sono la conseguenza, è bene ricordarlo sempre, di chi nel passato ha collocato Reggio Calabria fra le grandi aree metropolitane d’Italia”.

“I progetti presentati sono 55 ma ben 36 non risultano ammessi al finanziamento e dei 19 restanti la certificazione di spesa necessaria per l’erogazione finale nelle casse del comune è praticamente irrisoria: appena 4 milioni di euro. Dei 21 progetti per la sostenibilità del servizio pubblico e della mobilità urbana, Asse 2, solo 8 risultano ammessi al finanziamento, per un valore di oltre 27 milioni di euro, ma la certificazione della spesa relativa ha permesso che venissero realmente erogati allo stato attuale poco meno di quattro”.

“Sull’Asse 3, invece, troviamo 14 progetti presentati per i servizi da destinare all’inclusione sociale, per un valore di oltre 21 mln di euro, di cui ben 13 non risultano ammessi al finanziamento, ma bensì solo uno e per un totale di  un milione e mezzo circa e di cui si è certificata la spesa solo per € 500.000,00″.

“Non cambia la situazione con l’Asse 4, progetti alle infrastrutture per l’inclusione sociale, su dieci progetti uno solo ammesso al finanziamento, un milione e mezzo circa ma senza certificazione della spesa ancora, vuol dire nessuna erogazione al momento e, soprattutto, ben nove progetti non ammessi al finanziamento previsto di oltre 13 milioni di euro. Le uniche “soddisfazioni” arrivano dall’agenda digitale metropolitana, che fra piattaforme digitali, smart city e piazze virtuali, su 6 progetti solo uno non è stato ammesso a finanziamento, e dall’assistenza tecnica che, ovviamente, vede i 4 progetti ammessi in funzione proprio dell’attività di supporto e di individuazione delle risorse umane interne ed esterne utili alla realizzazione dei progetti presenti nel piano operativo“.

Facendo una breve riflessione di carattere personale, e riconoscendone l’utilità e la necessaria presenza, verrebbe da dire che “non si vive di solo web” a Reggio Calabria, e che altre criticità croniche di primo piano avrebbero dovuto trovare posto fra i progetti, basti pensare alla raccolta rifiuti, alle strade, alla sicurezza cittadina attiva e passiva, alle scuole ed ai relativi servizi, alle politiche giovanili”.

“Ma questo appare ormai superfluo, oggi il vero danno è quantificare quanto di quegli oltre 40 milioni di euro ammessi al finanziamento (su, ahimè, quasi 92 milioni disponibili) siano  certificabili realmente entro le scadenze annuali poste dalla tabella di marcia europea. Ma come è stato possibile non riuscire ad elaborare progetti idonei a soddisfare le necessità più improcrastinabili per la città ed utilizzare fino in fondo le risorse che l’unione europea ha destinato alla nostra area metropolitana? La risposta principale arriva proprio dagli esperti ed i tecnici del settore, come riporta “Il Sole24ore” ed è quella che purtroppo troppo spesso viene rivolta alla giovane ed inesperta compagine di governo cittadino: la mancanza di assetto organizzativo della città e l’incapacità di adeguare le proprie strutture e procedure alle nuove responsabilità assegnate dal Pon alla città stessa. In una sola parola, INADEGUATEZZA. Una curiosità, uno dei pochi progetti ammessi al finanziamento e con spesa certificata, circa due milioni di euro, praticamente la metà di tutto ciò che fino ad oggi nel 2018 è stato realmente erogato al comune, si trova nell’Asse 2 e porta la denominazione di “percorso pedonale protetto e pista ciclabile Waterfront, un nome concepito e legato ad un’opera maestosa che avrebbe lanciato la nostra città nell’olimpo delle grandi capitali europee e mondiali e che oggi, invece, distingue una pista ciclabile da un semplice marciapiede. Le elezioni del 2019 ormai sono dietro l’angolo e l’augurio migliore che possiamo fare a Reggio Calabria è di resistere ancora 12 mesi” conclude Cannizzaro.

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