‘Ndrangheta al Nord, sentenza storica: maxi condanna anche per il campione del Mondo Vincenzo Iaquinta che accusa, “condannato perchè calabrese”

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Vincenzo Iaquinta, tra gli imputati di Aemilia, il piu’ grande processo mai celebrato nel Nord Italia contro la ‘ndrangheta, e’ stato condannato a due anni di reclusione

E’ stato condannato a due anni nel processo di ‘Ndrangheta Aemilia l’ex attaccante della Juventus e della Nazionale campione del Mondo Vincenzo Iaquinta. Per lui la Dda aveva chiesto sei anni, per reati di armi. Il padre dell’ex calciatore, Giuseppe Iaquinta, accusato di associazione mafiosa, e’ stato condannato invece a 19 anni. Padre e figlio se ne sono andati dall’aula del tribunale di Reggio Emilia urlando “vergogna, ridicoli” mentre e’ ancora in corso la lettura del dispositivo.  La sentenza per 148 imputati e’ arrivata dopo due settimane di camera di consiglio ‘blindata’ da parte del collegio giudicante composto da Cristina Beretti, Francesco Maria Caruso e Andrea Rat. “Il nome ‘ndrangheta non sappiamo neanche cosa sia nella nostra famiglia. Non e’ possibile. Andremo avanti. Mi hanno rovinato la vita sul niente perche’ sono calabrese, perche’ sono di Cutro. Io ho vinto un Mondiale e sono orgoglioso di essere calabrese. Noi non abbiamo fatto niente perche’ con la ‘ndrangheta non c’entriamo niente. Sto soffrendo come un cane per la mia famiglia e i miei bambini senza aver fatto niente“. Cosi’ Vincenzo Iaquinta fuori dal tribunale dopo la condanna a 2 anni nel processo di ‘Ndrangheta Aemilia.

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