Moda: addio a Wanda Ferragamo, signora del Made in Italy

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È morta Wanda Ferragamo: aveva 97 anni, nel 1960 alla morte del marito prese il timone dell’azienda Firenze

Addio a Wanda Ferragamo Miletti, vedova dal 1960 di Salvatore Ferragamo, il calzolaio italiano che conquistò Hollywood e che dal nulla creò un impero del lusso con la sua maison fiorentina, simbolo dell’eleganza italiana. Aveva 97 anni. E’ morta oggi intorno alle ore 15 nella sua casa di Fiesole, circondata dai figli, dai nipoti e dai parenti più cari. Attualmente ricopriva la carica di presidente onorario della Salvatore Ferragamo Spa ed era la decana della grande famiglia. Ma soprattutto è stata una delle prime donne imprenditrici in Italia alla guida di uno dei marchi più prestigiosi del made in Italy. Wanda Filetti nasce nel 1921 a Bonito, in provincia di Avellino, in una famiglia agiata della media borghesia. Il padre, medico, la manda a studiare a Napoli nel Collegio Mater Dei, preparandosi alla difficile arte della padrona di casa. Sposa giovanissima, nel 1940, Salvatore Ferragamo, anche lui originario di Bonito, il piccolo paese dell’Irpinia dove era nato nel 1898, e che all’epoca era già un famoso creatore di calzature, amato dalle dive di Hollywood per le sue scarpe eleganti. Salvatore Ferragamo emigrato negli Stati Uniti all’inizio del Novecento, aveva fatto fortuna ed era poi tornato in Italia per stabilirsi a Firenze. Wanda cominciò subito a collaborare con il marito nella gestione dell’azienda e nello stesso tempo si occupava della famiglia che si allargò con la nascita di 6 figli.

Nel 1940 Salvatore, appena installato nella prestigiosa sede di Palazzo Spini Feroni, in via Tornabuoni, già produceva scarpe, calzate da alcuni dei più famosi divi del cinema da Rodolfo Valentino a Joan Crawford. Ma sarà poi Audrey Hepburn a dare fama mondiale al marchio di calzature. Wanda compie, così, la sua gavetta di imprenditrice formandosi sul campo sotto la preziosa guida del marito. All’improvvisa scomparsa di Salvatore, nel 1960, Wanda assume la guida dell’azienda continuando comunque anche ad occuparsi dei figli, l’ultimo dei quali aveva solo due anni. Dopo una breve fase di grande preoccupazione e sbandamento, Wanda prende subito in mano le redini dell’azienda per continuare l’attività. Poi, con l’aiuto dei figli, che avevano già cominciato a lavorare in azienda, manterrà in piedi l’impresa, ampliandola notevolmente. Sarà ancora lei a avviare e guidare con fermezza e coraggio la diversificazione della maison, oggi azienda internazionale quotata in Borsa.

Infatti, si deve proprio a Wanda il merito di avere, non solo fatto crescere il fatturato aziendale negli anni Sessanta e Settanta, ma anche avviato una diversificazione del marchio che amplierà progressivamente la sua produzione, dalle scarpe all’abbigliamento e agli accessori. La maison Ferragamo diventerà grazie alla vedova di Salvatore uno dei simboli universalmente noti della moda italiana, firmando tutto il necessario per l’eleganza femminile e in seguito anche per quella maschile. Wanda Ferragamo ha ricevuto nel 1987 il titolo di Cavaliere del lavoro e numerosi riconoscimenti negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna, ma soprattutto ha mantenuto intatta ed unita la conduzione familiare dell’azienda. Così, nella difficile arte di mantenere insieme grande tradizione artigianale e forte sviluppo industriale si è consolidata l’esperienza di una delle prime ”capitane” dell’industria italiana. Con l’avanzare dell’età, Wanda ha lasciato via via la gestione più diretta dell’azienda ai figli Fiamma, Giovanna, Ferruccio, Fulvia, Leonardo e Massimo, che hanno portato avanti l’eredità del fondatore. Alla guida della Salvatore Ferragamo Spa c’è oggi il primogenito Ferruccio.  (AdnKronos)

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