Reggio Calabria, Uil: “l’intera Commissione Episcopale Calabra faccia sentire la propria voce sul tema della sanità”

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Reggio Calabria, Uil: “l’intera Commissione Episcopale Calabra chieda l’allontanamento dell’ing. Scura”

Non ricordo che un Arcivescovo della diocesi Reggio-Bova, abbia mai vergato una lettera indirizzata ad un Ministro della Repubblica Italiana, su un tema spinoso, vissuto dolorosamente dai Calabresi, quale quello della salute – evidentemente “aliter facere non potuit”. Il diritto per eccellenza che viene proditoriamente negato ad una intera comunità, “costringe” Mons. Morosini ad esternare una inusitata severità morale e sociale nei confronti di quanti si sono resi responsabili di una deriva inarrestabile nel settore sanitario, un vero e proprio “peccato mortale passibile di scomunica”. E’ lo stesso vescovo che eloquentemente sostiene nella lettera al ministro: “Qui in Calabria si va di male in peggio, e dove il provvedimento di commissariamento, preso dal precedente governo, sta creando danni piuttosto che offrire soluzioni ai gravi problemi della sanità”. Mons. Morosini si rende finalmente conto della “profondità del coma” e prova ad averne per tutti, vecchi e nuovi governi regionali e nazionali, a indurlo a bacchettarli sonoramente, abbandonando la Sua proverbiale diplomatica riservatezza ecumenica, gli ultimi (in ordine di tempo) sommovimenti ai vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria con l’auto proclamazione a “soggetto attuatore-Direttore Generale” del già Commissario ad Acta Ing. Massimo Scura“. Lo scrive in una nota stampa il segretario generale Uil, Nuccio Azzarà.

Questa Organizzazione da anni in solitudine, costretta a vestire i panni di “contractor” sociale, denuncia la mala-politica, le nefandezze, gli scempi, le corruzioni, il clientelismo, la ‘ndrangheta-colletti bianchi-massoneria, che gareggiano fra loro al fine di impadronirsi dei circa tre miliardi e 500 mila euro l’anno che rappresentano la posta in bilancio regionale afferente la sanità (70% del bilancio) tesorizzando politicamente la mala-sanità. Avendo subìto intimidazioni in qualsivoglia misura e di diversa tipologia, avvertendo forte la “insofferenza” del potere ai vari livelli collegato, ho, assieme agli altri compagni dirigenti sindacali, salutato favorevolmente l’appello del Presule, meglio tardi che mai, infatti, nel giugno del 2017 avevo come UIL Confederale pubblicamente rivolto un accorato appello all’autorità morale di monsignor Fiorini Morosini, affinché si ponesse al centro di un virtuoso percorso capace di coinvolgere forze sociali, volontariato ed istituzioni per provare uscire da una degradante involuzione metropolitana. L’Arcivescovo a luglio di quest’anno ha compiuto un lustro di mandato episcopale, quindi è in grado di conoscere intimamente le poche virtù ed i tanti vizi di questo territorio, era pure ora che iniziasse ad intervenire su quello che lui stesso definisce “l’insostituibile primato della persona e della cura della sua salute”. L’Arcivescovo, registriamo che solo oggi di fronte ad una deriva sanitaria inarrestabile, ad una sanità pubblica allo sbando, ad un caos conclamato che sta travolgendo anche le eccellenze della sanità convenzionata, “vinctum” interviene sul tema. Infatti, è lo stesso Morosini, che concludendo la sua lettera al ministro Grillo lo ammette candidamente dicendo: “mi sono voluto fare interprete del disagio della gente, della quale sono guida spirituale e che, spesso, mi rimprovera perché come Vescovo non abbia ancora fatto sentire ancora la mia voce in loro difesa”. Prima che sia troppo tardi, nelle more che il “nuovo” corso politico comprenda che la soluzione dei problemi spetta loro e non più ad altri, visto che le criticità sanitarie sono divenute oramai una piaga che affligge mortalmente tutta la Calabria, da cattolici impegnati nel sindacato auspichiamo che l’intera Commissione Episcopale Calabra intervenga facendo sentire la propria autorevole voce chiedendo l’immediato allontanamento dell’Ingegnere Scura che potrebbe favorire una indispensabile ripartenza” conclude.

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