Reggina-Bisceglie, l’ennesimo pasticcio sullo stadio Granillo parte da lontano e certifica la mediocrità di comune e società

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Reggina-Bisceglie, l’esordio casalingo della squadra amaranto in programma alle 18:30 di oggi si disputerà in extremis: l’ok ufficiale è arrivato soltanto stamattina

L’ennesimo pasticcio di Reggina e Comune sullo stadio Granillo ha determinato l’ennesima cattiva figura per la città di Reggio Calabria che nel suo principale impianto sportivo oggi non può ospitare i tifosi del Bisceglie nell’esordio casalingo stagionale dopo il pesante k.o. di Trapani (3-0) nella prima partita di campionato per gli amaranto di mister Cevoli, e non ha neanche potuto vendere i biglietti per la partita. Allo stadio ci andranno soltanto gli abbonati (che sono meno di 1.500, record storico negativo da 25 anni). La quarta stagione della nuova società presieduta da Mimmo Praticò inizia nel modo peggiore possibile: senza impianti di allenamento, c’è stato il rischio fino a stamattina che non si potesse neanche giocare al Granillo e che arrivasse lo 0-3 a tavolino. Infatti la Commissione di Vigilanza ha dato parere negativo allo svolgimento della partita, negando l’agibilità all’impianto reggino per tutta una serie di problematiche legate soprattutto alle condizioni della Tribuna coperta, dalla ruggine nei pilastri fino all’impianto elettrico, alle condizioni igieniche dei bagni e agli spogliatoi. La partita, alla fine, si giocherà perchè il Sindaco Falcomatà ha firmato un apposito decreto proprio stamattina: era l’unica toppa possibile per porre rimedio a un problema causato dalla stessa Amministrazione Comunale che avrebbe dovuto provvedere alla manutenzione dell’impianto garantendone l’idoneità richiesta.

Troppo facili i parallelismi con quello che succedeva 19 anni fa, quando Italo Falcomatà si assumeva la responsabilità (insieme al Questore Malvano) si far giocare la storica prima partita della Reggina in Serie A contro la Fiorentina senza la copertura della Tribuna, che era ancora in costruzione. Una situazione completamente diversa, perché appunto lo stadio era un cantiere, veniva costruito proprio in quegli anni e non era neanche omologato. Dal 1999 di tempo ne è passato moltissimo e il Granillo è stato per anni un vero e proprio gioiello: che oggi si debba tornare indietro ai tempi del Sindaco di turno che deve firmare per consentire alla squadra di disputare la partita non è certo qualcosa di cui andare orgogliosi.

L’annosa questione del Granillo, in realtà, proseguì per anni: dopo Falcomatà padre, anche Scopelliti per intere stagioni sportive tra 2002 e 2006 dovette firmare l’apposito decreto (che ormai era diventato una routine) per consentire alla Reggina di disputare le proprie partite casalinghe nell’impianto cittadino. Poi proprio Scopelliti, nel 2006, decise che non si poteva continuare ad andare avanti così e trovò la soluzione (molto conveniente per il Comune, meno per il club) di “appioppare” alla Reggina di Lillo Foti la gestione dell’impianto, con un’apposita convenzione che entrò in vigore nel 2007. Un colpo di genio per le casse del Comune, a cui la manutenzione dell’impianto costava 500 mila euro l’anno: in otto anni, dal 2007 al 2014, il Comune ha risparmiato così 4 milioni di euro.

reggina-racingfondiE’ stata la Reggina ad occuparsi della manutenzione, a pagare l’acqua, la luce, a sostituire i bagni, a curare il manto erboso, senza pesare sulle casse della città. La Reggina, inoltre, ha negli anni anche ammodernato l’impianto (a proprie spese), come prevedeva la convenzione sottoscritta con il Comune nel 2007: se oggi la Tribuna è così confortevole e l’impianto si è modernizzato moltissimo rispetto a quando era stato costruito alla fine degli anni ’90, lo si deve proprio a quella sinergia che negli anni si era instaurata tra la pubblica amministrazione e la società privata. Il Comune da un lato risparmiava tanti soldi e dall’altro vedeva crescere il valore di un bene che rimaneva di sua proprietà, grazie agli interventi di una società privata che al tempo stesso aveva la gestione dell’impianto che era diventato la propria casa e riusciva a mantenerlo funzionante come un gingillo, senza mai dover subire problemi di agibilità nonostante i ferrei controlli che nelle principali categorie (serie B e serie A) erano molto più rigidi rispetto a quanto non accada oggi in serie C.

Tra 2013 e 2014, addirittura, la Reggina di Foti anticipava circa 140 mila euro per un intervento di manutenzione straordinaria che doveva spettare al Comune, ma i commissari straordinari allora a Palazzo San Giorgio non avevano intenzione di fare: bisognava verificare la stabilità della copertura della Tribuna Ovest, con l’intervento di una ditta specializzata che ha dovuto fare appositi test con pesi e contrappesi. La Reggina di Foti, pur essendo scivolata proprio in quegli anni nell’inferno della Serie C per la prima volta dopo 20 lusinghiere stagioni consecutive nel calcio che conta, si sobbarcava tale spesa nel momento più difficile della propria storia.

falcomatà praticò regginaQuello che è successo dopo è ben noto a tutti: quella Reggina non ce l’ha fatta, e nel 2015 è nata la nuova società, prima ASD Reggio Calabria, poi Urbs Reggina 1914, presieduta da Mimmo Praticò. Una stagione fallimentare in Serie D, un ripescaggio, due anni di umiliazioni nei bassi fondi della Serie C: l’intenzione è quella – in questa stagione – di risollevarsi dalle ceneri del buio più profondo, ma l’inizio è stato dei peggiori. La quarta stagione della nuova società si profila ancor più difficile, senza il Centro Sportivo Sant’Agata e con tutti questi problemi per lo Stadio Granillo. Che è tornato in gestione al Comune, tramite un’Amministrazione Comunale che lo destina ad eventi da sagra di paese ed evidentemente non si impegna neanche per la manutenzione ordinaria. Un concetto ben diverso (sarebbe semplicemente l’ovvia e scontata normalità!) rispetto a quella fase di costruzione in cui l’impianto non era neanche omologato. Lì il Sindaco firmava assumendosi una responsabilità per un gioiello in costruzione per un futuro di successi straordinari, oggi il Sindaco firma assumendosi una responsabilità rispetto alle proprie mancanze di un ex gioiello abbandonato al degrado e alla rovina dopo un passato di grandi successi.

Eppure sarebbe molto più logico che il Comune risparmiasse i soldi e l’impegno della manutenzione, come accade un po’ in tutte le città d’Italia, dando l’impianto in gestione alla società privata che sarebbe certamente più attenta e operosa nel garantire il corretto funzionamento dell’impianto. Certo, è difficile nella Reggio Calabria di oggi, capire dove iniziano le responsabilità del Comune e finiscano quelle della Reggina e viceversa: la società è debole e probabilmente non sarebbe neanche in grado di avere l’impianto in gestione. Oggi ha addirittura ringraziato Falcomatà per aver “evitato” lo 0-3 a tavolino (il cui rischio in realtà derivava proprio dalla mancata manutenzione da parte del Comune!!). E allora che cosa dovremmo dire? Se “Tutto va ben, madama la marchesa“, contenti voi… Andiamo sul Lungomare a festeggiare perché abbiamo evitato lo 0-3 a tavolino col Bisceglie in Serie C.

Come ci siamo ridotti.

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