Reggio Calabria, così la città è diventata una discarica pubblica: il Sindaco continua a prendersela con i “lordazzi” ma il vero problema è che la differenziata funziona al contrario

StrettoWeb

Reggio Calabria, situazione insostenibile: emergenza rifiuti in tutta la città per la raccolta differenziata che non funziona. Eppure dal Comune continuano ad arrivare incredibili strali contro i cittadini…

E’ davvero inverosimile quello che sta succedendo a Reggio Calabria in questi caldi giorni dell’estate 2018: la città è piombata nuovamente in una drammatica emergenza rifiuti che attanaglia un po’ tutti i quartieri, esattamente come 4 anni fa quando al Comune c’erano i commissari ma i disservizi erano provocati dalla crisi del sistema regionale della raccolta della spazzatura. Gran parte della Regione Calabria, infatti, era sommersa dalla “munnezza”, e a Reggio c’erano ancora i cassonetti dove l’emergenza rimaneva comunque confinata. Stavolta, invece, il problema è tutto reggino: il Comune ha voluto imporre una metodologia di raccolta differenziata che non funziona, eliminando forzatamente tutti i cassonetti dalla città pensando così di risolvere il problema come nessun’altra città è mai riuscita a fare (ma noi siamo più geni di tutti gli altri!!!). E così l’emergenza s’è allargata ad ogni portone di ogni quartiere, assumendo proporzioni mastodontiche.

Eppure tutte le città d’Italia e del mondo i cassonetti ci sono e garantiscono un corretto smaltimento dei rifiuti. In alcuni casi sono interrati, in altri sono esterni, in altri sono differenziati, in altri ancora indifferenziati, in alcuni centri sono di tipo elettronico, in altri invece rimangono meccanici, ma in ogni caso consentono ai cittadini di avere la libertà di scelta di fare o non fare la differenziata e soprattutto di gettare la spazzatura (entro un ampio range di orari previsti) in qualsiasi momento di qualsiasi giorno, quando sta a loro comodo.

Reggio Calabria, invece, è la prima città del mondo che sperimenta l’abolizione dei cassonetti e l’istituzione forzata di una raccolta differenziata porta a porta in cui il lunedì bisogna buttare una cosa, il martedì un’altra, il mercoledì un’altra ancora, e poi alcune cose una volta ogni quindici giorni ecc. ecc. così che le famiglie e le attività sono in ginocchio, costrette a tenere la spazzatura dentro casa per settimane intere, compromettendo le proprie condizioni igieniche e sanitarie e la stessa immagine per la città che è diventata una discarica pubblica con i mastelli e i cumuli di spazzatura regolarmente differenziata dai cittadini educati e civili, a cui però non segue la corretta raccolta da parte degli operatori dell’Avr che dimenticano alcune zone per giorni e giorni, se non settimane, costringendo i residenti a lasciare i mastelli pieni fuori dai portoni.

E’ incredibile quanto accaduto ieri:

Ma su StrettoWeb abbiamo già ampiamente parlato di tutti gli orrori di questo porta a porta. Il problema, ovviamente, non è la differenziata. Certo che non si deve tornare indietro. Non è questo il tema. Anche perchè a Reggio Calabria la pratica della raccolta differenziata non è certo una novità di Falcomatà o di questi anni: è da oltre 15 anni che la città la sperimenta nel modo più civile e funzionale possibile.

Nel lontano 2008, infatti, ben dieci anni fa, Reggio Calabria era già al 16%, una percentuale tra le migliori di tutto il Centro/Sud per l’epoca. Ed era una città pulita, in cui il sistema di raccolta differenziata non prevedeva il porta a porta e funzionava molto bene. Erano gli anni in cui Reggio vinceva le “Cartoniadi“, le Olimpiadi della raccolta differenziata, imponendosi come leader del settore eco-sostenibile a livello nazionale. Era un orgoglio, e non c’erano i mastelli del porta a porta, ma i cassonetti pubblici differenziati in cui ogni cittadino in modo estremamente civile poteva decidere cosa e quando portare. Ed era un successo. Bisognava continuare su quella strada, invece le note vicende che hanno travolto il Comune con gli scandali e lo scioglimento hanno portato la città a fare talmente tanti di quei passi indietro che non s’è mai più ripresa, e dopo 4 anni di Amministrazione Falcomatà anche la speranza che molti avevano nei confronti del giovane Sindaco Pd affinché riuscisse a ripristinare un po’ di ordine, decoro e pulizia, è ormai svanita nel vuoto.

Eppure Falcomatà continua a prendersela con i cittadini “lordazzi“. Bella roba. Un sindaco che accusa la sua gente di essere incivile. A parte il fatto che basterebbe calcolare le tonnellate di rifiuti abbandonate in ogni zona della città ogni giorno per capire quant’è grave il problema, i toni di questa campagna auto-denigratoria ci sembrano surreali. Da che mondo è mondo, infatti, il Sindaco è il rappresentante dei propri cittadini. Ha una responsabilità oggettiva così come quelle della società di calcio nei confronti delle eventuali intemperanze dei propri tifosi. Così come quella del rappresentante degli studenti nei confronti dei ragazzi che – appunto – rappresenta. Se a Reggio Calabria i cittadini (ammesso e non concesso) sono diventati “lordazzi“, evidentemente Falcomatà da Sindaco ha tutte le sue responsabilità. Anche perché poco meno di venti anni fa proprio suo padre, il compianto Italo, aveva trasmesso a questa comunità quel senso di civiltà, di amor proprio, di bene pubblico, che aveva portato Reggio Calabria a una grande stagione di crescita, benessere e orgoglio ritrovato. E la città gliene ha sempre dato merito.

La stessa Reggio Calabria “bella e gentile” di un tempo, o civile e sostenibile di dieci anni fa, oggi non riesce ad esserlo: evidentemente anche in questo Falcomatà avrà le proprie responsabilità. E quando anziché rimboccarsi le maniche per risolverle, si scaglia contro la propria gente e i propri cittadini accusandoli di essere “lordazzi“, non fa altro che aggravare la situazione.

La vicenda TARI è emblematica. I cittadini la pagano e anche tanto, è la più alta d’Italia con livelli di tassazione ai massimi da ormai 6 lunghissimi anni. E chi fa la differenziata non ha alcun tipo di sconto o agevolazione (anche questo caso unico nel mondo intero!!!). E c’è chi – oltre al danno la beffa – accusa i cittadini “lordazzi” che buttano i rifiuti in strada per non pagare le tasse (!!!!), senza comprendere come in realtà non c’è alternativa all’abbandono rispetto a tutta una serie di situazioni in cui l’unica soluzione sarebbe mangiarsi i propri rifiuti. Le tasse le pagano eccome, e sono costretti a lasciare i rifiuti dove capita perchè non hanno alternative!!! Infatti è da anni che il Comune minaccia ritorsioni nei confronti dei “lordazzi“, telecamere, multe, verifiche incrociate sui pagamenti della TARI, eppure la situazione non è cambiata proprio perchè la TARI i reggini la pagano salata e questa storia è l’ennesima grande favola per scaricare le proprie responsabilità.

Saranno stupidi tutti gli altri, che in decenni di differenziata non hanno ancora capito come bisogna farla affinché funzioni bene: imporre il “porta a porta” in una città di 200.000 abitanti nei condomini, negli appartamenti piccoli, alle famiglie numerose; eliminare tutti i cassonetti; evitare ogni tipo di agevolazione economica. Beh, la realtà è che se fosse stata concepita così nel mondo, la differenziata oggi non esisterebbe più da nessuna parte. Per fortuna a Nord di Bolano e a Sud di Bocale fino a Canada, Giappone e Australia, funziona in modo completamente diverso. Ed è proprio questo il problema di Reggio Calabria.

La raccolta differenziata qui funziona al contrario. Guardate le foto a corredo dell’articolo: è Reggio Calabria oggi, nelle sue frazioni collinari. Tra Pietrastorta e Terreti è tutta una grande discarica: qui i cassonetti ci sono ancora, non c’è il porta a porta. Come non c’è? Avete capito bene: l’hanno imposto nelle zone più densamente abitate del centro cittadino, dove non può funzionare, e non l’hanno attivato nelle piccole frazioni collinari dove vivono poche persone in residenze singole e quindi c’è una situazione ideale affinchè funzioni bene. Il “porta a porta” infatti nel mondo nasce per i piccoli paesi, non certo per le città con alta densità abitativa. Eppure a Reggio Calabria ragioniamo al contrario: sarà per il business dei mastelli, sarà per la presunzione o il menefreghismo di chi ci governa, in fondo se il Pd ha ufficialmente ricandidato Falcomatà in vista delle elezioni comunali 2019 perché “sta governando bene” allora come possiamo auspicare un po’ di umiltà che porti a fare delle analisi auto-critiche rispetto al proprio operato?

La realtà è che Reggio Calabria vive probabilmente il peggior momento della propria storia in tutti i propri settori e in questo disastro il Sindaco per mascherare la propria inefficienza e il proprio malgoverno un giorno se la prende con “chi c’era prima“, un giorno con i “cittadini lordazzi“. Cioè tutta quella stessa gente che quattro anni fa l’ha votato con grande speranza che potesse cambiare le cose. Ma purtroppo non è andata come in tanti speravano e un po’ tutti ci si augurava.

Condividi