Reggio Calabria, lettera aperta al Ministro Toninelli: “necessaria la messa in sicurezza della Ferrovia Jonica”

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Associazione Ferrovie Calabria ha scritto una lunga lettera al Ministro Toninelli per indicare una maggiore manutenzione alla Ferrovia Jonica e più incentivi alle campagne per la sicurezza ferroviaria

Roberto Galati dell’Associazione Ferrovie Calabria ha scritto una lunga lettera aperta al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, relativa all’incidente di Brancaleone nel quale, alcuni giorni fa, due bambini hanno perso la vita investiti da un treno. L’Associazione, vicina alla famiglia e speranzosa che alcuni fatti non si verifichino più, ha inserite alcune proposte relative all’incremento delle attività di sensibilizzazione sui rischi legati a comportamenti errati in aree ferroviarie, e della messa in sicurezza della Ferrovia Jonica. Di seguito il testo:

Egregio Ministro,

sono trascorsi alcuni giorni dal tragico avvenimento di Brancaleone (RC), nel quale hanno perso la vita due bambini di 6 e 12 anni investiti da un treno Regionale in corsa lungo la linea Jonica, assieme alla mamma rimasta gravemente ferita. Ma nell’animo, anche la Calabria e l’Italia intera sono rimaste ferita da una simile sciagura. La nostra Associazione, assieme a tante altre in Calabria, ha immediatamente manifestato, per quanto poco possa essere utile ad alleviare questo enorme dolore, la totale vicinanza alla famiglia delle vittime ed alla comunità di Brancaleone, senza dimenticare il personale ferroviario (macchinista e capotreno) che sfortunatamente conduceva il Regionale 3670 Reggio Calabria Centrale – Catanzaro Lido. E proprio ai ferrovieri rivolgiamo un pensiero particolare, poichè non vanno assolutamente sottovalutati i risvolti psicologici negativi di chi, purtroppo, si ritrova suo malgrado ad assistere in prima persona ad un evento nefasto e cruento del genere, non avendo praticamente alcuna possibilità di evitarlo. E proprio da ciò, vogliamo entrare nel vivo di questa missiva: nel Suo comunicato relativo all’incidente di Brancaleone, specificava che “Investiremo di più in ogni ambito della sicurezza ferroviaria, compresa la sensibilizzazione dei cittadini rispetto ai comportamenti più corretti da tenere quando ci si trova nei pressi di un binario”. Ci verrebbe da dire: finalmente un Ministro dei Trasporti che ha il coraggio di dirlo, senza precipitare nel classico “perbenismo ipocrita” – spesso anche di molti giornalisti – di chi definisce il treno “assassino”. Crediamo che una delle principali campagne mirate ad aumentare la sicurezza del trasporto ferroviario, sia proprio quella dedicata a chi si trova in stazione, o peggio a chi si trova in luoghi dove non dovrebbe trovarsi. Gli attraversamenti indebiti delle linee ferroviarie, che come ovvio non sono recintabili per tutta la loro estensione (parliamo di decine di migliaia di km, e solo nel caso della Jonica di ben 472), sono in costante aumento. In costante aumento come i cosiddetti “tallonamenti” dei passaggi a livello, molto spesso con veicoli che rimangono bloccati tra le barriere (e ricordiamo in tale occasione le vittime dell’assurdo incidente di Caluso, dove un trasporto eccezionale è rimasto incastrato in un passaggio a livello ed è stato investito dal convoglio in arrivo, provocando due vittime). Senza dimenticare le troppe distrazioni di chi cammina in stazione ascoltando musica o assorto sul proprio cellulare, non rispettando la cosiddetta distanza dalla linea gialla sui marciapiedi, o peggio ancora chi attenta letteralmente alla propria vita con la moda del selfie estremo (situazione peraltro vissuta da me in persona, a bordo di un treno Regionale lungo la linea Jonica, fortunatamente conclusasi solo con un grande spavento mio e del personale ferroviario).

Foto di Adriana Sapone / LaPresse

Tutta questa serie di comportamenti superficiali o peggio ancora volontari, sta causando una più che evitabile serie di vittime: noi di Associazione Ferrovie in Calabria, assieme a numerosi Dopolavoro Ferroviario del Gruppo FS, nel nostro piccolo stiamo cercando si sensibilizzare principalmente le nuove generazioni, andando fin dentro le aule scolastiche in accordo con gli istituiti, organizzando delle vere e proprie “Lezioni di ferrovia” dedicate sia alla conoscenza della bellezza, della storia e dell’utilità del trasporto su rotaia, e sia ai rischi che si corrono attraverso comportamenti scorretti nelle aree ferroviarie o a bordo dei treni. Negli ultimi anni stiamo insistendo proprio sulla diffusione della conoscenza del rischio, con la speranza che coloro che sono oggi bambini, domani saranno ragazzi molto più coscienziosi di tanti adulti dei giorni nostri: la nostra prima richiesta di questa missiva è proprio relativa ad un affiancamento da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, oltre che delle imprese ferroviarie ed RFI, nella diffusione scolastica delle nozioni base di sicurezza ferroviaria. E’ chiaro che tutto ciò, in migliaia di scuole italiane, non può essere demandato esclusivamente alla buona volontà ed alla passione delle associazioni. E’ necessario far capire ai più piccoli, che assorbono le nozioni e gli insegnamenti molto più facilmente degli adulti, che un treno in corsa a 130 km/h ha bisogno di diverse centinaia di metri per fermarsi, ed impiega pochi secondi per percorrere distanze anche non brevi. Che un treno in corsa, con un po’ di vento contrario e scarsa visibilità, magari a causa di una curva, non lo si sente e non lo si vede arrivare. Che attraversando i binari, anche se non si finisce sotto un treno, si può inciampare, cadere e rompersi i i denti sulle rotaie (e forse sarebbe la volta buona che tante persone cambierebbero i propri comportamenti scorretti). Che è meglio impiegare un minuto in più, utilizzando il sottopassaggio in stazione, che risparmiarlo attraversando i binari…rischiando che quel minuto sia l’ultimo della propria vita.

Foto di Adriana Sapone / LaPresse

Con modi adeguati, vista la giovane età di coloro a cui ci si rivolge, ma duri: senza tanti giri di parole bisogna far capire che un comportamento scorretto in ambito ferroviario, può costare LA VITA. Allo stesso tempo, è necessario far capire ai giovani che il treno è il mezzo di trasporto più sicuro ad oggi esistente, e su quello è necessario investire per il nostro futuro, alla luce dei sempre più frequenti incidenti stradali anche gravissimi che stanno avvenendo nelle nostre sempre più affollate strade. Oltre 3000 morti all’anno sulle strade e decine di migliaia di feriti dovrebbero farci capire che, se il trasporto su rotaia è comunque più costoso e meno flessibile di quello su gomma, un suo incremento intelligente porterebbe ad una riduzione dei costi sanitari necessari a curare le vittime della strada (e, quello che è più importante, una riduzione delle vittime). Ogni auto, ogni tir, ogni bus tolto dalla strada, è un potenziale pericolo in meno: speriamo che la Cura del Ferro da Lei auspicata, diventi una realtà in breve tempo. In conclusione, torniamo sulla nostra amata, bellissima ed insostituibile Ferrovia Jonica: sì, il treno e la ferrovia non sono assassini, e chi attraversa i binari mette istantaneamente a repentaglio la propria vita (oltre a commettere una azione sanzionabile). Non dimentichiamo però che, la Ferrovia Jonica, attraversa aree ad altissima vocazione turistica. E’ impensabile che spesso, anche per due o tre km, non esistano sottopassi o sovrapassi pedonali, e sia di fatto impossibile raggiungere le nostre invidiatissime spiagge. Tra l’altro il problema non interessa solo la Ferrovia Jonica, ma anche la SS 106 che in gran parte del proprio percorso corre parallela ai binari, ed il cui attraversamento pedonale non è certo meno pericoloso di quello ferroviario. E quando i sottopassi ci sono, sono spesso impraticabili, specie per negligenza dei Comuni che dovrebbero occuparsi della loro pulizia ed agibilità.

Foto di Adriana Sapone / LaPresse

Nel 2018, è impensabile andare ancora avanti con questa situazione: noi ci opponiamo fermamente a chi considera la Ferrovia Jonica un “impedimento”, visto che rappresenta invece una valida metropolitana di superficie che attraversa tutti i centri abitati, e non di meno con la sua stessa esistenza ha arginato un dissennato abusivismo edilizio fin sulla spiaggia, ma è oggi necessario renderla più “permeabile” ai flussi in primis pedonali. Come? Investendo appunto nella costruzione di sottopassi e sovrapassi, e nella costante e attenta manutenzione (e segnalazione con cartellonistica) di quelli già esistenti, e mai come oggi ci troviamo nel momento migliore, visto l’ingente investimento in corso relativo alla modernizzazione, velocizzazione ed elettrificazione di tutta la linea. Riteniamo assolutamente necessaria una presa di posizione dello stesso Ministero dei Trasporti sia con Rete Ferroviaria Italiana che con i Comuni. Soprattutto con i Comuni, se consideriamo che molto spesso, nonostante la disponibilità di RFI all’esecuzione di opere di mitigazione ambientale in co-finanziamento, essi risultato disinteressati anche quando in possesso delle risorse necessarie alla costruzione di queste piccole ma importanti opere (salvo poi lamentarsi quando accadono le sciagure). E, in ultima istanza, non dimentichiamo che anche la costruzione di nuove fermate a servizio delle aree a maggiore attrattività turistica lungo la Ferrovia Jonica, possono aiutare – e tanto – ad evitare attraversamenti selvaggi della linea ferroviaria. L’esempio pilota sarà per esempio la nuova fermata di Caminia, nel soveratese, a servizio della rinomata zona balneare di Pietragrande. Una nostra proposta portata avanti per anni, approvata dalla Regione Calabria e da RFI, e che sarà realtà in poco più di un anno. Nelle prossime stagioni estive, centinaia di auto rimarranno a casa o in albergo, grazie all’istituzione di questa fermata.

Ma oltre Caminia, immaginiamo fermate a servizio delle aree archeologiche adiacenti alla Ferrovia Jonica, come nel caso del Museo di Locri Epizefiri e del parco archeologico e museale di Kaulon nei pressi di Monasterace, o appunto, per rimanere nell’hinterland di Brancaleone, il ripristino della fermata di Capo Spartivento, sita nel punto più a Sud dell’Italia continentale, a pochi passi da una spiaggia dal sapore tropicale. Ancora una volta, quindi, vogliamo rimarcare che il treno non è un assassino, ma se rispettato nei propri spazi e valorizzato, rappresenta invece il nostro alleato per una migliore qualità di vita nella nostra invidiata Calabria ed Italia. Ringraziandola per l’attenzione dedicataci, le porgiamo un cordiale saluto augurandole buon lavoro”.

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